| Amichevoli: il 25 luglio Doria ospite del Porto lunedì 05 luglio 2010 Un altro test di lusso sul cammino verso la Champions: all'"Estádio do Dragão" di Oporto, i blucerchiati di mister Di Carlo sfideranno i titolati biancoblù di Villas Boas.
Mihajlovic gol, Jugovic gol, Maspero gol, Salsano gol, Lombardo gol. Una serie di rigori che difficilmente si potrà dimenticare. E poi il Mancio che euro-segna al volo, la maglia rossocerchiata con la coccarda tricolore sul cuore, l’Uomo Ragno che vola a parare il penalty del biancoblù Latapy, Sir Bobby Robson e il suo giovane assistente Mourinho che masticano amaro in panchina, l’esultanza composta di Sven, lo spicchio di Sud in delirio. Flash in ordine sparso, cartolina da Oporto di una grande notte di Doria. Giovedì 16 marzo 1995. Lo stadio era il "das Antas", mandato in pensione e demolito nel 2004; gara di ritorno di un epico quarto di finale di Coppa delle Coppe. L’avversario era il Porto, superato nel doppio confronto finito in pareggio (0-1 a Marassi, 0-1 a casa loro) prima della cinica lotteria dagli undici metri. Quel Porto che domenica 25 luglio (con orari ancora da definire) saggerà la condizione atletica, tattica e psicologica della fiammante Sampdoria 2010/11, sempre avvezza a voli internazionali e pronta come non mai a giocarsi l’accesso all’Europa che conta.
Test. Abbandonate le storiche mura amiche di oltre mezzo secolo, i Dragões si sono trasferiti all’"Estádio do Dragão", l’avveniristico impianto della seconda città del Portogallo, inaugurato il 16 novembre 2003 - in prossimità degli Europei -, costato quasi 100 milioni di euro e catalogato con cinque stelle Uefa. Un palcoscenico moderno e spettacolare, da 50.399 posti a sedere, che battezzerà il primo test di lusso dell’estate blucerchiata. Prima di volare a Barcellona e affrontare l’Espanyol (sabato 31 luglio, ore 21.00), i ragazzi di Mimmo Di Carlo sfideranno infatti in amichevole i biancoblù del nuovo allenatore André Villas Boas in un match dall’indiscutibile fascino a dodici stelle.
Grande. Con 24 campionati lusitani - di cui 17 vinti nelle ultime 26 stagioni -, 19 Coppe e 16 Supercoppe di Portogallo, due Coppe dei Campioni, una Uefa, una Supercoppa Europea e due Intercontinentali nel proprio palmares il Futebol Clube do Porto, fondato nel 1893, va considerato a tutti gli effetti un top-team del Vecchio Continente. Nell’ultima stagione, i Dragões di Jesualdo Ferreira si sono classificati al terzo posto, alle spalle di Benfica e Sporting Braga, staccando - dopo 7 partecipazioni alla Champions consecutive - il biglietto per l’Europa League. Farà dunque un certo effetto non vederli nella fase a gironi più importante e prestigiosa, proprio là dove sognano di finire a Corte Lambruschini e dintorni.
Qualità. Di sicuro, però, in riva al fiumo Douro, stanno già facendo di tutto per tornarci, in Champions. Nelle mani del tecnico Villas Boas - giovane ex collaboratore dello Special One Mourinho: 33 anni da compiere a ottobre - i dirigenti biancoblù hanno consegnato un certo João Moutinho, ex capitano dello Sporting Lisbona e astro nascente del calcio lusitano costato ben 10 milioni di euro più il difensore Nuno André Coelho. I nuovi acquisti - al momento il portiere Kieszek, il difensore Sereno, i centrocampisti Castro e Souza, gli attaccanti Kléber e Ukra - andranno a integrarsi a un gruppo di prima qualità in cui spiccano il capitano Bruno Alves e il vice Raul Meireles, il centravanti verdeoro Hulk e il duo uruguayano Fucile-Pereira, protagonista in Sudafrica con la sorprendente Celeste di Tabarez.
|