Scopriamo Bolatti, il "Gringo" dell'Huracan
Mediano argentino, ha debuttato in Nazionale con Maradona.
Ha 24 anni, è di proprietà del Porto
dalla Lazio e promosso dal commissario tecnico Diego Maradona, Mario Bolatti ha esordito mercoledì nel centrocampo della nazionale argentina: subito titolare, in coppia con Javier Mascherano, a Mosca contro la Russia di Guus Hiddink, amichevole vinta 3-2 dall’ex “pibe de oro” grazie ai gol di Sergio Aguero (stella dell’Atletico Madrid), Lisandro Lopez (appena passato dal Porto all’Olympique Lione per 24 milioni di euro) e Jesus Datolo, cresciuto nel Boca Juniors e preso dal Napoli nello scorso gennaio.
Visione di gioco e forza atletica, una prova soddisfante, quella di Bolatti, che nel 2007 era stato già convocato in nazionale dal ct Alfio Basile, senza però trovare spazio. Il mediano è rimasto in campo per sessantasette minuti, prima di cedere il posto a Sebastian Battaglia, incontrista del Boca, altro giocatore corteggiato dalla Lazio.
LE CARATTERISTICHE - Governa la manovra e cattura tanti palloni in fase di copertura: Bolatti ha ventiquattro anni ed è stato il centrocampista dal rendimento più alto nel Torneo Clausura. Il giornale argentino “Olè” l’ha indicato come uno dei segreti dell’Huracan, che ha vissuto una stagione emozionante e ha perso lo scudetto all'ultima giornata contro il Velez Sarsfield (0-1, spareggio deciso da Maxi Moralez). Bolatti piace alla Lazio e ha trascinato la squadra di Parque Patricios, quartiere di Buenos Aires, insieme con l'attaccante Matias De Federico, classe ’89, cinque gol, e il trequartista Javier Pastore (’89), sette reti, acquistato dal Palermo di Walter Zenga.
Diciannove presenze, tutte da titolare. Bolatti è l'unico giocatore dell’Huracan a non essere stato mai sostituito dal tecnico Angel Cappa. Si muove davanti alla difesa: è un mediano che costruisce e tampona. Domina il reparto: eleganza e quantità, ma anche potenza nei contrasti. In campo fa valere il suo fisico, il suo metro e 90 (per un peso-forma di 80 chili). E’ ordinato negli appoggi, ha un lancio lungo e preciso, prova spesso il tiro da fuori area ed è molto bravo in elevazione: aiuta la difesa sui calci piazzati e sfrutta le sue doti di saltatore anche negli inserimenti. Ha segnato cinque gol (tre di testa) nel Clausura: ha debuttato il 6 febbraio decidendo subito la sfida (1-0) con il San Martin Tucuman e ha colpito poi contro l'Argentinos Juniors, l'Estudiantes, il Banfield e l'Arsenal Sarandi.
CONTRATTO FINO AL 2011- Il suo cartellino è di proprietà del Porto: la valutazione oscilla fra i quattro e i cinque milioni di euro. Ha un contratto fino al 2011 e può essere tesserato come comunitario (ha il passaporto italiano). All’Huracan è arrivato sette mesi fa con la formula del prestito. In Portogallo era chiuso nel suo ruolo da Fernando e Raul Meireles. Impiegato in Argentina con continuità, Bolatti si è preso la vetrina, proprio come era già avvenuto nel 2006, quando con la maglia del Belgrano era stato la rivelazione del Torneo Apertura: soprannominato il “Gringo”, in quel periodo era stato seguito dalla Juventus, così come aveva ricevuto richieste dal River Plate, dall’Independiente e dal Boca Juniors. Ma nel luglio del 2007 il presidente del Belgrano, Armando Perez, aveva deciso di cederlo al Porto.
All’inizio della carriera, per caratteristiche fisiche, Bolatti era stato paragonato a Fernando Redondo, ex pilastro del Real Madrid e della nazionale argentina. Considerando la struttura atletica e muscolare, può sembrare un po’ lento per i ritmi del calcio europeo, ma è un limite che riesce a compensare grazie al senso della posizione e all’intelligenza tattica. Può essere utilizzato in un centrocampo a quattro, ma è anche in grado di muoversi in una linea a tre. Quest’ultima soluzione l’ha adottata spesso nell'Huracan: al fianco di Bolatti agivano Leandro Diaz e Patricio Toranzo, mentre Javier Pastore giostrava alle spalle delle punte Matias De Federico e Federico Nieto.
LA SCHEDA - Mario Ariel Bolatti è nato a La Para, in provincia di Cordoba, il 17 febbraio 1985. Ha personalità e grinta, fa pressing, ma è corretto: tre cartellini gialli nel Clausura. E solo un rosso in carriera. Nel Belgrano ha vinto un campionato di B e ha realizzato il suo primo gol da professionista il 5 novembre 2006 contro il Quilmes. Centoquindici le partite in Argentina, sei le reti. Nel Porto, invece, è stato utilizzato appena quattro volte da titolare: quindici le presenze nella Superliga, due nella “Taça de Portugal” (la coppa nazionale) e due in Champions League (33 minuti complessivi contro Marsiglia e Besiktas nel 2007).