INTERVISTE

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~Metziel~™
view post Posted on 23/7/2009, 13:04




Del Neri ordina: «Più personalità, ma per ora va bene così»
mercoledì 22 luglio 2009

Dopo il 4-0 rifilato al Bolzano, il mister di Aquileia analizza la prestazione dei suoi ragazzi: «Gli esterni lavorano molto bene, i movimenti sono quelli giusti. La difesa? Deve imparare a giocare la palla».

Il suo primo showdown è un poker. Firmato dai suoi due assi. 4-0, Bolzano al tappeto. Gigi Del Neri, al termine dell’amichevole inaugurale di questo 2009/10, ha più di un motivo per guardare avanti con ottimismo. La sua Sampdoria sta recependo i suoi insegnamenti, la strada, insomma, pare già quella giusta. «Ho visto che non abbiamo subito nessun tiro in porta e questo è un dato di fatto importante - riconosce il tecnico friulano nella sala stampa del “Benatti” di Moena -. Magari la manovra è stata più lenta del solito ma abbiamo comunque creato moltissimo. Considerando che ne veniamo da 10-12 giorni di lavoro pesante, la squadra devo dire che ha retto molto bene. Poi è ovvio, bisogna buttar via le scorie, avere più coraggio quando si gioca la palla, esser più sicuri: in questo senso bisogna migliorare molto, avere più personalità. L’entusiasmo, però, ho visto che non manca e questo è sempre importante: credere in ciò che si fa è fondamentale per me. Qui dimostrano di avere questo tipo di atteggiamento e così si parte bene».

Bene le fasce, quando Mannini si è spostato a destra e Ziegler è avanzato a centrocampo.
«Sia Stankevicius che Mannini hanno dimostrato di avere una buona condizione. Stankevicius poi ha qualità fisiche importanti: quando avrà maggior consapevolezza dei propri mezzi farà ancora meglio. Ziegler più alto ha dato maggior vigoria fisica attaccando lo spazio. Gli esterni lavorano molto bene, lì sulle fasce si determina buona parte delle partite e lo sappiamo. Per questo stiamo cercando soluzioni in queste amichevoli una dietro l’altra, aspettando anche Bellucci, uno che ci può dare qualcosa in più dal punto di vista offensivo».

Passando alla difesa, cosa non le è piaciuto oggi?
«La difesa deve imparare a giocare, a non sparare via i palloni. Questo è il mio concetto. Giocare la palla significa avere sicurezza e qualità di piede, decidere la miglior soluzione nel più breve tempo possibile. Anche buttare la palla in tribuna a volte può andar bene. Se lo faceva uno come Scirea... Ma al calcio si gioca col pallone e questo è il nostro modo di vedere il gioco».

A proposito di gioco, parlava di lentezza e maggior coraggio, ma il materiale su cui lavorare è decisamente di ottimo livello.
«In mezzo si può lavorare bene perché i ragazzi hanno attitudine a farlo. Palombo è un nazionale e si presenta da solo. Vicino gli ho messo un giocatore interessante come Poli, senza dimenticare che nel primo tempo hanno giocato Sammarco e Tissone, gente che in Serie A ha sempre fatto un sacco di presenze. Poi c’è Soriano, un altro ragazzo che merita, al pari di Regini, bravo come esterno basso, e Volta, tornando alla difesa. Ho buttato dentro dei giovani e sono soddisfatto, i movimenti sono quelli giusti».

Bilancio positivo dunque dopo la prima amichevole di stagione?
«Sì, sono moderatamente contento perché queste sono partite che possono finire diversamente; partite in cui anche squadre di dilettanti possono crearti qualche difficoltà, più che altro sotto l’aspetto dell’impegno e dell’aggressività».

Aggressività: Cassano ne sa qualcosa…
«Purtroppo è un fatto costante. C’è molta attenzione nei suoi confronti, lui è uno che cerca l’uomo e il contatto e subisce tanti falli. Oggi, ad esempio, ne ha subito uno piuttosto brutto a centrocampo. Nel nostro modo di vedere il calcio, cercheremo di togliergli di dosso questa pressione fisica. Il calcio della Sampdoria dell’anno scorso era molto incentrato su Antonio, noi intendiamo diversificarlo, sperando di poterlo mettere in condizione di rendere al massimo. Quando Antonio sta bene può fare benissimo la prima punta come ha fatto in questo secondo tempo. Ha passo, allunga molto bene e va alla conclusione: è quello che intendiamo fargli fare, facendolo esprimere come solo lui sa fare».
 
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~Metziel~™
view post Posted on 24/7/2009, 11:32




Riscatto Tissone: «Con Del Neri per tornare ai miei livelli»
giovedì 23 luglio 2009

Il giovane argentino, il diciassettesimo nella storia blucerchiata, ritrova il tecnico che lo ha consacrato nel calcio tricolore: «Sono contento di essere alla Samp, ho voglia di rivalsa e col mister ho un rapporto speciale».

Carlos Bello, Juan Calichio, José Osvaldo Curti, Juan Carlos Lorenzo, Mario Sabbatella, Humberto Jorge Rosa, Ernesto Tito Cucchiaroni, Luis Carniglia, Francisco Ramon Lojacono, Dante Mircoli, Juan Sebastian Veron, Angel Alejandro Matute Morales, Fernando Gaston Cordoba, Ariel Arnaldo Ortega, Hugo Armando Campagnaro, Jonathan Pablo Bottinelli. In totale fanno 16. Sono gli argentini che dal 1946 ad oggi hanno vestito la maglia della Sampdoria in partite ufficiali. In totale fanno 16 e rappresentano la colonia straniera più numerosa in quasi 63 anni di storia blucerchiata. E da ieri, questa colonia, può contare su di un nuovo membro, il diciassettesimo albiceleste-doriano: il suo nome è Fernando Damián Tissone, 23 anni domani e la sua patria nel cuore. «Io ovviamente mi sento argentino - dice il centrocampista ex Udinese col sole di Moena che gli sbatte su quei grandi occhi neri -, sono nato là, ci sono cresciuto e quella è la mia nazione. Ho origini italiane certo e non le rinnego, anzi, ne sono orgoglioso, senza contare che mi hanno consentito di venire a giocare in Italia senza problemi, visto che ho il doppio passaporto».

Che ti consentirebbe di essere convocato dal c.t. Lippi…
«Innanzitutto voglio a fare bene alla Sampdoria. E alla Nazionale non ci penso affatto. Poi ovvio, se arrivasse una chiamata dovrei valutarla e anche bene, si tratterebbe di una scelta molto importante, da non prendere alla leggera».

Le tue origini avrai modo di scoprirle in Liguria, a pochi chilometri da quella Quiliano da dove il tuo bisnonno emigrò in Argentina.
«Sì, lui era di quelle parti. Poi partì per il Sudamerica. Là nacquero mio nonno, mio padre e poi sono nato io. A Savona e Quiliano non sono mai stato. Ma non appena sarò a Genova e avrò un po’ di tempo libero ci farò un salto per vedere se magari riesco a trovare qualche parente».

Perché il Doria?
«Perché la squadra è forte, perché si tratta di una società seria e perché so che c'è una tifoseria veramente importante. Sono più che contento di essere arrivato in blucerchiato e mi piacerebbe fermarmi a lungo».

Che stagione ti aspetti? Senti voglia di rivincite nello spogliatoio?
«Secondo me la passata stagione i miei compagni non hanno fatto poi così male. Non dimentichiamoci che c’erano tre competizioni e sono arrivati in finale di Coppa Italia, perdendola soltanto ai rigori. Quest’anno, invece, abbiamo solo due fronti e possiamo fare di più; ma, viste le tante buone squadre che ci sono in giro, il nostro primo obbiettivo è quello di salvarci più in fretta possibile. Poi si vedrà».

Mediano tuttofare, con un buon piede e un’ottima visione di gioco. Che giocatore è Fernando Tissone?
«Penso di avere più qualità offensive che difensive, ma sono un centrocampista che sa riesce a fare piuttosto bene entrambe le fasi. Ho ricoperto tanti ruoli in carriera, sono stato impiegato spesso come esterno. Poi è stato Del Neri a trovarmi un ruolo fisso come centrale ed è un grande piacere per me tornare a lavorare con lui e col suo staff. Col mister mi sono sempre trovato alla grande, ho un rapporto speciale e voglio ripagare la sua fiducia. Mi auguro di far bene e di tornare ai livelli di Bergamo».

L’anno scorso a Udine la fortuna non ha girato dalla tua parte...
«Per la prima volta in carriera ho avuto infortuni e il caso ha voluto che li avessi tutti nella stessa stagione. Non è semplice dopo tre stiramenti conquistarti un posto in squadra. Ed è anche per questo che vengo qui con tanta voglia di riscatto».
 
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~Metziel~™
view post Posted on 31/7/2009, 12:23




Bellucci torna e ne fa sei: «Sto alla grande»
giovedì 30 luglio 2009

All’esordio dopo cinque mesi di assenza dai campi da gioco, il centravanti romano timbra per sei volte in mezzora e si sente già in forma: «Voglio stupire e riprendermi ciò che la sfortuna mi ha tolto».
«Sto alla grande, oggi in campo, senza alcun dolore al ginocchio, mi sembrava di essere tornato quello di prima»
. Claudio Bellucci è raggiante. All’uscita dal “Benatti”, dopo aver firmato sei reti di ottima fattura in mezzora contro i dilettanti dei Monti Pallidi, il Bello si ferma a parlare coi giornalisti. Da raccontare c’è un ritorno in campo dopo cinque mesi di astinenza e una caterva di gol.

Goleador. «Meglio farli comunque, i gol - comincia Claudio -, anche in partite così, che possono servire per ritrovare il feeling coi compagni e con le misure del prato. I movimenti mi vengono già naturali, senza neanche pensarci, e in confronto a prima, quando pensavo più al dolore che alla palla che mi stava per arrivare, non posso essere che contentissimo».

Stupire.
Qualcosa, rispetto ad una stagione fa, è cambiato. «Devo ammettere - continua Bellucci - che l’anno scorso l’età si faceva sentire, ma non stavo bene ed era normale che fosse così. Quest’anno invece mi sento un ragazzino, sono partito col piede giusto e per questo mi sento di ringraziare il centro Riattiva di Lavagna, in particolare Mario e Domitilla: se sto così è merito loro. Ora spero che il recupero che ho avuto io valga pure per Pierino Accardi, secondo me tornerà più forte di prima». E Claudio Bellucci come vuole tornare? «Voglio stupire, voglio stupire anche me stesso e riprendermi quello che la sfortuna e questi maledetti infortuni mi hanno tolto negli ultimi due anni».

 
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~Metziel~™
view post Posted on 1/8/2009, 10:18




Bistazzoni: «Doria, sei in buone mani»
venerdì 31 luglio 2009

Parla il neopreparatore dei portieri, passato quest’estate dalle giovanili allo staff di Del Neri: «Un bel salto, ma i ragazzi mi seguono e mi stanno dando soddisfazioni».

Dai piccoli ai grandi, in punta di piedi e senza proclami. Com’è nel suo stile schivo e riservato, da gigante dai modi un po’ burberi, ma buono nell’animo. Quarantanove anni, grossetano di Porto Ercole, Guido Bistazzoni, nuovo - si fa per dire - preparatore dei portieri della Sampdoria, è soddisfatto e fiducioso al termine della prima parte del suo primo ritiro. Dall’alto dei suoi 192 centimetri e delle sue 112 presenze blucerchiate (dall’80 all’83 e dall’86 all’89), di lui, del suo operato, ci si può fidare ad occhi chiusi. «Si è trattato di un bel salto - principia Bistazzoni -, un passaggio importante, che comporta maggiori responsabilità. C’è una Serie A da affrontare e io, dal mio punto di vista, cercherò di mettere la buona dose di esperienza maturata in 16 anni da allenatore».

Cambia qualcosa nei metodi di allenamento rispetto a quelli del vivaio?
«Sì, certo. Il lavoro cambia, a livello di settore giovanile devi cercare di fare crescere i ragazzi, di insegnar loro i primi rudimenti. Qui in prima squadra si sviluppa invece un metodo diverso, si lavora in primis sulla forma e si cerca di togliere vecchi automatismi poco adatti al calcio moderno. Quando si difende alto, a quattro, come si farà con Del Neri, serve coraggio e personalità. Occorre che il portiere diventi una sorta di libero vecchio stampo, che intervenga in uscita non appena vengono buttate in area palle alte, cross, traversoni. L’importante è cercare di prevenire l’azione e così parti avvantaggiato».

È un calcio diverso da quello dei suoi tempi?
«Beh, sicuramente. Il calcio è cambiato completamente negli ultimi anni. Ora bisogna essere svegli e reattivi e, ripeto, serve coraggio, altrimenti non fai il portiere».

Coraggio che forse manca ai portieri italiani, visto il pullulare di estremi difensori stranieri…
«Penso che, nonostante i tanti stranieri nel nostro campionato, la scuola italiana sia sempre la numero uno. Marchetti, ad esempio, l’anno scorso al Cagliari ha intuito dove doveva stare, ha capito i movimenti giusti e ha fatto un campionato stupendo. Si dice che manchi un erede di Buffon ma credo che alle sue spalle ci siano tanti buoni portieri giovani. Consigli e Fiorillo sono due di questi, hanno tutto per crescere e per mettersi in mostra».

Per quanto riguarda Fiorillo, toccherà di nuovo a lei aiutarlo in questa crescita.
«Sono felice di averlo ritrovato in prima squadra dopo 7 anni nelle giovanili e di poterlo allenare ancora. Vincenzo ha grandi potenzialità, bisogna farlo crescere con tranquillità, fargli acquisire sicurezza. Con Castellazzi, che è un buonissimo portiere, lavorerà per migliorarsi. Senza dimenticare Guardalben, arrivato con entusiasmo, grande voglia di fare e già prodigo di consigli. Diciamo che, in questo ruolo, la Sampdoria è ben coperta e in buone mani».

A ritiro moenese quasi finito, bilancio positivo dunque?
«Sì, certo il bilancio è positivo. Sono arrivato in uno staff di prim’ordine. Con Del Neri avevamo giocato insieme proprio alla Samp e si capiva, per personalità, che avrebbe potuto fare l’allenatore. Sto avendo la fortuna di lavorare con lui e i suoi collaboratori, c’è buon feeling e sono contento. I ragazzi poi mi seguono e mi stanno dando soddisfazioni. Speriamo che possano fare bene, ovviamente insieme a tutta la squadra».


 
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~Metziel~™
view post Posted on 2/8/2009, 11:14




Amarcord Gastaldello: «Che emozione tornare a Padova»
sabato 01 agosto 2009

Padova-Sampdoria, per lui, è stata una sorta di rimpatriata. Daniele Gastaldello da Camposampiero, Alta Padovana, da queste parti è nato e cresciuto. E al triplice fischio del test amichevole contro i biancoscudati, non nasconde il brivido che lo ha attraversato ricalcando il prato dell’“Euganeo”. «È stato davvero emozionante tornare qui - ammette il numero 28 blucerchiato -. Mi ha fatto un piacere enorme: da questo stadio sono partito ed è grazie a questa società che sono arrivato nel calcio che conta. Il Padova è una buona squadra, ha giocatori importanti e mi auguro faccia bene anche in Serie B. Per quanto ci riguarda, questa sera abbiamo incontrato qualche difficoltà, soprattutto per via del gran caldo; ma dietro siamo andati abbastanza bene, senza subire nemmeno un corner. Non è semplice passare dalla difesa a tre a quella a quattro ed è comprensibile, in questo periodo, fare un po’ di fatica».
 
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~Metziel~™
view post Posted on 3/8/2009, 18:12




Lucchini spazza via lo scetticismo: «Sono molto fiducioso»
lunedì 03 agosto 2009

Dal ritiro di Varese, il centrale di Codogno gioca d'anticipo sui primi mugugni di stagione: «Cambiare modulo non è mai semplice ma stiamo lavorando bene e sono convinto dei nostri mezzi».

Il contratto è in scadenza a giugno 2010 («Io vorrei rimanere: spero che, concluso il calciomercato, si possa cominciare a parlare di rinnovo»), ma Stefano Lucchini pensa soprattutto al presente. L’esordio in Coppa Italia si avvicina a grandi passi e il difensore blucerchiato fa il punto della situazione in casa Doria. «Maltempo a parte, stiamo lavorando bene - dice il centrale di Codogno tra una seduta e l’altra in quel di Varese -. Cambiare modulo non è mai semplice: dobbiamo dimenticare gli ultimi due anni, i meccanismi della difesa a tre e pensare esclusivamente a quelli nuovi, che mister Del Neri ci sta insegnando. Con lui ci troviamo bene, è un tecnico preparato ed esperto al pari del suo staff. Sappiamo che questo è il momento di mettere fieno in cascina, logico avere qualche difficoltà, soprattutto dietro, ma ci tengo a sottolineare che a Rotterdam, in inferiorità numerica, abbiamo preso due gol su calcio piazzato mentre col Padova abbiamo subito un solo tiro in porta. Preoccupato? Affatto, anzi, io sono molto fiducioso. Sono convinto dei nostri mezzi e del fatto che, lavorando così, potremo arrivare a mettere in pratica il bel gioco che il mister dava all’Atalanta».
 
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~Metziel~™
view post Posted on 4/8/2009, 19:02




Pazzini ha la ricetta: «Puntare a vincere sempre»
martedì 04 agosto 2009

Alla sua prima stagione blucerchiata dall’inizio, il centravanti azzurro ha parole buone per Del Neri e sa quello che vuole: «Il mister è puntiglioso e si fa capire bene. Vogliamo assimilare la sua mentalità vincente».
«Spero di restare nel gruppo azzurro, sarebbe stupendo continuare a farne parte proprio nell’anno dei Mondiali». Sulla scia dei 15 gol segnati con quella maglia blucerchiata numero 10 che gli ha cambiato la vita, Giampaolo Pazzini sa bene che questa può essere la sua stagione in Nazionale sì, ma soprattutto nella Sampdoria. Qui a Varese così come a Moena, suda, corre e non vede l’ora di fare sul serio. E magari ricominciare a festeggiare mettendo sugli occhi quell’indice e quel medio dopo aver bucato qualche rete. «Stiamo faticando e lavorando bene - ammette il Pazzo -, sia a livello tattico sia a livello fisico. È normale che di strada da fare ce ne sia ancora tanta, dobbiamo migliorare, ma da questo punto di vista vedo tanta voglia e soprattutto la volontà di adattarsi al più presto a quello che chiede il mister».

Che tipo è il mister?
«Sapevo già dai compagni che erano stati alle sue dipendenze che avrei trovato un allenatore preparato e preciso e in questa prima parte di stagione ne ho avuta la conferma. Del Neri è puntiglioso, chiede sempre il massimo, ma al tempo stesso è un uomo di spogliatoio, che sta alla battuta: insomma, mi trovo davvero bene, come tutti credo».

Malgrado i primi approcci col nuovo impianto di gioco non sono stati dei più agevoli?
«Certo, non è semplice cambiare modulo dopo due anni, ma devo che il mister si fa capire bene. Dobbiamo mettere in pratica ciò che ci mostra in allenamento e ovviamente migliorare un po’ in tutto, in particolar modo nei movimenti».

Movimenti diversi rispetto al passato, per la squadra ma anche per te.
«Già, sono diversi. Personalmente Del Neri mi chiede di partecipare alla manovra ed io sto lavorando per cercare di aiutare la squadra, migliorando inoltre l’intesa con Antonio».

Ti senti un giocatore più forte?
«In questi mesi alla Sampdoria ho fatto un salto importante sotto il profilo della realizzazione. Prima forse toccavo più palloni, giocavo più per gli altri che per me stesso e questo andava a discapito della freddezza sottoporta».

In questo precampionato hai marcato contro il Bolzano e i Monti Pallidi mentre sei rimasto a secco nei test più impegnativi contro Feyenoord e Padova.
«Davvero, per com’era andata negli ultimi tempi sto segnando poco… Battute a parte, il gol, in questo momento, è il mio ultimo pensiero. Ora cerco di trovare al più presto la condizione e avere più brillantezza, ai gol non penso affatto».

Sicuro? In questi primo scorcio di stagione si è vista qualche faccia amareggiata, non soltanto dopo le amichevoli ma persino dopo qualche partitella in famiglia...
«Le amichevoli sono importanti e, come in tutte le competizioni in cui giocheremo, ci teniamo a vincere anche quelle. E lo stesso discorso vale per gli allenamenti. Abbiamo voglia di migliorarci sempre, non accontentandoci mai: è questa la mentalità vincente che vuole Del Neri, la stessa che anche noi vorremmo assimilare e mettere in campo in ogni partita».
 
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~Metziel~™
view post Posted on 7/8/2009, 15:31




Bellucci sponsorizza il tridente: «Si può fare»
giovedì 06 agosto 2009

Il centravanti romano torna al gol contro una squadra professionistica a distanza di sei mesi e lo fa al fianco di Cassano e Pazzini: «È stata una prova valida, attuabile anche in campionato».
Cassano scende centralmente e lo serve. Lui, Claudio Bellucci, decentrato sulla sinistra, triangola col compagno, che a sua volta gli apre un corridoio. Senza pensarci troppo su, il Bello lascia partire un sinistro vincente ad incrociare e segna la stupenda rete dello 0-2 sul Varese. «È stato un bel gol, veramente - ammette sorridendo il centravanti di San Basilio -. Soprattutto per come è venuto, al termine di un’azione iniziata bene e conclusa ancora meglio. Ci tenevo a far bene ieri sera, come tutti del resto. Ma per quel che mi riguarda era da tanto tempo che non giocavo dall’inizio, direi cinque o sei mesi, e ho avuto sensazioni positive. L’importante è ritornare alla normalità».

Normalità per Bellucci significa gol. Seppur in amichevole, hai timbrato nuovamente contro una squadra professionistica dopo tanto tempo. L’ultimo l’avevi segnato l’8 febbraio scorso a Marassi contro il Siena, il caso vuole in un tridente…«Vero, ma quella era situazione differente, la scorsa stagione è stata particolare per tanti motivi. Contro il Varese è stata una prova valida, a prescindere dal valore dell’avversario, comunque una squadra messa bene in campo e di un certo valore. È un esperimento che andrà verificato più avanti e che secondo me si può attuare anche in campionato».

Com’è nata l’idea di far coesistere Bellucci, Cassano e Pazzini?«Il mister ce ne ha parlato soltanto negli ultimi due giorni, per questo non avevamo provato tanto; ma credo che in quella mezzoretta siamo andati abbastanza bene. È una soluzione che può avere il vantaggio di togliere pressione ad Antonio e lasciare Giampaolo meno solo davanti coi due centrali avversari. Se ci sacrificassimo tutti e tre svantaggi invece non ce ne dovrebbero essere: i pensieri lasciamogli agli altri».

Parlavi di sacrificio, attuabile soltanto con una forma fisica eccellente. Tu come ti senti sotto questo punto di vista?«Sto bene, mi sento molto bene. È logico che mi manchino i 90 minuti nelle gambe, ma mi sento ai livelli degli altri. Penso si cominci a vedere e spero che proceda tutto senza intoppi fino alla fine del ritiro».

Ritiro che si concluderà con l’amichevole di sabato a Siena.«Sarà la partita più vera di tutto il nostro precampionato. Affronteremo una squadra forte, con un allenatore molto bravo. È l’ultimo impegno di questa prima parte di stagione e non andremo a Siena a fare una passeggiata. Ci teniamo a chiudere bene».

Come vivi, infine, le voci di mercato che vorrebbero un’altra punta? Hai voglia di rivalsa nei confronti di chi non crede in te?«Le voci sinceramente mi interessano poco, a parlare è soltanto il campo. Ad esempio io considero Marilungo uno di noi a tutti gli effetti. Per quel che mi riguarda, non devo dimostrare niente a nessuno: la mia rivincita devo prendermela con la sfiga».

Palombo scalda i motori: «A Siena già partita vera»
venerdì 07 agosto 2009

In procinto di chiudere il ritiro, il capitano pensa al test di domani e alla rosa blucerchiata: «Domani sarà il test estivo più attendibile. La Samp? Sono fiducioso, sono arrivati giocatori importanti e altri ne arriveranno».
Gli anni passano, cambiano i volti dei compagni ma lui è sempre lì, saldo al timone della sua Sampdoria. Angelo Palombo sta per cominciare la sua ottava stagione in blucerchiato, numero 17 sulla schiena e quel carisma che l’ha fatto leader. Con Moena alle spalle, il ritiro varesino agli sgoccioli e il “Trofeo Montepaschi” alle porte, è già tempo di un primo bilancio. «Pur facendo qualche giorno di vacanza più degli altri - comincia Angelo -, il ritiro è stato lungo e faticoso. Credo però che ne sia valsa la pena: si è corso e si è lavorato di giorno, la sera faceva più fresco rispetto alla città e poi abbiamo avuto modo di cementare il gruppo, conoscendo meglio i nuovi e facendoli inserire nel gruppo. L’aspetto su cui mi sento meno in sintonia sono gli spostamenti, i viaggi da una città all’altra, che baratterei volentieri con ritiri stile-Inter o con qualche tournée all’estero, magari in Spagna. Ma va benissimo così, dai».

A parte qualche inevitabile difficoltà legata all’arrivo del nuovo mister, con Del Neri tutto procede per il meglio?«Sì, credo proprio che stia andando tutto bene. Dobbiamo abituarci a tante cose, nuovo modulo, nuove abitudini. Ci vorrà del tempo e il tempo c’è tutto, normale che in questo periodo qualcosa riesca e qualcosa no».

Quello difensivo sembra il reparto più indietro sotto questo punto di vista.«Può darsi, ma anche per quanto riguarda la difesa ci vorrà del tempo. Occorre capire i nuovi movimenti e la forma al momento è quella che è. Io però guardo a me stesso e dico che anch’io, pian piano, mi sto abituando alle novità: per prima cosa sono più lontano dal vivo del gioco. Prima toccavo un’infinità di palloni; ora, essendo in due, ho qualcuno che mi aiuta, ma nello stesso tempo devo faticare di più».

Con un eventuale tridente da supportare poi si prevede ulteriore lavoro.
«Io direi che cambi poco. Nel calcio conta che un giocatore vada in campo e dia tutto quello che ha. Penso che i moduli siano importanti, ma fino ad un certo punto. L’idea del tridente per me è percorribile: Cassano, Pazzini e Bellucci hanno le caratteristiche adatte per poterlo fare».

Domani sera l’“Artemio Franchi” di Siena potrebbe già essere un bel banco di prova, per loro, ma anche per tutta la Samp.«Contro i bianconeri di mister Giampaolo dovremo confermare i nostri progressi e la nostra crescita. Sarà una partita vera, la più attendibile di tutte quelle estive e cercheremo di dare il massimo, come sempre».

Cosa manca ancora a questa squadra?«Direi di sì, anche se spesso ci si dimentica che siamo la Sampdoria e che non possiamo permetterci i grandi colpi di una Juve o di qualsiasi altra big. Io, comunque, resto fiducioso: oltre al sottoscritto sono rimasti Antonio e Giampaolo, senza dimenticare che sono arrivati giocatori forti ed esperti come Zauri, Tissone e Mannini e altri ne arriveranno. Mi auguro che siano Dainelli e Semioli, lo spero davvero tanto, in modo da poter completare una rosa già importante di suo».
 
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~Metziel~™
view post Posted on 18/8/2009, 18:22




Pazzini guarda già a Catania: «Una vittoria per il morale»
domenica 16 agosto 2009

Il centravanti toscano si gode il 6-2 e la prima doppietta stagionale: «Meglio di così non poteva andare. Il rigore? Giusto farlo battere a capitan Palombo».
Signor Pazzo Pazzini, dove eravamo rimasti? Dal gol, manco a dirlo. Prima partita ufficiale, prima doppietta, Lecce al tappeto e Sampdoria avanti in Coppa Italia: così, in scioltezza, tanto per gradire. Vantaggio dal limite dopo soli 8 giri di lancette, tris (intervallato dal dioscuro Cassano) al volo poco a ridosso della mezzora. «Meglio di così non poteva andare - dice Giampaolo a fine partita, di fronte a telecamere e taccuini -. Sono proprio contento, era la prima in casa di fronte al nostro pubblico, ci tenevamo a fare bene e ci siamo riusciti, segnando anche tanti gol».

Merito del nuovo modulo? Più cross uguale più conclusioni di Pazzini?
«Può essere, arrivano tanti cross e a me non può fare che piacere. Sul secondo gol, Mannini ha fatto un bellissima giocata e io mi sono fatto trovare pronto. Logico però che qualcosa da migliorare ci sia, in attacco come in difesa, ma anche a centrocampo. Sono cambiate tante cose e non sarebbe normale se fossimo già pronti ora».

La prima di Serie A intanto si avvicina...
«Abbiamo fatto bene a Varese, a Siena e questa sera. Siamo contenti di aver vinto perché si tratta di un successo importante per il morale proprio in vista di Catania e dell’esordio in campionato».

A proposito di campionato, chi li batterà lì i rigori?
«Con Antonio ci siamo messi d’accordo: uno io e uno lui. Stasera avevamo già segnato abbastanza e insieme abbiamo pensato di lasciarlo ad Angelo Palombo, il capitano. È stato bello e giusto così».
 
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~Metziel~™
view post Posted on 20/8/2009, 19:10




Semioli sbarca e non perde tempo: «Pronto per Catania»
giovedì 20 agosto 2009

Il nuovo esterno destro blucerchiato si presenta a Bogliasco: «Venire alla Samp era quello che volevo, il mister mi conosce bene e sa quello che so dare. Il derby? Ad Amelia ho già segnato, deve stare attento...».

«Devo dire che sono molto emozionato, anche perché si tratta di un giorno importante per me. Sono contento di essere approdato in questa società, ringrazio il presidente e il direttore che mi hanno dato questa possibilità. Davvero non vedo l’ora di cominciare». Franco Semioli ha 29 anni, è un calciatore esperto, maturo, nel pieno delle sue potenzialità atletiche. Ma quando si presenta a Bogliasco, tra il presidente Riccardo Garrone e l’a.d. Beppe Marotta, sembra un bambino pronto a prendere parte a un nuovo gioco.

Il mister. Un gioco che poi tanto nuovo non è visto cha l'ala destra della Sampdoria lo conosce bene: «Io ho avuto il piacere di lavorare con Del Neri e il suo staff. Abbiamo avuto modo di conoscerci al Chievo e lo stimo molto: oltre a essere un grande allenatore è un’ottima persona, coi calciatori punta ad instaurare un rapporto vero, sa dialogare e tra due persone il dialogo è il massimo. È una persona pulita, con la quale c’è sempre stata chiarezza su tutto. E poi sa già perfettamente quello che posso dare, sa quello che ho dato e quello che dovrò dare. Mi conosce alla perfezione, a livello umano e calcistico, ed è un motivo di grande soddisfazione sapere che sia stato lui a volermi a tutti i costi».

Tira e molla. Eppure, per la dirigenza del Doria, accontentare le richieste del tecnico friulano non è stato affatto semplice. «La trattativa, in effetti, è stata piuttosto lunga - ammette il nuovo numero 77 -. Ma il mio intento era quello di venire qui a tutti i costi: mi volevano, mi hanno dato gli stimoli giusti, non nascondo che non ci ho pensato due volte. E dopo un lungo tira e molla, alla fine siamo riusciti a trovare una soluzione, per la quale sono molto soddisfatto».

Sms. Oltre a Del Neri, la rimpatriata genovese dell’esterno riguarda anche due vecchi compagni viola, pare decisivi nella scelta finale. «Pazzini e Zauri non li sentivo tutti i giorni ma quasi - sorride Franchino da Cirié -. Sono rimasto in buoni rapporti con loro e sono veramente contento di averli ritrovati qui. Mi chiamavano o mi mandavano spesso messaggini, ma non hanno dovuto convincermi perché venire alla Samp era una cosa che volevo anch’io. D’altronde erano anni che si parlava di me da queste parti, evidentemente era destino. Arrivo in una società che mi ha sempre entusiasmato, il pubblico e lo stadio mi sono sempre piaciuti ed essere qua è un motivo di grande soddisfazione».

Pronto. Soddisfatto sì, ma Semioli non perde tempo e brucia le tappe, caricandosi sulle spalle la responsabilità che la piazza blucerchiata gli affida: «Io sarei già pronto per il Catania, poi le scelte spettano ovviamente al mister. Le aspettative nei miei confronti? Un giocatore deve essere pronto a certe pressioni; la Samp ha fatto un investimento importante per me e io intendo ripagare sul campo la loro fiducia, con la massima serenità e massima professionalità». Magari sognando un posto nell’Italia di Lippi, anche se l’ex fiorentino non sembra scommetterci troppo. «La Nazionale - dice - non è un mio obbiettivo, io penso soltanto a fare bene qui, lo dico col cuore. Poi, ovvio, se dovesse arrivare una chiamata ben venga».

Il derby. Infine, immancabilmente, il discorso scivola sulla stracittadina, sulla quale Semioli sembra subito piuttosto ferrato. «Ho già parlato con Giampaolo Pazzini e mi ha raccontato di tutto, della rivalità, della storia. Mi ha detto che il derby è una partita emozionante, che soltanto vivendola riesci a capire le emozioni che dà. Un gol? Magari - conclude Franco - ad Amelia d’altronde ho già segnato, deve stare attento…».
 
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~Metziel~™
view post Posted on 21/8/2009, 13:08




Garrone e Marotta in coro: «Contenti per Semioli»
giovedì 20 agosto 2009

Il presidente e l'amministratore delegato blucerchiati fanno gli onori di casa per la prima conferenza stampa del nuovo acquisto della Samp: «Franco aumenta la nostra qualità, ci darà una grossa mano».
I due massimi dirigenti si godono il nuovo pupillo. Da nemmeno 24 ore, Franco Semioli è un giocatore della Sampdoria. Per la grande soddisfazione di tutti: Luigi Del Neri in primis, poi, a ruota, i tifosi doriani. Tra questi, ormai, Riccardo Garrone e Beppe Marotta, gli artefici principali del buon esito della trattativa con la Fiorentina.

Il direttore. La conferenza stampa del nuovo esterno destro la apre il direttore. «Non mi dilungo in analisi e descrizioni - comincia Marotta nella gremita sala stampa del “Mugnaini” -. Sapete benissimo chi è Franco Semioli, la sua carriera e le sue caratteristiche. È stata un’operazione molto difficile; soprattutto dal punto di vista finanziario si è trattato di un importante investimento, per il quale colgo l’occasione di ringraziare gli azionisti». «Siamo tutti molto contenti e onorati di averlo con noi - continua l'a.d. -, il suo acquisto ce l’ha espressamente indicato Del Neri e siamo certi che la sua esperienza, il suo livello tecnico possano aumentare la nostra qualità. Volevo infine precisare che Semioli si è legato alla Sampdoria per 4 anni, segno che, nonostante nel corso del contratto supererà la trentina, noi puntiamo su di lui e sulle sue qualità agonistiche».

Il presidente. Entusiasta della nuova ala anche il presidente Garrone, che a Bogliasco non ha voluto mancare. «Sono molto contento - dichiara il numero uno blucerchiato -, siamo qui per la presentazione di un giocatore tanto atteso, un giocatore ottimo, d’esperienza, che ci darà una grossa mano. L’importante presenza dei media poi conferma l’elevato interesse per questo nuovo arrivo, che io vedo con un risvolto scaramantico: fino ad oggi, tutte le operazioni di mercato concluse con la Fiorentina sono andate molto bene. Nel calcio, un aspetto importante lo ha anche la fortuna e ci auguriamo che Semioli possa anch’egli fare benissimo qui alla Sampdoria».
 
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~Metziel~™
view post Posted on 23/8/2009, 11:03




Cassano a cuore aperto: «Starei qui per tutta la vita»
venerdì 21 agosto 2009

In conferenza stampa, il 99 blucerchiato dichiara amore eterno alla Sampdoria e salta di tema in tema, accompagnato dalla proverbiale schiettezza: «Siamo da parte sinistra della classifica, Del Neri è una brava persona e ringrazio Mazzarri. Lippi? In azzurro pure all’ultimo minuto».

Un fiume in piena. Quando parla, Antonio Cassano è così. Proprio come sul prato verde: schietto, vero, imprevedibile. Le sue parole sono chiare, cristalline al pari delle sue giocate, dei suoi passaggi illuminanti, dei suoi tocchi. Anche stavolta, la sua consueta conferenza stampa d’inizio anno diventa la notizia di giornata, l’occasione di dibattito per i media e gli addetti ai lavori, un giorno prima dell’avvio della Serie A. «Giornalisti, mi state sempre sulle balle - attacca irriverente Peter Pan -. No, scherzo, prima venivo una volta ogni tre anni, ora una volta all’anno, sto già migliorando, dai. Ci rivediamo il prossimo anno». Prima degli arrivederci, però, c’è spazio per lo show, un ping pong di argomenti, nomi e personaggi che, inevitabilmente, prende campo da Lippi e dalla Nazionale. «Il mio rapporto con lui è sempre uguale, non è cambiato, non ho mai avuto nessun problema con lui. Io ho dato la mia disponibilità e la do anche ora. Lo sanno tutti che mi piacerebbe giocarci, più che dire che andrei a fare qualsiasi ruolo cosa devo dire? Ci andrei pure all’ultimo minuto, all’ultimo secondo. Ci soffro quando giocano, vorrei essere lì, ma ora non si può, vedremo cosa succederà in futuro».

Futuro che quest’estate qualcuno voleva lontano da Genova…
«Io ho sempre detto che mi piace stare qua e qua ci starei per tutta la mia vita. I discorsi del 99 per cento, le percentuali sulla mia permanenza non le ho fatte io, le ha fatte il presidente Garrone. Alla fine è lui che decide e ha chiuso la porta in faccia a tutti, Moratti compreso, che so la stima che ha per me e che ringrazio pubblicamente».

Resti alla Sampdoria, le dichiari amore eterno, ma non ti mancano i grandi palcoscenici?
«No, per niente, a me basta far felice la mia gente, mi basta vincere contro le grandi e dimostrare che sono un giocatore valido, questa è la mia felicità. Della Champions non mi importa niente».

Il tuo rapporto con Del Neri? Ora lo capisci quando parla?
«Era una battuta, la mia. L’ho fatta perché parla talmente rapido che si fa fatica a capire. Io ho un buon rapporto con lui, l’avevo già chiarito prima che diventasse di nuovo il mio allenatore».

Tutto risolto dunque?
«Già nel mio libro avevo detto che uno dei pochi che salvavo era lui, è una brava persona. Nel frattempo però ci tengo a ringraziare Mazzarri, uno che mi ha dato qualcosa d’importante. Il mister ha fatto tanto per me e tanto per la Sampdoria. Pur con tanti infortuni e problematiche, ha raggiunto un sesto posto e una finale di Coppa Italia. Sono legato a lui da tanto affetto».

Anche con Roberto Mancini hai un rapporto speciale?
«Mancini dice sempre le cose in faccia proprio come il sottoscritto. In Italia ha vinto tanto con l’Inter e al momento è chiuso, sta sulle balle a tante persone ma per me è un grande allenatore, di cui molta gente è invidiosa. Penso che stia bene così: si fa le vacanze, guadagna tanti soldi, l’ho visto bello abbronzato. Non può certo lamentarsi».

A proposito di allenatori, come vedi la polemica Lippi-Mourinho?
«L’unico che li riesce a mettere d’accordo sono io perché nessuno dei due mi vuole…».

E perché Lippi non ti vuole? Ha parlato di problemi psicofisici.
«Ragazzi siamo ad agosto, volete che faccia già polemiche? Cosa volete che dica? Questo è un problema suo, io non ho mai avuto problemi con lui, lo ripeto: sta facendo le sue scelte e bisogna rispettarle».

In azzurro potrebbe tornare Totti. Che ne pensi?
«Lui ha detto che sono il miglior giocatore con cui ha giocato, io posso dire altrettanto. Di sicuro è uno dei 3-4 più forti. Mi riusciva tutto bene con lui. Ha dato l’addio alla Nazionale però visto il buon rapporto che ha col c.t. potrebbe tornare. Certo, se dovesse capitare di giocare insieme sarei molto contento. Però già ho poco spazio, se torna anche lui con l’Italia non ci gioco davvero più!».

L’importante, però, è che tu possa giocare - e bene - alla Samp. È cambiato qualcosa, con Del Neri, nel tuo modo di giocare?
«Ma no! La palla deve passare dai piedi miei e quello che mi viene da fare faccio. Fase difensiva e offensiva? Io parlo di fase offensiva e basta, se mi fanno fare il terzino non la struscio mai».

E se gli avversari ti martellano, tu come la prendi?
«La prendo che dobbiamo accettare, io non mi lamento. Noi più forti guadagniamo più di tutti e dobbiamo prenderle ogni tanto, io non capisco chi recrimina in continuazione. Ovvio non ci sta se qualcuno entra per romperti una gamba, ma prenderle sì».

Sulle dichiarazioni di Berlusconi che vorrebbe un tetto agli stipendi che idea ti sei fatto?
«Non sono d’accordo, se sono bravo, guadagno quello che mi merito. Già guadagno molto meno di quello che guadagnavo prima… Scherzi a parte, penso che ci siano dei contratti firmati in due e che questi vadano rispettati».

Dove potete arrivare quest’anno?
«Penso che possiamo fare molto bene. La Sampdoria deve fare un buon campionato, spero possiamo finire nella fascia sinistra della classifica, anche perché ci sono 5-6 squadre più attrezzate di noi, anche se ho sentito tante cagate».

Tipo?
«Ne parlavo ieri col mio amico Alberto (Marangon, ndr). Tutti si sono rinforzati, noi pure sia chiaro. Ma tutti fanno dichiarazioni forti: Scudetto, Champions League, Uefa. E noi allora che andiamo a giocare a fare?! La gente qui sta diventando matta, forse è il caldo».

Matto tu lo sei sempre un po’ stato. Senza quella testa dove saresti ora?
«Con una testa giusta, come quella di Palombo (che irrompe in conferenza e scherza con Antonio, ndr), me la sarei giocata con tutti, tranne che con Messi, il Dio del calcio. C’ho una testa talmente malata che, dopo 27 anni, neanche mia madre mi riesce a capire…».

Col professor Tibaudi ti capisci alla perfezione.
«Da quando lavoro con lui sono cambiato a livello fisico, organico, di continuità. Mi ha fatto una magia, così come me l’ha fatta tutto il contesto blucerchiato: sono pronto negli scontri, sono più continuo, sono un giocatore vero».

Un giocatore in grado di far volare una squadra, la tua squadra.
«Non siamo fenomeni, nell’arco del campionato avremo di sicuro momenti difficili e cercheremo di sopperire con le qualità nostre, con l’impegno e anche con un po’ col culo».

Però, quest’anno, avete più qualità.
«Io rimpiango Hugo Campagnaro, uno dei difensori più forti, ma non spetta a me dirlo. La qualità comunque c’è sempre stata. Ci tengo a ricordare che due anni fa con Bellucci, col quale mi trovavo a meraviglia siamo arrivati sesti lottando per la Champions fino alla fine».

Il campionato nel campionato col Genoa come sarà quest’anno?
«Non mi importa niente degli altri, l’importante è che la Sampdoria vinca e basta. Ci sta pure che siano felici: per una stagione il derby lo hanno vinto loro e una volta ogni 10 anni possono anche sorridere i meno forti».

E la Serie A senza Ibrahimovic e Kakà come la vedi?
«Kakà è andato a giocare nel club più forte al mondo e ha fatto bene. Ma secondo me abbiamo acquistato in Italia l’attaccante più forte di tutti: Samuel Eto’o. Ibra in campo nazionale era un fenomeno, in Europa meno. Eto’o ha vinto due Champions e in quattro anni al Barcellona ha segnato 120 gol».

Il neojuventino Diego?
«Diego è un brasilano europeo, la Juve ha fatto grande acquisto. Ha già dimostrato nel Werder quello che vale, bisogna vederlo all’opera ma penso che faccia bene anche in Italia».

Alla prima c’è Inter-Bari. Ricordi? Sensazioni?
«Spero finisca 0-0. Quel Bari-Inter di tanti anni fa mi ha cambiato la vita. Il Bari poi è la squadra del mio cuore, l’Inter è la squadra per cui tifo: mi auguro finisca con un punto per uno».

Intanto a Bari sembra si stia chiudendo l’avventura dei Matarrese...
«Matarrese ha chiuso il suo ciclo, ora arriva il texano con la speranza che sia di tasca larga. Speriamo in fatti, non in parole, anche perché mia città merita qualcosa in più».

Lo Scudetto chi se lo merita sulla carta?
«La Sampdoria si può dire? Così non si arrabbia nessuno… Comunque lo Scudetto può perderlo solo l’Inter, è tre spanne su tutti gli altri e penso che possa ripetersi ancora una volta».
 
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~Metziel~™
view post Posted on 24/8/2009, 19:06




Palombo-Pazzini coppia tv negli studi di Sky Sport 24
lunedì 24 agosto 2009

Questo pomeriggio a Milano, bel siparietto tra il capitano e il bomber della Samp, intervenuti in diretta negli studi del canale tematico all news dell’emittente satellitare: «Che gioia essere in testa».

Una strana coppia blucerchiata si aggira per gli studi milanesi di Sky. Angelo Palombo e Giampaolo Pazzini sono intervenuti insieme, questo pomeriggio, in diretta sul canale tematico all news Sky Sport 24. Solleticati dalle domande del duo di conduttori, il capitano e il bomber blucerchiati si sono resi protagonisti di un simpatico siparietto televisivo, spaziando dal fresco successo di Catania al derby, passando per il compagno di squadra Antonio Cassano, la Nazionale e i pronostici sul campionato appena partito.

Scudetto e Mourinho. Ed è proprio da lì, dalle carte alla nuova Serie A, che Angelo parte. «La favorita per lo Scudetto resta l’Inter - ammette il numero 17 -, ma penso che la Juve si sia rinforzata molto». «Lo credo anch’io - conferma Giampaolo -, mi auguro che quest’anno si possa assistere ad un campionato più equilibrato». Molto, per l’appunto, sembra dipendere dallo Special One e dalla sua corazzata. «Mourinho sa scaricare bene le responsabilità, riuscendo a difendere la squadra anche nei momenti meno semplici: i risultati gli hanno sempre dato ragione», dice il Pazzo. «A me Mourinho piace - confessa Palombo -, mi piace il suo stile e ha tutto per fare bene anche quest’anno».

Primo sorriso. E la Sampdoria? Da ieri sera è capolista… «È bello essere primi», ride Palombo. E Pazzini gli fa eco entusiasta: «Sì, guardare tutti dall’alto in basso è una sensazione speciale… No, scherzi a parte siamo molto contenti di essere partiti bene». Bel gioco e successo su un campo tabù: meglio di così non si poteva cominciare. «Ci dispiace per Gastaldello - sorride il centravanti di Pescia -, ma siamo contenti; anche se ci ha rimesso il setto nasale ci ha regalato tre punti». «Sì, poverino - continua Palombo -, non s’è nemmeno accorto di aver segnato. Comunque è stata una vittoria meritata. Logico che l’espulsione ci abbia agevolati ma l’abbiamo cercata e alla fine siamo stati bravi e fortunati».

I rivali cittadini. Anche il Genoa, battendo la Roma, è sembrato subito in palla. Ma il capitano non sembra temere i rivali cittadini: «Sono partiti bene, sono un’ottima squadra e sarà difficile batterli. Noi però ci siamo rinforzati e non abbiamo paura di loro. Rispetto sì, come per tutte le altre, ma quest’anno possiamo fare davvero bene, anche se non faccio pronostici». Sempre in tema di derby, anche il bomber ha le idee chiare: «Se non li fa il mio capitano, i pronostici non li faccio nemmeno io. Noi guardiamo a noi stessi, lo abbiamo sempre fatto e lo faremo anche quest’anno. Hanno vinto contro la Roma, complimenti a loro, ma anche noi abbiamo vinto. Conosciamo la rivalità cittadina e sono convinto che faremo bene».

Antonio e l'azzurro. La chiusura è su Antonio Cassano, che di Palombo vorrebbe metaforicamente la testa per essere il migliore al mondo. «Cassano lo conosco da una decina d’anni - dice il diretto interessato - e devo dire che è molto migliorato». Pure Pazzini, poi, non può esimersi dall’elogiare il Gemello: «Sono 6-7 mesi che giochiamo insieme e mi ha davvero impressionato. Antonio non lo scopro certo io. Ci troviamo bene insieme e mi auguro che continui a mettermi palloni come quello del gol di ieri sera. La Nazionale? Penso sia un sogno di tutti ed è normale che lo sia anche per lui». Sempre in tema è assai diplomatico l’epilogo del capitano: «Ogni allenatore ha i propri giocatori e le proprie idee. Cassano è fuori di dubbio che sia un campione, ma Lippi fa le sue scelte e vanno rispettate. Amauri in azzurro? È un grande giocatore, io, di contro, sponsorizzo il mio amico Giampaolo».


 
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~Metziel~™
view post Posted on 28/8/2009, 20:14




Del Neri indica la via: «Continuare sulla strada tracciata»
venerdì 28 agosto 2009

Con l’Udinese alle porte, il tecnico blucerchiato vuole conferme e mette in guardia i suoi: «Loro sono una squadra di valore. Sarà una insidiosa, importante per verificare i nostri miglioramenti».

Per l’esordio casalingo in campionato è quasi tutto pronto. Marassi blucerchiato è pronto a vestirsi a festa per salutare la nuova Sampdoria di mister Luigi Del Neri, trionfante nel primo impegno di Catania e attesa dallo scoglio-Udinese. «L’entusiasmo si sente, si vede - comincia il tecnico friulano in conferenza stampa al “Mugnaini” - e non possiamo che esserne contenti. I tifosi credono nella loro squadra, in quello che fa, negli sforzi che abbiamo fatto sino ad oggi. Per me il pubblico è importante, fare bella figura di fronte a loro. Alla tifoseria mi sento di fare poche promesse: assicuro il massimo impegno e la voglia di continuare sulla strada tracciata sino ad oggi».

L’Udinese. Avversari di turno, domenica sera al “Ferraris”, saranno i bianconeri di Pasquale Marino, che contro la Samp, per tradizione, ha sempre venduta cara la pelle. «L’Udinese è una squadra di valore in grado di reggere il confronto con le grandi e perciò da prendere con le molle - avverte Del Neri, che in provincia di Udine ci è nato e delle zebrette è un ex -. Hanno giocatori di personalità, bravi a giocare in profondità, gente forte che gioca quasi tutta in nazionale. Per noi si tratterà di un ostacolo importante per verificare i nostri miglioramenti. Non ci sentiamo certo appagati, dobbiamo lottare sempre e metterci sempre grande impegno, domenica a maggior ragione visto che sarà una partita insidiosa».

La mentalità. Anche la sfida del “Massimino”, in effetti, sembrava nascondere molte insidie, ma in realtà per il Doria è filato tutto piuttosto liscio. «In molti pensano che a Catania sia stato tutto semplice - dice il mister -. Ma dimenticano che i rossazzurri sono attrezzati molto bene e il fattore casalingo a noi avverso visto che in casa loro han sempre lasciato pochi punti. Noi abbiamo avuto subito una forza mentale importante, magari anche fortuna con quel gol arrivato al 93’, ma lo abbiamo meritato. Abbiamo prodotto un calcio buono, ho visto buona volontà, non si è sottovalutato l’avversario e al tempo stesso non ne abbiamo avuto paura. È questa la squadra positiva che voglio, con tutti i rischi che ciò comporta. A volte tenti di vincere e magari perdi; gli input però devono essere positivi, giocare sempre per vincere, questo è il concetto».

Le ali e la crescita. Per farlo, una carta importante sono gli esterni, molto cari all’allenatore blucerchiato: quello delle ali volanti è ormai divenuto un refrain di casa dalle parti del Poggio: «Le ali volano, è la natura. E le ali fanno parte del gioco. Sulle fasce vogliamo giocatori con queste caratteristiche, abili nell’uno contro uno, in grado di liberarsi e al tempo stesso di liberare gli altri dalla marcatura. Esterni a parte, in generale in questi mesi ho assistito ad una crescita da parte di tutti, anche tattica, di idee, di sviluppo di gioco. L’attenzione c’è, la volontà di attuare un atteggiamento tattico ben preciso pure. Ci sono stati miglioramenti, partire con tre punti dà fiducia e dà la garanzia di star facendo la cosa giusta; ma c’è ancora molto da lavorare».

La difesa e il mercato. Dove occorre lavorare di più? La risposta - secondo la vox populi - pare scontata: la difesa e, in questo senso, l’Udinese sembra un cliente tutt’altro che facile. Del Neri, però, non si spaventa affatto: «Se le nostre punte fanno quello che devono fare non abbiamo problemi. Al Catania abbiamo concesso un tiro e mezzo in 90 minuti e il gol subito è venuto in una situazione occasionale: alla difesa non si può certo dire niente. Rinforzi? La società ha fatto sforzi importanti e abbiamo lavorato in sintonia. Ora vediamo se in questi ultimi giorni di mercato si riesce a trovare una soluzione davanti. Stiamo cercando di fare qualcosa in questo senso visto che ci mancherebbe qualcuno per dare respiro a Cassano, Pazzini e Bellucci. Se riusciamo bene, altrimenti Foti può fare la quarta punta». Per il resto, con Semioli abbiamo deciso di completare un reparto come il centrocampo piuttosto che intervenire sulla retroguardia, dove ci sono margini di miglioramento. Zauri non è certo l’ultimo arrivato, Gastaldello (che domenica potrebbe essere tenuto precauzionalmente a riposo, ndr) è chiamato a fare un campionato importante, mentre Rossi, a mio avviso, non è stato inquadrato bene. A Catania ho visto un giocatore super e quasi nessuno lo ha sottolineato. «Detto questo - conclude il mister - in difesa sono in otto e si giocheranno il posto ogni domenica. Per me chi gioca è uguale a chi non gioca e alla Sampdoria deve dare le stesse garanzie».
 
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~Metziel~™
view post Posted on 31/8/2009, 18:48




Cassano e Castellazzi, due diversi modi di volare
domenica 30 agosto 2009

Il fantasista e l'estremo difensore sono due dei grandi protagonisti della Sampdoria di mister Del Neri. Antonio: «Luca è il terzo portiere d'Italia, stasera è stato il migliore»; il diretto interessato: «Sono soddisfattissimo».
Uno gioca - e come gioca! - e segna, l’altro vola e para. Holly e Benji? No, Antonio Cassano e Luca Castellazzi, due dei tanti volti di questa Sampdoria 2009/10 da copertina, prima in classifica dopo due giornate di campionato. Contro l’Udinese, Fantantonio ispira e chiude i giochi sul 3-1 - e poco male se ha sbagliato un rigore -, il portierone di Gorgonzola ci mette le pezze. Più semplice di così.

Antonio. «Qui ho trovato la continuità e la felicità - ammette il gioiello di Bari Vecchia a fine partita -, vivo in un posto tranquillo dove si lavora bene. Spero di mettere d'accordo tutti, anche se ancora non è così...». Col sorriso sulle labbra e dopo l’ennesima prestazione da manuale, il messaggio non proprio indiretto sembra proprio per il c.t. azzurro Marcello Lippi. «Pazzini continua a fare gol e io gioco bene, non possiamo far altro che andare avanti così e poi vedremo. Oggi la squadra è stata fantastica, ma mi sento di dire che il migliore è stato Castellazzi. Secondo me - conclude Peter Pan -, è uno dei più forti in Italia, davanti a lui solo Julio Cesar e Buffon».

Luca. Modesto, il diretto interessato dei complimenti del compagno Cassano, non sembra però pensare a palcoscenici internazionali. «Io di natura sono pessimista - comincia Castellazzi -, quindi non ci spero più di tanto nella Nazionale. Però non si sa mai. Nel campionato italiano ci sono due portieri sopra gli altri: Buffon e Julio Cesar. Mi sento di dire restanti sono più o meno tutti sullo stesso livello». Il suo di livello, tra un balzo e l'altro questa sera, è stato superlativo: «Sono soddisfattissimo della prestazione sia a livello personale sia a livello di squadra: abbiamo vinto una partita importante. La parata più difficile? Forse quella doppia sugli sviluppi di un calcio d'angolo nel primo tempo, mi sono buttato d'istinto ed è andata bene».
 
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33 replies since 13/3/2009, 17:22   211 views
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