INTERVISTE

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11SIX™
view post Posted on 13/3/2009, 17:22




Pazzini: " Contro la Roma serve una grande Samp"


Arrivato in blucerchiato a Gennaio, Giampaolo Pazzini è già un idolo della curva e, alla vigilia della sfida contro la Roma, ha raccontato la sua opinione al Corriere dello Sport: "A Genova ho ritrovato la fiducia, questo mi ha dato la possibilità di segnare molto,ora vorrei la Nazionale, è uno dei miei sogni,un paio ne ho già realizzati, volevo arrivare in Serie A e ce l'ho fatta, volevo assaporare la Champions e quest'anno ci sono riuscito. Giocare con Cassano è fantastico, è un giocatore di una tecnica incredibile, è un onore essere paragonati alla coppia Vialli-Mancini, loro hanno fatto la storia del club, per noi sarebbe bello riuscire ad arrivare insieme ai mondiali in Sud Africa nel 2010. Domenica troveremo una Roma tosta, sicuramente arrabbiata, sarà fondamentale che la Sampdoria scenda in campo concentrata, servirà davvero una grande prestazione".
 
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11SIX™
view post Posted on 19/3/2009, 07:35




Campagnaro 'Pronto a rientrare'


Hugo Campanaro è, finalmente, pronto a rientrare e dare il suo contributo alla Sampdoria. Il difensore prova a mettersi alle spalle i problemi al polpaccio e non vede l'ora di riprendersi il posto tra i titolari. 'Il polpaccio adesso è forte. Sento che è a posto ed è un sollievo, dopo tutte queste ricadute. Il fatto è che non avevo il tempo di recuperare come si deve, mancava sempre qualcuno dietro e dovevo accelerare i tempi senza sapere come sarebbe andata: eravamo in piena emergenza, non potevo star fuori'.

Gli infortuni sono stati una costante che ha minato la stagione dei blucerchiati, ma adesso le cose, anche grazie alla ritrovata vena realizzativi di Pazzini, le cose stanno migliorando. 'Questo infortunio è arrivato nel momento migliore della mia carriera, quando sentivo che stavo facendo vedere quello che valgo. Non siamo il peggior reparto del campionato, ma certo qualche brutta prestazione senza infortuni la si poteva evitare: due partite in una settimana, quando per forza di cose giocano sempre gli stessi, pesano. Fisicamente e mentalmente eravamo al 50%. Questo è il rimpianto, perché quasi nessuno ci ha messo sotto nel gioco. Pazzini? Lo sapevo che avrebbe fatto bene. Giampaolo a Genova ha trovato la tranquillità, la serenità di una maglia da titolare conquistata e meritata con i gol: e poi, al fianco di Cassano non poteva che andare così'.

 
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Metziel
view post Posted on 8/7/2009, 20:03




Del Neri al raduno: «Mi auguro un'annata foriera di successi»


martedì 07 luglio 2009
Nella prima conferenza ufficiale della stagione blucerchiata il tecnico di Aquileia fa il punto della situazione: «Il gruppo è solido, ho sensazioni positive. I giovani mi piacciono. Il mercato? I tifosi stiano tranquilli».

«Tocca a me». In un modo più eloquente, Luigi Del Neri non avrebbe potuto cominciare. AC Hotel di Genova, sesto piano, sala conferenze gremita: le prime parole ufficiali di questo 2009/10 della Sampdoria - pronto a prendere il via coi test a Bogliasco e poi con la partenza per Moena - sono quelle del mister. Il presidente Riccardo Garrone è passato soltanto a salutare mentre l’amministratore delegato Beppe Marotta è impegnato al Viminale in un vertice sulla sicurezza negli stadi. E allora tocca davvero a lui.

Mentalità positiva. Di fronte alla stampa, lui ci arriva carico. È determinato, il tecnico di Aquileia, prontissimo a intraprendere quest’avventura blucerchiata, a distanza di ventotto anni dalla prima. «Ho visto i ragazzi giù nella hall dell’albergo e la sensazione è stata molto positiva. Ci sono grandi motivazioni da parte di tutti, una grande voglia. C’è un gruppo ottimo, solido, col quale mi auguro di lavorare in maniera giusta, con una mentalità sempre positiva: siamo motivati, pronti a partire per un’annata che si spera foriera di successi».

Tris d’assi. Da chi ripartire se non dai tre moschettieri blucerchiati, Palombo-Cassano-Pazzini? Il primo si è presentato al raduno nonostante fosse ancora in vacanza dopo gli impegni con la Nazionale («Mi ha fatto davvero piacere trovare qui Palombo. Da capitano ha fatto un gesto importante, dando l’esempio e denotando grande senso di responsabilità»); il secondo ha anticipato il rientro dalle ferie per sudare a Bogliasco («Cassano sta dimostrando serietà: la voglia di cominciare, di fare bene non fa altro che dare garanzie alla Samp»). Del Neri punta forte su di loro: «La Sampdoria è una squadra costruita per avere nelle sue file giocatori importanti, di fantasia, forza e abilità. Non aver messo sul piatto delle cessioni calciatori come Palombo, Cassano e Pazzini significa che la società ha in mente una formazione in grado di dare soddisfazioni al nostro pubblico. Averli con noi sarà un motivo di orgoglio e sicurezza, anche perché conto molto sul loro apporto. Giusto, dunque, che si parli di loro tre, ma è fondamentale ciò che sapranno dare all’interno del gruppo».

Il mercato. Gruppo che è destinato a qualche inevitabile ritocco: il Doria di oggi ha tutta l’aria di un cantiere semiaperto. «Il mercato non è semplice - ammette il tecnico friulano -. Ripeto: abbiamo una rosa solida, speriamo di poterla rinforzare con giocatori che possano corrispondere a ciò che cerchiamo. C’è fretta ma al tempo stesso non c’è fretta: c’è fretta perché se un calciatore fa al caso nostro è meglio prenderlo subito, ma non c’è fretta perché prendere per prendere è meglio aspettare. Io spero entro il 10 luglio di avere un gruppo ben definito, ma anche se lo avrò l’11, il 12 o il 13 non farà troppa differenza. Mannini? Un esterno sinistro che tengo in grande considerazione. Tissone? Lo conosco, l’ho avuto a Bergamo, è un ottimo giocatore. Nell’ultima stagione ha avuto poco spazio ma ha uno spessore per cui può interessare a parecchie squadre. Semioli? Dire che anche lui è un ottimo giocatore è diverso dal dire che venga alla Samp... In questo senso, comunque, mi sento dire ai tifosi di stare tranquilli. Devono avere pazienza: la società sta lavorando bene per cercare di raggiungere obbiettivi importanti, capaci farli gioire la domenica».

I giovani. Farli divertire, magari lanciando qualche baby alla ribalta della massima serie, sarebbe il massimo: «Abbiamo molti giovani di qualità, reduci dalla Serie B o già da stagioni in prima squadra. Contiamo di verificarli a Moena, li porteremo con noi e valuteremo le sensazioni che possono darmi. Per fare nomi, mi hanno detto un gran bene di Cacciatore. Volta ha avuto un’esperienza positiva a Vicenza; senza dimenticare Marilungo che ha già esordito e segnato. A me i giovani piacciono: se uno è valido lo si può adoperare senza problemi».
Gli obbiettivi. Sui traguardi stagionali Del Neri è categorico: «Il calcio non ha obbiettivi - conclude il nuovo allenatore della Samp -. Noi li avremo sempre piccoli: migliorare la classifica dell’anno scorso, prendere meno gol, farne uno in più. Ovvio che si cercherà di vincere sempre, a partire dal 15 di agosto con l’esordio in Coppa Italia. Ma stiamo cercando di fare le cose giuste nel modo giusto, senza grandi proclami; c’è grande sintonia tra me e la società, vogliamo fare bene in tutti i settori e siamo sulla strada giusta. Si sa, quello che conta alla fine è il campo: dopo i test, ci sarà tanto da lavorare a Moena per arrivare ad agosto pronti per un campionato che si preannuncia molto difficile. Dare il massimo cercando di fare un calcio organizzato e propositivo: questo è il nostro obbiettivo».

Capitan Palombo dà l'esempio: «Pronto a dare tutto»


martedì 07 luglio 2009
La bandiera della Samp interrompe le vacanze e si presenta al raduno per salutare tecnico e compagni: «Siamo forti, migliorare la stagione passata è l'obbiettivo principale».

Guarda i muscoli del capitano, tutti di plastica e di metano. Muscoli che per l’ottavo anno consecutivo Angelo Palombo, il capitano in questione, metterà a disposizione della sua Sampdoria. Sampdoria che ha cambiato tecnico, cambierà modulo ma che nei suoi effettivi più importanti è rimasta invariata rispetto a quella della stagione passata. Angelo è sempre lì, al timone, in cabina di comando, anche quando potrebbe godersi le ferie e invece si presenta al raduno, sorridente come sempre. «Rimanere era quello che volevo - attacca Palombo, la bandiera -, l’ho sempre detto e lo ripeto oggi. Abbiamo trovato l’accordo e non posso essere più felice di averlo fatto in controtendenza rispetto al resto del mondo del calcio. Sono ancora qui pronto a dare tutto per questa maglia».

Ancora qualche giorno di vacanza, per te reduce dalla Confederations Cup, e poi si torna a fare sul serio.
«Comincia una nuova annata che mi auguro sia migliore di tutte quelle passate; compresa quella scorsa che a mio avviso non è stata poi così negativa. Tra infortuni, impegni infrasettimanali e una rosa forse un po’ ristretta abbiamo raggiunto la finale di Coppa Italia, pagando in campionato sì, ma resta comunque un traguardo di tutto rispetto».

Quali traguardi si pone il nuovo Doria di Del Neri?
«Possiamo fare bene, soprattutto senza la sfortuna dello scorsa stagione. Quest’anno senza Europa, potremo lavorare meglio e concentrarci sulla Serie A. Di sicuro non giocheremo per la salvezza. Siamo una squadra forte, in grado di ambire alle posizioni che la Sampdoria ha raggiunto negli ultimi anni. Io mi auguro di poter tornare in Uefa, poi ci si può arrivare come no, ma l’importante è cercare di fare il massimo».

A centrocampo si torna a giocare a quattro. Cambierà qualcosa dal tuo punto di vista?
«Direi di no, ho giocato tanti anni in quella posizione nel 4-4-2. E ora che penso di essere migliorato credo di potermi trovare ancora meglio».

All’orizzonte poi ci sono i Mondiali in Sudafrica…
«Sarebbero un sogno. Certamenete saranno uno stimolo in più per fare bene con la Samp. La Nazionale è il massimo per un calciatore e sapete bene quanto io ci tenga».
 
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Metziel
view post Posted on 8/7/2009, 20:20




Pazzini già scalpita: «Spero di ripagare la fiducia a suon di gol»


martedì 07 luglio 2009
Il numero 10 doriano butta un occhio alla Nazionale, ma ha un solo pensiero in testa: «Fare bene con la Samp. Qui sto benissimo, spero di restarci a lungo».

Giampaolo Pazzini sa perfettamente che quest’anno sarà di quelli tosti, da vivere in prima linea, sul pezzo. Sarà l’anno della conferma in maglia blucerchiata, quella divisa numero 10 che gli ha consentito di segnare a valanga da gennaio a maggio e di raggiungere l’azzurro della Nazionale maggiore. Sarà poi l’anno dei Mondiali in Sudafrica. Ma a questo aspetto, il “Pazzo” non vuole pensare: «Il mio primo obbiettivo è fare bene con la Sampdoria, poi all’Italia penserò. È normale che ad una competizione simile aspirino tutti, ma per prima cosa ho in testa la mia squadra».

In vantaggio. Squadra che in questi giorni stazionerà a Bogliasco per poi calarsi nella realtà moenese. Il centravanti di Monsummano Terme sembra non stare nella pelle: «Sono contento di essere qui, pronto a cominciare dall’inizio con la Samp per la prima volta. Posso dire di partire con cinque mesi di vantaggio, cinque mesi in cui mi sono ambientato alla grande ed ho instaurato un ottimo rapporto con tutti, compagni, società e tifosi. Promesse? Previsioni sui gol? No, non ne faccio perché in passato non mi hanno affatto portato bene. Cercheremo di migliorare il campionato scorso, questo è certo. Io sono molto fiducioso: abbiamo tutto il ritiro per lavorare, trovare gli automatismi per partire bene e conoscerci più a fondo col nuovo mister».

Elogi e fiducia. Gigi Del Neri non ha fatto mistero di puntare forte, oltre che su Palombo e Cassano, anche su di lui. Garrone e Marotta invece non perdono occasione per definirlo primo acquisto della Samp 2009/10. Pazzini, il diretto interessato degli elogi, ringrazia: «Non posso far altro che essere orgoglioso dei complimenti del presidente, del direttore e del mister. Qui sto benissimo, spero di starci a lungo: hanno investito tanto su di me e spero di ripagare a suon di gol la loro fiducia».
 
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Metziel
view post Posted on 8/7/2009, 20:42




Linea verde Samp, Cacciatore e Marilungo: «Qui per imparare»


martedì 07 luglio 2009
Due giovani con due storie diverse ma con un intento comune: ritagliarsi uno spazio nelle gerarchie di Del Neri.

Il domani, alla Sampdoria, è già qui. Una squadra fresca, organizzata e positiva. Nella mente di Del Neri il disegno è chiaro. Le gerarchie però restano ancora da decifrare e quale momento migliore, per un giovane, del ritiro precampionato per mettersi in mostra e proporsi in prima squadra? Per Fabrizio Cacciatore e Guido Marilungo la chance di essere qui è già qualcosa di speciale; ed entrambi, al pari degli altri baby (Volta, Poli, Mustacchio, Regini, Soriano) non vedono l’ora di mettersi in marcia verso Moena, uno per la prima volta, l’altro per la seconda.

Cacciatore. Classe 1986, Fabrizio Cacciatore è uno dei volti nuovi di questa nuova Samp. Nuovo ma non troppo perché a Genova, questo arcigno terzino destro (all’occorrenza sinistro e pure centrale) ha giocato due stagioni in Primavera prima di emigrare a Olbia e Reggio Emilia (C2), Foligno (C1) e infine a Trieste (B), ultima tappa di una carriera in crescendo. «Sono contentissimo di essere tornato in blucerchiato - attacca Fabrizio -. Con la Triestina ero all’esordio in Serie B e penso di aver fatto un buon campionato, giocando parecchio. La società in questi anni non mi ha mai perso di vista e mi ha fatto sentire importante, dandomi fiducia con questa convocazione. Mi metterò a disposizione del mister, cercando di imparare il più possibile da lui e dai miei nuovi compagni».

Marilungo. La voglia di apprendere, Guido Marilungo, la palesa quasi inconsapevole, spalancando quei suoi enormi occhi verde smeraldo. Non ha ancora vent’anni, l’attaccante di Montegranaro, anche se il suo score parla già di 3 reti in massima serie in sole 6 apparizioni. «Quello che ho fatto lo scorso campionato ormai è acqua passata - comincia Guido -. Ora inizia un’altra stagione, nella quale spero di poter essere ancora utile alla causa. In attacco con me ci sono calciatori davvero forti: Cassano è un fenomeno, Bellucci è uno che segna da più di quindici anni e Pazzini è un bomber di razza. Di sicuro li osserverò da vicino in allenamento e in partita con la speranza di avvicinarmi soltanto un poco alla loro statura di campioni».

Castellazzi è ottimista: «C’è entusiasmo e voglia di far bene»


martedì 07 luglio 2009
Il portierone di Gorgonzola si appresta a difendere i pali blucerchiati per il quinto anno consecutivo: «La Samp è un pezzo importante della mia vita».

Quell’urlo forte, impetuoso, quasi struggente gli è rimasto dentro. “Luca, Luca, Luca”: dalla Curva Sud dell’“Olimpico”, nel bel mezzo di quella beffarda lotteria dei rigori del 13 maggio scorso, non si sentiva altro. Luca Castellazzi il ricordo di quella serata di Coppa fa fatica a cancellarlo: «È stato tanto bello esserci, in finale, quanto è stato doloroso perderla, una finale. Ci è dispiaciuto davvero non poter regalare un trofeo ai nostri tifosi, ma da lì, da quella Coppa Italia accarezzata, svanita per un soffio, dovremo ripartire per cercare di fare bene in questa stagione».

Stagione che per te è la quinta a difendere la porta della Sampdoria: ormai sei un fedelissimo di questi colori.
«Sì, in effetti cinque anni sono un pezzo importante della vita di un calciatore. Io a Genova mi sono trovato bene fin da subito e sono contento di poter ancora far parte di questa squadra».

Sarà una Samp diversa da quella dell’ultimo anno: nuovo tecnico, nuovo staff, nuovo modulo. Che campionato ti aspetti?
«Mi aspetto un campionato difficile, come sempre del resto. Ma mi auguro più fortunato di quello passato in cui abbiamo perso tanti punti per strada per demerito nostro. Mister Del Neri farà alcuni accorgimenti tattici e di sicuro ci vorrà un po’ di tempo per assimilarli. Ma sono fiducioso. C’è un bel gruppo, ci sono tanti giovani, c’è voglia di cominciare subito alla grande con l’entusiasmo tipico di quando si cambia allenatore».

A proposito di allenatori, si ricomincia alle dipendenze di Guido Bistazzoni. Un ulteriore aspetto tutto da scoprire?
«In realtà, visto che allenava le giovanili, con Bistazzoni ho avuto l’occasione per scambiare quattro chiacchiere in passato, a Bogliasco. Insieme però non abbiamo mai lavorato e sarà un piacere mettermi fin da subito a sua disposizione».

Tante novità sì, ma l’ossatura della scorsa stagione è rimasta invariata: Palombo, Cassano, Pazzini, senza dimenticare Luca Castellazzi.
«Certo, si tratta di un buon punto di partenza e come ho detto abbiamo tutte le carte in regola per creare qualcosa di positivo. Per quanto mi riguarda, penso di aver disputato una delle migliori annate della mia carriera. Spero di poterla ripetere quest’anno e di togliermi tante soddisfazioni con questa maglia addosso».
 
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Metziel
view post Posted on 13/7/2009, 18:10




Mannini e quel gol al Doria: «Cercherò di farmi perdonare»
domenica 12 luglio 2009

L'ex esterno partenepeo torna sulla rete segnata lo scorso novembre alla Samp e ammette: «Ho grande entusiasmo, finalmente giocherò nel mio vero ruolo. Il gruppo è giovane e solido. Cassano? Un fenomeno».

Di Mannini pronti a mettere il turbo, qui alla Sampdoria, se ne intendono eccome. Dopo Moreno, 510 presenze e 8 reti all’attivo dall’84 al ’99, ecco Daniele. A differenza dell’omonimo predecessore però, il venticinquenne toscano non fa il terzino, bensì l’esterno di centrocampo. E durante la sua prima conferenza da blucerchiato, l’ex ala partenopea giunta al Doria in compartecipazione esprime tutta la soddisfazione per essere a Moena, a far parte della nuova rosa targata Gigi Del Neri. «Ho grande entusiasmo - inizia Mannini dalla sala stampa del “Benatti” -. Essere alla Samp rappresenta per me una grande opportunità; dovrò essere io bravo a sfruttarla. Obbiettivi stagionali? Non me ne pongo, di sicuro prometto il massimo impegno per cercare di ripagare la fiducia che la società mi ha concesso».

Sei reduce da una stagione e mezza al Napoli in cui sei stato costretto a compiti che non ti si addicono. Ora potrai esprimerti nella porzione di campo che prediligi?
«Innanzitutto ci tengo in particolar modo a ringraziare i tifosi azzurri per il sostegno che non mi hanno mai fatto mancare, anche durante i momenti duri della squalifica. A Napoli mi sono adattato a fare tutta la fascia per esigenze di squadra; ora torno a giocare nel mio vero ruolo, quello di esterno offensivo che ho fatto agli inizi della carriera e poi al Brescia. E non posso che esserne molto contento».

Quale fascia preferisci?
«Destra o sinistra per me è indifferente, sono qui a completa disposizione di mister Del Neri».

Com’è stato l’impatto con il ritiro?
«Questo è il momento di lavorare, ci stiamo allenando bene, “sacrificandoci” e cercando di capire il più in fretta possibile ciò che chiede l’allenatore».

E l’approccio coi nuovi compagni?
«Ho trovato un bel gruppo, solido. Ci sono tanti ragazzi giovani, alcuni dei quali già conoscevo. A Brescia avevo giocato con Castellazzi e Stankevicius, nelle nazionali giovanili con Gastaldello, Sammarco e Pazzini. Insomma, diciamo che sono stato favorito nel mio inserimento».

Come hai trovato Antonio Cassano?
«Cassano è un fenomeno, che non devo certo scoprire io. Rende facili le cose difficili, cose che se le provassi a fare io ci metterei cinque giorni…».

Differenze e affinità col tuo ex compagno Lavezzi?
«Sono entrambi due grandissimi giocatori, due che da quando si allacciano le scarpe a quando escono dal campo non hanno niente di uguale rispetto agli altri calciatori».

Sei pronto a raccogliere i suoi proverbiali lanci al bacio per gli esterni?
«Maggio mi ha raccontato della splendida stagione vissuta accanto a lui e dei tanti gol che ha segnato per merito suo. Di sicuro Antonio saprà mettermi in condizione di fare altrettanto: ora tocca a me adattarmi alle sue giocate».

A proposito di gol, i tifosi doriani ne ricordano uno datato 9 novembre 2008, Napoli-Sampdoria 2-0...
«Eh, significa che dovrò farmi perdonare… Io ce la metterò davvero tutta».
 
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Metziel
view post Posted on 13/7/2009, 18:28




Luciano Zauri è convinto: «La Samp è allestita per far bene»
lunedì 13 luglio 2009

Nella prima conferenza doriana, il terzino abruzzese si dichiara ottimista: «Sono contento di essere qui: siamo forti e ho sensazioni positive. Cassano e Pazzini saranno il nostro valore aggiunto».

Il matrimonio, alla fine, s’aveva da fare. Luciano Zauri e la Sampdoria: un’unione fresca come una rosa che sboccia. Ma che in realtà è frutto di un lungo corteggiamento. Protagonista è l’amministratore delegato Beppe Marotta, che il trentunenne terzino di Pescina l’aveva potuto apprezzare all’Atalanta e ha sempre tentato di riportarlo al proprio fianco, riuscendovi in questo inizio di stagione 2009/10. «Sapevo dell’interessamento da parte della società e del direttore Marotta ormai da alcuni anni - ha dichiarato Luciano ai media saliti a Moena -. Anche se in realtà sono stato davvero vicino alla Samp soltanto lo scorso gennaio. A Firenze ero poco utilizzato, avevo chiesto di essere ceduto ma non se ne fece nulla perché la Fiorentina era ancora impegnata in Europa e avevano bisogno di me».

Primi giorni di ritiro, prime impressioni?
«Ho avuto sensazioni positive, non è mai semplice inserirsi in un gruppo, cambiano i compagni, cambiano i metodi di lavoro; ma piano piano ci stiamo conoscendo e devo ammettere che sono molto contento».

Zauri jolly per antonomasia del calcio italiano. Un’etichetta che ti si addice?
«Diciamo che mi chiamano così sia per le mie caratteristiche sia per la mia disponibilità tattica. Non è il massimo però, per un calciatore, essere considerato un jolly: non avere un ruolo ben definito a volte può essere uno svantaggio».

Tu dove pensi di esprimerti meglio?
«Ho sempre giocato esterno difensivo, destro o sinistro non fa troppa differenza. Il mio ruolo è questo: sono un destro naturale, però sono stato spesso e volentieri utilizzato a sinistra, dove gioco senza alcun problema».

Nelle partitelle della prim’ora sei stato impiegato terzino destro. Com’è stato il primo contatto con Del Neri?
«Il mister lo conoscevo soltanto da avversario. Me ne hanno sempre parlato bene e in questi primi giorni di ritiro ho avuto la conferma delle belle parole spese dai suoi ex giocatori. È un lavoratore serio e un gran professionista».

Dopo un anno di assenza forzata, a Genova tornerai a giocare un derby…
«Di derby ne ho vissuti tanti, a Roma e un po’ di esperienza penso di averla. Sono gare particolari, un campionato a parte, che ognuno vive a modo proprio: da questo punto di vista parto sicuramente avvantaggiato…».

Parti avvantaggiato anche nel gruppo: Pazzini è tuo amico da tanti anni.
«Giampaolo lo conosco dai tempi del settore giovanile dell’Atalanta. Poi siamo stati insieme per metà dello scorso campionato in viola. Abbiamo un ottimo rapporto e sono davvero contento di averlo ritrovato qui alla Samp».

Per uno che hai ritrovato, uno che si dice potresti ritrovare. Com’è Franco Semioli?
«Ho avuto modo di giocare con lui a Firenze. Il valore di Semioli non si discute: spero possa davvero arrivare, lui sarebbe entusiasta e ci darebbe una grossa mano».

E Antonio Cassano come lo hai trovato?
«Cassano l’ho incontrato tante volte, anche lui, come il mister, lo conoscevo da avversario. Arrivando qui sono rimasto sorpreso: è una persona diversa da come viene descritta. È un ragazzo positivo, che ride e fa gruppo. Nello spogliatoio e a tavola è sempre il primo a scherzare e ad avere la battuta pronta».

E in campo?
«In campo ha una classe indiscutibile. Credo che lui e Pazzini siano il nostro valore aggiunto e là davanti possano fare la differenza».

Dove può arrivare questa Sampdoria?
«La squadra era già forte di per sé, c’è un gruppo buono, che penso possa trovare la giusta collocazione nella parte sinistra della classifica. Poi, come sempre, la classifica la determinano gli episodi, ma la Samp è certamente allestita per far bene e regalare gioie ai nostri tifosi».
 
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Metziel
view post Posted on 14/7/2009, 18:30




Chi è Marco Costantino, nuovo portierino blucerchiato
martedì 14 luglio 2009

È un diciottenne ferrarese di Cento e arriva dalla Spal l'estremo difensore aggregato in questi giorni alla prima squadra: «Sono qui per imparare».
Diciott'anni, un fisico da granatiere e la cordialità tipica di chi viena dalle sue parti. Quando Marco Costantino venne al mondo, la Sampdoria aveva appena compiuto il passo più importante verso lo Scudetto. Il 5 maggio 1991 i blucerchiati sbancarono la San Siro nerazzurra, tre giorni dopo, a Cento, provincia di Ferrara, questo giovane portierone appena arrivato dalla Spal faceva i conti con ostretici e infermeri. «Per me è un sogno essere qui - ammette felice nella palazzina del "Benatti" -. Fino a qualche settimana fa i compagni di oggi li vedevo soltanto alla tv».

Neanche il tempo di firmare per il Doria che subito sei dovuto partire per Moena.
«Sapevo dell'interesse della società già da qualche mese, anche perché con la Samp ho giocato il Torneo di Viareggio e il "Dossena". Però di venire in ritiro non me l'aspettavo, ci sono un po' rimasto perché è stato tutto molto veloce: giovedì scorso ho saputo della possibilità effettiva, venerdì ho firmato e fatto il primo allenamento e sabato sono partito».

Come è stato il salto in prima squadra?
«Il primo aspetto che mi ha impressionato è stata la serietà del gruppo. Con Soriano sono il più giovane della spedizione, ma l'impatto è stato molto positivo. Allenarsi poi con Castellazzi e Mirante è un'opportunità che devo sfruttare per cercare di imparare il più possibile da loro. Mi trovo molto bene sotto ogni punto di vista e non posso che essere contentissimo».

Il preparatore dei portieri Bistazzoni e i suoi metodi che impressione ti hanno fatto?
«Lo conoscevo già per averci lavorato nei mesi scorsi, quando allenava le giovanili. Anche con lui mi trovo bene e stiamo lavorando al meglio».

Tra qualche giorno arriverà anche Fiorillo, un altro portiere promettente.
«Anche Vincenzo l'ho conosciuto nella Primavera blucerchiata. È un bravo ragazzo, simpatico, saremo in camera insieme e avremo modo di conoscerci meglio».

Conoscendo meglio Marco Costantino, punto debole e punto di forza?
«Penso che un mio pregio siano le uscite alte; devo migliorare molto con i piedi e ovviamente migliorarmi in tutto, giorno dopo giorno».

Hai sempre fatto l'estremo difensore?
«No, ho cominciato in una squadra di quartiere e facevo l'attacante. Poi, avrò avuto 10 anni, in un torneo mancava un portiere. Ero il più alto di tutti e mi hanno sbattutto tra i pali».

E poi è arrivata la Spal.
«Ho fatto un provino e mi hanno preso. Lì ho fatto cinque anni in tutto, quattro nelle giovanili e uno in prima squadra in Serie C1».

Ora la Samp, in prestito con diritto di riscatto. Qual è il tuo obbiettivo?
«Lavorare bene, mettermi in mostra e farmi riscattare, con la speranza di rimanere a lungo in questa società».
 
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Metziel
view post Posted on 15/7/2009, 19:11




Andrea Poli, l'amico ritrovato: «I nostri tifosi mi fanno sognare»
mercoledì 15 luglio 2009

Il giovane centrocampista veneto, reduce da un anno assai positivo in prestito al Sassuolo torna in blucerchiato e arriva a Moena: «Non vedo l'ora di mettermi a disposizione del mister e dei compagni».

Andrea Poli è tornato a casa. Un anno al Sassuolo, in cadetteria, l’ha temprato e fortificato, dentro e fuori, in campo e nella vita. Anche se resta un ’89, un umile diciannovenne avviato verso i venti (li compirà il 29 settembre), ora le sue chance, il regista di Vittorio Veneto, è pronto a giocarsele. Fino in fondo. In Val di Fassa, Poli sbarca poco prima del mezzogiorno. Polo blu, bermuda beige e sguardo riposato, segno che le due settimane di vacanza - una a casa, l’altra in Grecia - hanno fatto il loro dovere. Al “Benatti” di Moena, sono subito saluti e abbracci con tutti, tecnici e compagni nuovi e amici ritrovati, Cassano e Marilungo in primis. «Sono molto contento di essere tornato alla Sampdoria - attacca Andrea con la seria pacatezza di un veterano -. Arrivo in una squadra molto competitiva, consapevole di essere in un grande gruppo: non vedo l’ora di poter mettermi al lavoro e di mettermi a disposizione del mister e dei compagni».

Ne vieni da un’annata molto positiva in prestito al Sassuolo. Che stagione è stata la scorsa?
«È stata un’avventura importante in un campionato lungo e duro come quello di Serie B. Io ho dato tutto me stesso, ho cercato di imparare, fare esperienza e penso di aver raccolto qualche frutto».

Beh, 5 gol in 32 presenze, l’esordio in Under 21 e la convocazione per gli Europei sono già di per sé risultati eccellenti.
«Sì, certamente. Grazie al Sassuolo sono riuscito a mettermi in mostra anche per l’Under 21. Vestire la maglia azzurra è sempre qualcosa di speciale e l’esordio è stata un’emozione unica. Peccato per gli Europei: non sono mai sceso in campo e l’Italia è stata eliminata in semifinale con la Germania più per sfortuna che per merito degli avversari. Ma a me resta comunque l’orgoglio di aver fatto parte di un gruppo importante».

Ora il gruppo importante lo trovi al Doria e trovi pure un nuovo allenatore.
«Di mister Del Neri ho avuto modo di parlare coi compagni dell’Under che erano stati alle sue dipendenze. Me lo hanno descritto come un ottimo allenatore e un’ottima persona e il primo approccio è stato senz’altro positivo».

Il 4-4-2 del tecnico friulano può fare al caso di Andrea Poli?
«Direi di sì, sono un centrocampista centrale e quel modulo penso possa favorirmi».

Sei giovane ma hai già sulle spalle il peso di tante aspettative. Pensi che la pressione possa danneggiarti?
«Direi di no. Il mio obbiettivo è quello di lavorare il più possibile coi piedi ben piantati a terra. Credo poi che la pressione possa fare bene a un giovane, soprattutto per metterlo alla prova, stimolarlo a migliorare e a ottenere qualcosa di importante».

I tifosi ti hanno adottato come uno dei loro beniamini…
«Sono felice di questo. Ho avuto modo di conoscere i sostenitori blucerchiati due anni fa e devo di dire che non vedo l’ora di poter giocare per questa maglia. Qui c’è una tifoseria calorosa ed emozionante, capace di far sognare un calciatore».
 
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Metziel
view post Posted on 16/7/2009, 17:56




Capitan Palombo, la bandiera sventola a Moena
giovedì 16 luglio 2009

Prima mattinata di lavoro al “Benatti” per il mediano blucerchiato che ha cominciato ufficialmente la sua ottava stagione alla Samp: «Il clima è ottimo. Sono contento di ripartire. Io bandiera? Ho scelto gli affetti».

«Ormai è il settimo anno che vengo qui a Moena: potrei anche candidarmi come sindaco…». La voglia di scherzare, Angelo Palombo ce l’ha innata. Sorride e sembra che si apra un mondo. Da scudiero di Segio Volpi prima e da capitano poi, il numero 17 blucerchiato, di cose ne ha imparate tante. E forse il primo cittadino potrebbe farlo per davvero, magari non in Trentino, però - troppo distante dalle sue dimore, a Nervi e a Ferentino -; malgrado la Samp da queste parti si trovi davvero bene. «Il clima che ho trovato qui in ritiro è bello, molto buono - dice Angelo al termine della sua prima seduta stagionale -. Certo, staccare dalle vacanze non è mai semplice, ma il lavoro è lavoro e sono contento di ripartire. Lo faccio con entusiasmo, non vedevo l’ora di cominciare ad allenarmi e affrettare i tempi».

Luigi Del Neri che impressione ti ha fatto?
«Ottima, davvero. Col mister avevo già chiacchierato al raduno, ma al mio arrivo ho avuto un colloquio un po’ più intenso. Mi ha spiegato le sue idee, il suo progetto tecnico e tattico, ciò che ha intenzione di proporre in campo e avremo modo per lavorare bene insieme».

Col “nuovo” modulo non dovresti aver problemi…
«Si ritorna al 4-4-2 e ritorno a fare il ruolo che facevo con mister Novellino e Sergio accanto. Ora, rispetto a prima, ho tanta esperienza in più che penso possa aiutarmi per fare bene».

Fare bene: questo è anche l’obbiettivo della Samp?
«Sì, anche se penso sia ancora presto per parlarne. La rosa va completata e potremmo ragionare soltanto quando si concluderà il mercato».

Per fortuna blucerchiata, di Angelo Palombo in chiave-mercato non se ne sente più parlare…
«Restare a Genova era quello che volevo, è risaputo. Fa un bell’effetto essere considerato una bandiera in un calcio come quello di oggi. A volte ripenso al primo giorno in cui sono arrivato: non avrei mai creduto di fermarmi tanto a lungo».

È stata un scelta di vita?
«Crescendo e maturando, rispetto ad altri aspetti, ho privilegiato gli affetti. E la Samp è uno di questi».
 
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Metziel
view post Posted on 17/7/2009, 19:41




Del Neri applaude i suoi: «Attenti e disponibili: avanti così»
venerdì 17 luglio 2009

Il tecnico di Aquileia stila un primo bilancio del ritiro alla vigilia della gara coi Monti Pallidi: «Stiamo lavorando bene. Il mercato? Manca qualcosa, ma sono già soddisfatto. Cassano? Il nostro punto di riferimento».
Il primo bilancio è positivo. Sembra una frase fatta ma è davvero così. A dieci giorni dai primi test a Bogliasco e alla vigilia della prima amichevole stagionale contro i Monti Pallidi (campo sportivo “Cesare Benatti”, ore 17 di domani), Gigi Del Neri sale nella sala stampa di Moena e fa il punto della situazione in casa blucerchiata. Schietto e sincero, come sin dal primo giorno. «Siamo partiti mercoledì scorso, è passata più di una settimana e si sta faticando bene - esordisce il mister di Aquileia, baseball cap U.C. Sampdoria d’ordinanza in testa -. Le cose procedono nel migliore dei modi, si fanno progressi, c’è un gruppo attento e voglioso, che lavora di buona di lena. Non posso che essere soddisfatto».

Dei nuovi acquisti che opinione s’è fatto in questi primi giorni?
«Mi hanno fatto un’ottima impressione, sono molto disponibili, attenti come il resto della squadra. Vedo che tutti quanti credono in quello che propongo. Ovvio che i frutti del lavoro si vedano poi, a posteriori, coi risultati, ma sto avendo risposte positive».

Anche da parte dei tanti giovani?
«Loro sono tutti bravi. Penso a Poli, che è arrivato da poco; penso a Cacciatore e Volta, senza dimenticare Regini e Soriano. Sono tutti ragazzi con buone caratteristiche. Ora bisogna vedere se i calciatori che devono ancora arrivare andranno a ricoprire i loro ruoli; penso che in questo caso i ragazzi in questione possano andare a fare esperienza, in Primavera o in squadre comunque importanti: noi puntiamo a valorizzare il settore giovanile, è un nostro dovere e siamo sulla strada giusta».

Parlava di calciatori in arrivo. È soddisfatto del mercato blucerchiato?
«Sì, sono contento. La società sta lavorando bene, nessuno mi pare stia facendo sfracelli ed è anche per questo che non sono affatto preoccupato. Oggi poi ha ripreso ad allenarsi Bellucci, è già a buon punto e si tratta senza dubbio di un acquisto importante».

Ancora qualcosa, però, manca a questa Samp.
«È indubbio, ciò che manca, soprattutto sotto il punto di vista numerico, è sotto gli occhi di tutti ma dobbiamo cercare di fare le cose per bene, ossia attingere al mercato per quello che realmente serve a noi».

Ai ragazzi servirà parecchio tempo per assimilare i suoi schemi?
«Non penso. Il tempo serve per applicare ciò che chiedo ma ogni partita è diversa da tutte le altre e perciò entrano costantemente in ballo novità. È ovvio che qualcosa rispetto allo scorso campionato cambierà».

Il reparto arretrato, ad esempio, che passerà a quattro.
«In questi giorni stiamo provando gli schemi difensivi in particolare. Devono sincronizzarsi i movimenti di una difesa a quattro e non è semplice, ma anche in questo caso devo dire che c’è molta attenzione e molta disponibilità di apprendimento. A breve cominceremo a lavorare sui calci da fermo, un altro aspetto importante».

Calci da fermo: una nota dolente dell’ultima stagione.
«Anche due anni fa a Bergamo abbiamo subito tanti gol da palle inattive, l’anno scorso però siamo migliorati. Il miglioramento va fatto appunto sugli errori e in base alle attitudini e alle qualità di ognuno. Noi stiamo cercando di inculcare un atteggiamento tattico produttivo in generale, che sappia mettere in campo il nostro modo di essere, di pensare e di credere e in cui a nessuno sarà tolto quello che sa fare».

Sembra un concetto, quest’ultimo, fatto apposta per Cassano…
«Sarà il nostro punto di riferimento. Sappiamo quello che può dare a questa squadra. In una società, però, devono lavorare tutti per il meglio, dal magazziniere al presidente. Dovremo sempre metterlo in condizione di esprimersi al massimo e questo compito spetta ovviamente ai suoi compagni».

Questo in campo. E fuori, con Cassano, come sta andando?
«Antonio sta affrontando benissimo questo ritiro. È un ragazzo con pregi e difetti, come chiunque, me compreso. Con lui c’è complicità e rispetto, come del resto c’è col resto del gruppo».

Domani prima amichevole, ha già in mente la formazione?
«Sì, ma mescolerò sempre le carte, come è mio costume. Di sicuro non vedrete mai il giovedì l’undici che giocherà domenica. Domani posso dire che quelli arrivati in questi giorni, Palombo, Dessena e Bellucci non dovrebbero essere della partita, mentre Poli potrebbe scendere in campo magari per dieci minuti».
 
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Metziel
view post Posted on 20/7/2009, 11:51




Blucerchiato Pazzo: «Vogliamo regalare gioie ai tifosi»
sabato 18 luglio 2009

Acclamato dai tifosi, il centravanti di Pescia vuole ripetere l'annata appena conclusa e punta al Mondiale: «Sarebbe un sogno, ma tutto passerà da ciò che saprò fare con la maglia della Samp».

Patty Pravo e la sua Pazza idea risuonano a tutto volume fuori dalla palazzina del “Benatti”. Opera degli Ultras saliti a Moena e del loro specialissimo jukebox d’altri tempi. Due casse e via alla musica. Nell’attualissima hit-parade del tifo doriano, Giampaolo Pazzini, per tutti il Pazzo, è parecchio in alto. Malgrado la sua militanza blucerchiata sia davvero esigua, l’affetto che i tifosi gli riservano ogni giorno ha qualcosa di speciale. E anche oggi, il centravanti di Pescia - per lui uno striscione con tanto di baciccia e nome del paese - non si esime dal concedersi a chi lo reclama a gran voce per catturare un ricordo di questo ritiro dolomitico. «L’ho sempre fatto - ammette Pazzini -, quando riesco e posso mi fermo sempre volentieri a fare foto e autografi. Credo sia un piacere per noi, un lato bello del nostro lavoro».

Lavoro che in questi giorni è stato pesante. Com’è partita questa avventura 2009/10?
«Bene, davvero. È il mio primo ritiro qui alla Samp, ci sono sensazioni nuove, abitudini diverse, in un posto dove non ero mai stato. Anche se il mister è nuovo e sono cambiate tante cose, stiamo lavorando tanto e bene: sono contento e fiducioso».

Mister nuovo, vita nuova?
«Sicuramente qualcosa cambierà rispetto ai due anni precedenti quando si giocava con un modulo differente. Quest’anno cambiando il modulo, cambiano per forza tante cose. Stiamo lavorando quotidianamente per cercare di capire cosa vuole Del Neri da noi; è ancora un po’ difficile ma ci stiamo mettendo il massimo impegno per assecondarlo al meglio».

Sarà la stagione più importante della tua carriera?
«Tutte le stagioni sono importanti, tutti gli anni hanno motivazioni particolari. Senza dubbio quest’anno dovrò confermarmi ai livelli dello scorso e poi c’è il mondiale, un sogno per qualsiasi calciatore. Tutto passa però dal lavoro e dall’annata che farò alla Sampdoria, io voglio fare bene qui, poi il resto si vedrà».

La tua permanenza blucerchiata è sembrata vacillare di fronte ad un’offerta del Napoli molto sostanziosa. Ne sai qualcosa?
«Questo l’ho saputo soltanto tramite i giornalisti. È chiaro che io qua stia benissimo, sono arrivato a gennaio e ho subito segnato tanti gol. Non posso essere che contento che la Sampdoria abbia rifiutato questa offerta. Tra campionato e Coppa Italia, da gennaio a maggio, è stato un periodo molto bello, sarebbe il massimo poter continuare così. Chiaro che è difficile ma ci metterò tutto l’impegno possibile».

Con Cassano parti in vantaggio, vi intendete a meraviglia. Siete una delle coppie più forti della Serie A?
«Non mi piace parlare di me stesso. Di sicuro con Antonio ci conosciamo già da qualche mese, abbiamo fatto bene nel girone di ritorno e vogliamo ripeterci in questo nuovo anno per tutti noi importante. Spero solo che Cassano e Pazzini, insieme a tutta, la Samp facciano un bel campionato e regalino soddisfazioni a loro stessi, alla squadra e soprattutto gioie ai tifosi».
 
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Metziel
view post Posted on 20/7/2009, 12:16




Bellucci ha sete di gol: «Voglio tornare importante»
domenica 19 luglio 2009

Messi alle spalle i guai fisici che lo hanno tormentano nelle ultime due stagioni e che lo hanno costretto a tre interventi chirurgici, Claudio è pronto per ricominciare: «Mi sento molto bene».

Bellucci 3, la rivincita. Il suo debito con la malasorte, Claudio, trentaquattro primavere ma ancora una voglia matta di gonfiare le reti avversarie, spera di averlo saldato. Tre interventi chirurgici in meno di un anno e mezzo gli hanno intriso d’amaro l’ultimo biennio alla Sampdoria, la squadra dov’era diventato grande. Conclusa la rieducazione per il suo ginocchio sinistro operato lo scorso 30 marzo, giovedì sera Claudio Bellucci s’è presentato tirato a lucido all’Hotel Dolomiti. Con la smania di un giovincello e il coraggio di rimettersi in marcia. «Se giochi a calcio, il coraggio ce l’hai per forza - comincia, a Moena, il centravanti di San Basilio -. Dopo il terzo infortunio di seguito ci vuole senza dubbio forza morale. Io ce l’ho, sono a posto sotto questo punto di vista. Poi, certo, sentire la stima dell’ambiente mi dà una carica ulteriore per cercare di tornare quello dell’inizio dello scorso anno. Già, perché all’inizio del campionato, ero sì reduce dall’infortunio al tendine, ma mi ero ripreso alla grande. Poi è subentrato il problema al ginocchio e sappiamo tutti com’è finita».

Ora come stai?
«Mi sento molto bene. Ovvio, devo recuperare la settimana in cui ho lavorato da solo a Genova, ma non sono molto indietro. Per mettermi al passo dei miei compagni diciamo che sono a buon punto. Con loro ho fatto già qualcosa: partitella, qualche esercitazione tattica. Ripeto, mi sento molto bene, organicamente devo migliorare ma sono qui per questo».

Per quest’anno quale obbiettivo ti poni?
«Il mio obbiettivo, lo scorso anno, era quello di tornare a far qualcosa di importante per la squadra e per i miei compagni. È il mio obbiettivo anche quest’anno, con la speranza che la sfortuna mi lasci finalmente in pace. I gol? Quando uno sta bene e ha il morale alto i gol arrivano. L’importante è essere alla pari con gli altri e giocarsi le proprie carte; il resto sono chiacchiere».

E per la Samp che stagione prevedi?
«Siamo una squadra giovane e ambiziosa. Ci sono tanti ragazzi bravi, che si applicano e tentano anche il numero; e questo può far solo che bene. Logico che dobbiamo lavorare, come tutte le squadre del resto. Quando si cambia allenatore poi ci vuole ancora più attenzione, soprattutto quando si cambia radicalmente mentalità».

Tu di tecnici in carriera ne hai avuti tanti. Del Neri che tipo è?
«Il mister l’ho conosciuto e posso dire che ho ritrovato la stessa persona di cui mi hanno sempre parlato bene. Non per fare il ruffiano o il perbenista, ma ho sentito con le mie orecchie e visto coi i miei occhi tutto ciò che di buono mi era stato detto sul suo conto. Sono sicuro che con lui non ci saranno problemi, abbiamo parlato e la pensiamo alla stessa maniera».

Anche se là davanti ci sarà tanta concorrenza?
«Certo, io questa situazione la vivo tranquillamente e mi dà la forza per tornare a fare ciò che facevo prima. Quello che hanno fatto di buono Cassano e Pazzini, d’altronde, è sotto gli occhi di tutti. Sono sincero quando dico che sono molto contento per quello che sono riusciti a combinare insieme, perché se avessimo vinto la Coppa Italia la avrei vinta anch’io, se fossimo entrati in Uefa attraverso il campionato ci sarei entrato anch’io, anche da infortunato. E poi so che ciò che hanno fatto loro nei mesi scorsi, lo stavo facendo io ad inizio campionato e l’avevo fatto pure l’anno prima, quindi sono tranquillo».

In effetti, insieme con Cassano, avevi fatto sfracelli…
«Con Antonio in campo siamo sempre stati sulla stessa lunghezza d’onda. Lo ha sempre sottolineato anche lui e questo mi fa molto piacere. Ciò non toglie che Giampaolo sia un grande giocatore e misurarmi con loro rappresenta per me un grandissimo stimolo. Resta il fatto che io mi alleno per giocare la domenica, non ho proprio in mente di allenarmi per non giocare: questo è lo stimolo che ho da sempre e porterò dentro fino alla fine».

Tu, Cassano, Pazzini ma non solo. Tra i centravanti c’è pure Guido Marilungo, un pivellino che non ha mai nascosto di ispirarsi a Claudio Bellucci.
«Mi rivedo in lui in tantissime cose, nella rabbia con cui gioca, nella grinta che ci mette per arrivare. Dipende tutto da lui, le doti e le caratteristiche per diventare un calciatore di Serie A ce le ha tutte. Io spero veramente che la fortuna gli dia una mano perché ne abbiamo bisogno tutti e ne avrà bisogno anche lui».

Ti senti un veterano di questa società? Una chioccia per il gruppo e un beniamino dei tifosi?
«Mi alleno sempre al massimo, al cento per cento, penso di essere un esempio silenzioso e darlo, l’esempio, ai più giovani. Qui di giovani ce ne sono tanti, ma non mi fanno sentire vecchio, anzi, a volte mi sento più ragazzino di loro. Essere qua adesso, dopo tanti anni, è molto bello. Sono sempre sul pezzo, a giocarmi le mie carte. La gente poi mi vede come uno che dà tutto in campo e questo non può che rendermi felice».
 
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Metziel
view post Posted on 20/7/2009, 14:06




Rossi ha un obbiettivo: «Dimostrare di essere da Samp»
lunedì 20 luglio 2009

Appena acquistato dal Parma, il giovane centrale non nasconde la propria gioia di essere arrivato in blucerchiato: «Ho tanto da imparare. Il derby con l’altro Marco Rossi? Spero che vinca quello della Sampdoria».

L’impressione che ti dà Marco Rossi non appena gli stringi la mano è quella del più classico dei bravi ragazzi. Educato, simpatico, posato. Compirà ventidue anni il prossimo 30 settembre, il nuovo difensore blucerchiato e ha l’aria di chi non sia capace di far male neppure ai noiosissimi tafani che pullulano qui in altura, in mezzo ai campi. In campo, sul prato del “Benatti”, Marco però si trasforma come d’incanto. E dalle sue parti non si passa, nemmeno i tafani di cui sopra. «Sono contentissimo di essere approdato in una grande squadra come la Sampdoria - confessa Rossi col sorriso sulle labbra -. Sono giovane e ovviamente arrivo con tanto da imparare, da Del Neri, dai miei compagni e soprattutto dai difensori che ci sono in squadra».

Si tratta della tua prima avventura lontano dall’Emilia?
«Sì, sono cresciuto nelle giovanili del Parma, lì ho fatto tutto il settore giovanile prima di arrivare in prima squadra, di fare metà stagione in prestito al Modena e tornare infiene nella mia città. Questa, è vero, è la mia prima esperienza lontano da casa, ma avevo voglia di cambiare ambiente e ho tutta l’intenzione di dimostrare di poter giocare nella Sampdoria».

Giocare in quale ruolo?
«Sono un centrale mancino, piuttosto alto e propenso al gioco aereo, e all’occorrenza posso giocare terzino sinistro. Io mi metto a completa disposizione del mister. Poi giocare con la difesa a quattro è quello che, a parte l’anno scorso con Guidolin, ho sempre fatto e che preferisco fare».

La Sampdoria che impressione ti ha fatto?
«Ottima, c’è serietà, entusiasmo e poi c’è la voglia di migliorare il campionato dell’anno scorso. Mi trovo bene, sia coi compagni che col mister. In questi giorni stiamo lavorando tanto, accumulando parecchia fatica in attesa che arrivi la brillantezza».

Tu, comunque, ti sei già fatto notare bloccando Antonio Cassano in partitella.
«Antonio era ancora un po’ imballato. Di certo quando entrerà in forma sarà molto più dura».

Con lui e Pazzini ci sarà da faticare in allenamento…
«Sono due grandi giocatori, senza dubbio. Quest’anno avrò l’opportunità di giocarci contro tutti i giorni e avrò solo da imparare».

I tifosi blucerchiati hai già imparato a conoscerli?
«Sì, certo, sono un pubblico speciale, sono sempre molto numerosi agli allenamenti e ci fa un grande piacere che ci seguano anche qui in montagna».

Del derby te ne hanno già parlato?
«Come no… So che ci tengono molto e mi stanno mettendo nella testa che quelle due sono le partite più importanti della stagione».

E in quelle due partite ti troverai di fronte un tuo omonimo…
«Lo so, ci ho pensato e sarebbe davvero un bel duello, magari ci si trova pure uno contro l’altro sulla stessa fascia. L’importante però è che vinca il Marco Rossi della Sampdoria».
 
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Metziel
view post Posted on 21/7/2009, 19:30




Stanke scruta l’orizzonte: «Possiamo andare lontano»
martedì 21 luglio 2009

L’esterno lituano, alla sua seconda stagione alla Sampdoria, fa affidamento sull’unità di intenti della squadra ed elogia i baby: «Siamo un bel gruppo e i giovani stanno crescendo nella maniera giusta».
Marius Stankevicius l’Avisio non lo teme. Mettersi a mollo nel corso d’acqua che nasce dalla Marmolada e attraversa la Val di Fassa e Moena, per lui, sembra una bazzecola. Gelido sì, ma nulla è a confronto col Mar Baltico che bagna le coste della sua Lituania. «Io al freddo di casa mia sono abituato, ma non direi che fare il bagno qui sia una cosa così difficile - ammette senza scomporsi più di tanto il biondissimo Marius -. E poi non sono l’unico a farlo. Sono in molti, dopo l'allenamento, a bagnarsi e a stare nell’acqua fredda senza problemi. Ora sto spingendo alcuni miei compagni a immergersi completamente, ma Dessena e Marilungo, ad esempio, l’hanno già fatto da soli».

A proposito di casa tua, in Lituania sei stato eletto miglior calciatore 2008 e sei particolarmente amato. Tornerai lì a fine carriera?
«Alla fine della mia carriera calcistica ho ancora tempo per pensarci. Ho appena compiuto 28 anni, penso a giocare e penso ai miei figli che devono finire la scuola. Di sicuro avrò due possibilità: rimanere in Italia o tornare in Lituania. Sceglierò serenamente. D’altronde sono quasi otto anni che sono qui da voi, in un certo mi sento di essere, tra virgolette, italiano. Nel vostro paese ormai, anche grazie alle belle persone e ai bravi calciatori che ho incontrato in questo periodo, non mi fanno più sentire uno straniero».

Alla Sampdoria siete quasi tutti italiani, qualche straniero e parecchi giovani.
«Con questo bel gruppo penso che possiamo fare davvero bene. Ci sono tanti giovani bravi e rispettosi, che vedo allenarsi bene e crescere nella maniera giusta, facendo l’esperienza necessaria».

Quest'anno poi, dopo un bel periodo insieme a Brescia, hai ritrovato Daniele Mannini.
«Sono davvero contento. Quando è arrivato Daniele ho pensato che ogni tanto qualcuno lo si ritrova. Sono felice di rincontrarlo e di poter giocare nuovamente con lui».

Dove può arrivare questa Samp?
«Per la mia esperienza, non dico mai dove potremo arrivare. Mi sento di dire che tutti insieme, uniti possiamo andare lontano. Quanto lontano non lo so, solo il tempo lo può dire; ma ripeto siamo veramente un bel gruppo, sia i ragazzi sia tutto lo staff e questo è un punto di partenza».

Lo staff è cambiato e con lo staff il modulo, che non è più lo stesso della scorsa stagione.
«Con il 4-4-2 di Del Neri penso che siamo sulla buona strada. Poi quello di terzino destro è il ruolo che preferisco, ci ho giocato spesso e ci gioco in Nazionale. Per questo ruolo il mister mi chiede concentrazione, di dare tutto in campo. Lo ripeto spesso: per me l’importante è giocare, cercare di farlo bene e arrivare così a risultati importanti».

Di sicuro c’è voglia di migliorare e migliorarsi. Anche dal tuo punto di vista?
«Certo, il mio obbiettivo fare ancora meglio di quello che ho fatto l’anno scorso. Intendo fare vedere chi è Marius Stankevicius e a quale livello può arrivare ancora».

Com’è la vita in ritiro? Il tempo libero come lo impieghi?
«Guardo più che altro film, sento gli amici e soprattutto la mia famiglia che non mi fa mai mancare sostegno e mi dà forza. Poi giochiamo spesso a ping pong: Reto Ziegler è il più bravo ma anche Castellazzi e Mustacchio che è appena rientrato non sono per niente male».
 
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33 replies since 13/3/2009, 17:22   212 views
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