TALENT SCOUT

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S.S. VIKING
view post Posted on 23/1/2008, 10:27




De Guzman
Maestro delle punizioni. Il Feyenoord sta crescendo un cecchino infallibile


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Nel campionato olandese è il centrocampista con il rendimento più alto. Jonathan de Guzman, vent’anni, passaporto canadese, regista del Feyenoord, lancio lungo e visione di gioco, è un piccolo fenomeno sui calci di punizione. E' cresciuto vicino a Toronto e ha una storia curiosa: il papà è filippino e la mamma è giamaicana. Si è trasferito in Olanda all'età di dodici anni per entrare nel vivaio del Feyenoord, che l’ha tesserato nel 1999 insieme con un altro ragazzo canadese: Brad Parker.

CHELSEA IN AGGUATO - Adesso de Guzman è nel mirino del Chelsea, che l’ha fatto studiare in diverse occasioni da uno dei suoi osservatori: Piet de Visser. Il Feyenoord, però, ha rifiutato gli otto milioni di euro offerti dal club di Roman Abramovich. Jonathan de Guzman, maglia numero 33, ha già avviato le pratiche per ottenere la cittadinanza olandese, come anticipato alla metà di dicembre dal giornale “Algemeen Dagblad“. Molto ordinato e lineare nella distribuzione del pallone, partecipa anche alla fase di filtro. Ha un fratello, Julian, classe ’80, ex Hannover 96 e Saarbrucken, che gioca nel Deportivo La Coruna dal 2005.

LA STORIA - Ha esordito nella Dutch Eredivisie quando non aveva ancora compiuto diciotto anni: a farlo debuttare nella stagione 2005-06, contro l’Heerenveen, è stato Ronald Koeman, che ora guida il Valencia. Jonathan de Guzman è diventato subito titolare: 28 gare e 4 gol nel campionato del battesimo. La sua prima rete l’ha firmata il 30 settembre del 2005 contro il Willem II Tilburg. E’ nato il 12 settembre del 1987 a Scarborough, periferia est di Toronto. E ha prolungato da poco il suo contratto con il Feyenoord fino al 30 giugno del 2010. Il papà è un appassionato di basket: il suo sogno era quello di vedere il figlio protagonista nella Nba con i Toronto Raptors. Il presidente Gerard Kerkum valuta il cartellino di de Guzman sui dodici milioni di euro. Il tecnico Bert Van Marwijk, arrivato quest’anno sulla panchina del Feyenoord dopo una stagione e mezza al timone del Borussia Dortmund, è convinto che il canadese sia già maturo per un club di primissima fascia a livello europeo.

UN NUOVO SNEIJDER - Questo centrocampista ha caratteristiche che si avvicinano a quelle di Wesley Sneijder, passato nella scorsa estate al Real Madrid. Ha la stessa struttura muscolare dell'ex talento dell'Ajax - è alto un metro e 73 per un peso di 65 chili - e trova il gol con facilità: de Guzman è bravo negli inserimenti improvvisi, si smarca con intelligenza e prova spesso il tiro dalla distanza. Ha segnato quattro gol nel suo primo campionato da professionista. L’anno scorso ha realizzato sette reti in trentadue partite. E ora è già a quota sette dopo diciassette gare. In totale nella Duth Eredivisie, finora, ha messo insieme 78 presenze e 18 gol. E’ il secondo cannoniere stagionale del Feyenoord: lo precede il centravanti Roy Makaay (11 reti), ex Deportivo La Coruna e Bayern Monaco.
 
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S.S. VIKING
view post Posted on 24/1/2008, 19:04




Ilsinho
Il nuovo Cafù


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Nome completo Ilson Pereira Dias Junior

Età 22

Nazionalità Brasiliana

Altezza 178

Peso 81

Squadra Shakhtar

Ruolo Terzino Destro/ Centrocampista centrale

I SUOI PRIMI ANNI: Ilson Pereira Dias Junior nasce a São Bernardo do Campo, in provincia di São Paolo il 12/10/1985 ed è un terzino destro dalle spiccate doti offensive. Muove i suoi primi passi calcistici nelle file delle giovanili del Palmeiras e proprio in quella che viene soprannominata l'Academia de Futebol il giovane Ilson si dimostra meritevole dell'esordio in prima squadra al compiere dei 19 anni quando viene aggregato con buon successo alla formazione titolare.

LA FAMA: La stagione al Palmeiras si rivela di altissimo livello e il giovane terzino destro della Palestra Italia conquista la tifoseria Alviverde e una miriade di estimatori in giro per l'Europa e il Sudamerica. Sembra che in quel frangente sia stato molto vicino al Villareal ma per motivi burocratici il trasferimento sia saltato. Infatti Ilsinho pur avendo avviato le pratiche per il passaporto italiano da diverso tempo non gode ancora dello status di comunitario. A testimoniare la bontà della stagione al Palmeiras arrivano i contatti con Santos e Cruzeiro, ma soprattutto col San Paolo che lo preleva approfittando del suo contratto in scadenza sostituendo nel migliore dei modi Cicinho. Il suo addio al Palmeiras non è stato ben accolto dai tifosi, soprattutto per via di alcune sue dichiarazioni in cui definiva il club Alviverde come una buona scuola, ma anche come una barca che stava affondando. Le minacce ricevute dalle frange più estreme del tifo del Palmeiras non ne hanno comunque intralciato l'arrivo al Morumbi.

LA SUA CARRIERA: L'annata 2006-07 al San Paolo è semplicemente straordinaria. Conquista il titolo di miglior terzino destro del campionato e arriva anche la convocazione in nazionale per le amichevoli con Cile e Ghana. Dunga gli concede la gioia dell'esordio proprio nel match contro le stelle nere dell'Africa. Il suo inizio di stagione è talmente buono che il Milan sembrava fortemente interessato a prelevarlo dal San Paolo sfruttando anche le buone relazioni con la dirigenza del club con cui Braida trattò Kakà pochi anni fa. Essendo però arrivato da pochissimo al club di Rogerio Ceni ed essendone letteralmente entusiasmato decise di rimanere ancora al Morumbi, inoltre gli furono fatali ancora una volta i problemi di passaporto. In alcune sue dichiarazioni ha detto che se avesse dato ascolto all'euforia dei primi mesi al San Paolo avrebbe firmato fino al 2029! Le tante buone prestazioni offerte con i Tricolores vengono premiate col trasferimento in Europa, in una delle squadre col budget più alto in assoluto, lo Shacktar di Mircea Lucescu che acquista inoltre Cristiano Lucarelli e Nery Castillo spendendo una cifra vicina ai 40 milioni di euro, di cui 10 solo per Ilsinho.

LE SUE QUALITA’: Ilsinho è un terzino di spinta tipico del calcio brasiliano. Nel San Paolo era molto presente in attacco, ma molto meno difensivamente, vista anche l'attitudine difensiva di Mineiro che copriva durante le sue proiezioni offensive. La sua rapidità gli permette di essere micidiale quando chiede l'uno-due ai compagni e il suo pezzo forte è il dribbling. Possiede una tecnica eccellente e i tifosi del San Paolo lo adorano dal giorno in cui mise a segno il famigerato Elastico su Kleber e Ze Roberto, due dei giocatori più importanti degli odiati cugini del Santos. Viene considerato l'erede di Cafù, anche se in campo è più simile a Dani Alves. In Ucraina è stato acquistato per sostituire Srna che sembrava dovesse partire, il croato invece è rimasto e questo ha convinto Lucescu a provarlo con insistenza in mezzo al campo insieme al suo ex-compagno nelle nazionali giovanili verdeoro Fernandinho. I risultati finora sono stati abbastanza positivi e sebbene il campionato ucraino offra raramente banchi di prova attendibili, in Champions League ha collezionato una media voto eccellente in queste prime apparizioni.

CURIOSITA': E' soprannominato "Queixada" ovvero "Mascella” a causa dei suoi lineamenti spiccati.
 
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S.S. VIKING
view post Posted on 29/1/2008, 22:24




Muamba
Ecco il nuovo Vieira. Il centrocampista del Birmingham è uno dei giovani più corteggiati della Premier


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È stata lunga e complicata la strada che l’ha portato alla ribalta della Premier League. Fabrice Muamba è scappato da bambino con la sua famiglia dallo Zaire, ora Repubblica Democratica del Congo. Aveva undici anni quando sbarcò a Londra con i genitori, che chiesero subito asilo politico. Adesso è uno dei centrocampisti difensivi più corteggiati: gioca nel Birmingham, ha il passaporto inglese e fa parte della nazionale under 21 (cinque presenze). Piace al Manchester United e al Chelsea. È uno dei giovani che potrebbero recitare un ruolo di spicco nel processo di rinnovamento avviato dal commissario tecnico Fabio Capello, chiamato dalla Football Association a prendere il posto di Steve McClaren dopo la mancata qualificazione dell’Inghilterra agli Europei del 2008.

Fabrice Muamba, diciannove anni, nato a Kinshasa, è un mediano con il fisico (un metro e 88), le caratteristiche e la potenza di Patrick Vieira: un paragone pesante, impegnativo, che però è stato avvalorato dalle positive prestazioni di questo centrocampista, capace di recuperare tanti palloni e di distribuirli sempre con intelligenza e lucidità. Muamba è stato scoperto dall’Arsenal e ha svolto la classica trafila nel vivaio del club londinese: tra i suoi maestri ha avuto anche l’irlandese Liam Brady, ex numero dieci della Juventus, della Sampdoria, dell’Inter e dell’Ascoli, ora direttore dell’Accademia dei “gunners”.

Il Birmingham l’ha tesserato nell’estate del 2006 con la formula del prestito: Muamba era stato premiato da poco come miglior giovane nel campionato Primavera. Nello scorso luglio, dopo che il mediano aveva totalizzato 34 presenze nella serie B inglese contribuendo alla promozione in Premier League (secondo posto), sotto la guida dell’allenatore Steve Bruce (ora al Wigan), ha deciso di riscattarlo versando quattro milioni di sterline.

Muamba è cresciuto alla periferia di Londra, a Walthamstow, dove ha frequentato la scuola. Nel 2002 ha fatto il suo ingresso nel settore giovanile dell’Arsenal: ha avuto come compagni anche Francesc Fabregas e Arturo Lupoli. Molto stimato da Arséne Wenger, il centrocampista ha firmato nel 2005 il suo primo contratto da professionista. Il tecnico francese l'ha lanciato con la maglia dei “gunners” il 25 ottobre del 2005: 3-0 contro il Sunderland nella Curling Cup. Ora Muamba si è legato al Birmingham fino al 2010. Lo scorso 21 agosto ha debuttato nella nazionale under 21 diretta da Stuart Pearce (ex terzino del Nottingham Forest), dopo che si era distinto con la maglia dell’under 19. Pearce l’ha fatto esordire a Bristol contro la Romania: gara terminata 1-1. È entrato in campo nel secondo tempo, al 18’, al posto di Michael Johnson, classe ’88, quattordici presenze e due gol nel Manchester City di Sven Goran Eriksson.

Muamba, nella nazionale di Pearce, gioca con l’attaccante Theo Walcott (’89), stella dell’Arsenal. Protagonista un anno fa nella Championship (la serie B inglese), il centrocampista sta confermando le sue qualità anche in questa stagione, alla prima esperienza in Premier League: finora ha totalizzato 22 presenze e anche il nuovo allenatore, lo scozzese Alex McLeish, lo considera una pedina molto importante. È uno dei giocatori più amati dai tifosi del St. Andrew’s Stadium. Muamba è un ragazzo dalla forte personalità: ha perso anche un fratello, Ilunga, a causa delle tensioni politiche avvenute in passato nella Repubblica Democratica del Congo (ex Zaire). «Sono molto orgoglioso di Fabrice - ha dichiarato il papà Marcel a Roy Shepherd di “Timesonline” - La nostra famiglia ha sofferto tanto perché è stata costretta a lasciare il proprio paese. Sono felice che Fabrice stia realizzando il sogno di diventare un grande giocatore».

 
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GIUSEPPE 1989
view post Posted on 30/1/2008, 22:17




Generazione di fenomeni: Mario Balotelli,altro che Martins!

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Nome completo
Mario Balotelli Barwuah

Luogo di nascita
Palermo

Data di nascita
12 Agosto 1990

Nazionalita'
Italiana

Altezza
188

Peso
87

Ruolo
Prima Punta


Se non ci fossero le prove, la parabola calcistica di Mario Balotelli verrebbe scambiata probabilmente per una di quelle improbabili storie veicolate dai cartoni animati giapponesi. L’infanzia difficile, il pallone come unica arma di riscatto sociale e un sogno nel cassetto: quello di diventare calciatori, bruciando tutte le tappe alla velocità della luce. Eppure, è davvero ciò che sta succedendo a questo sedicenne (compirà i 17 anni ad agosto), bresciano d’adozione, artefice sabato sera del successo interista nella finale del campionato Primavera. La partita con la Samp è difficile da sbloccare? Niente paura, ci pensa “Super Mario” come lo chiama ormai la sua nutrita claque di tifosi: rigore procurato e realizzato senza tremare al 44’ del secondo tempo. Roba da veterani, difficile da ipotizzare per chi – come Balotelli – è ancora in età da “Allievi”. Ma altresì roba da campioni: e qui nessuno pare avere più dubbi, il giovane cresciuto nel Lumezzane ha davvero le stigmate per diventare un big del calcio futuro.

La sua storia assomiglia però davvero ad una favola. Il piccolo Mario nasce a Palermo il 12 agosto 1990 ma si trasferisce già all’età di due anni a Brescia, dove la sua famiglia adottiva – i Balotelli appunto – inizia a prendersi cura di lui come un figlio vero. Il campo di calcio diventa ben presto l’habitat naturale del ragazzo, che brucia le tappe a tempi record. A 11 anni approda al Lumezzane e a 15, per lui, è già tempo di esordio in C1, con la squadra allora diretta da Salvioni che, abbagliato dall’eleganza dell’attaccante, decide di chiedere una deroga alla Lega per farlo debuttare prima del sedicesimo anno di età, come da regolamento professionistico. Il passo dalla provincia bresciana ad Appiano Gentile è breve, ma prima Mario – in una trama da film – passa persino dal Camp Nou, per effettuare un provino con il Barcellona.

Tutti lo vogliono, tutti lo cercano (comprese le nazionali giovanili italiani, che non possono però ancora schierarlo per problemi burocratici: ghanese di nascita, il suo vero cognome è Barwah) e alla fine è proprio l’Inter a strappare il sì dei fratelli Corrado e Giovanni, da sempre al fianco di Mario cui vogliono garantire una buona scuola oltre che una società di successo. Il resto è storia recente: quest’anno, Balotelli è riuscito nuovamente a bruciare le tappe e a stupire. Macchina da gol neglI Allievi Nazionali, è stato ben presto promosso alla Primavera nerazzurra in cui ha continuato a segnare a raffica (media di quasi un gol a partita) fino a sabato sera in quel di Bressanone, dove ha ricevuto la definitiva consacrazione. Ora viene il difficile per lui: dovrà essere più forte delle grandi attese che ormai il suo nome porta inevitabilmente con sé. A Lumezzane chi lo conosce bene però giura: «Mario non si smarrirà e diventerà il campione che merita di essere: è un ragazzo davvero speciale, il numero uno
 
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GIUSEPPE 1989
view post Posted on 31/1/2008, 10:05




Boubacar Sanogo

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Ci ha messo un po’ per farsi notare, ma adesso sembra impossibile fermarlo. Boubacar Sanogo, ex mister nessuno del calcio ivoriano e della Bundesliga, è una delle punte più in forma di questo avvio di stagione e si sta facendo notare da parecchi addetti ai lavori. Addetti che probabilmente l’anno scorso dormivano mentre Sanogo cercava di salvare da solo il Kaiserslautern.

Punta di peso, con un fisico possente, ma dotato di rapidità impressionante e senso del gol clamoroso, Sanogo è cresciuto in maniera esponenziale, aggiungendo alle doti che gli ha fornito Madre Natura, una capacità di leggere le situazioni da far invidia a tanti “colleghi”. Alla corte di Doll sta facendo benissimo, ha trovato la giusta continuità e qualsiasi palla passi dalle sue parti diventa oro luccicante. Nello scacchiere dell’ambizioso Amburgo è ormai una pedina insostituibile, così come in Nazionale, dove si candida ad essere la spalla perfetta di Didier Drogba.

Carattere tranquillo, buona personalità, Sanogo farebbe benissimo anche in un campionato stressante e stressato come il nostro. Unico limite: tecnicamente non è un drago, i piedi sono potenti, ma la precisione ogni tanto diventa un optional. Se lima questo difettuccio può garantirsi una seconda metà di carriera a livelli altissimi. Pronto ad esplodere.


LA SCHEDA

Luogo e data di nascita: Costa d’Avorio, 2 febbraio 1978

Ruolo: attaccante

Squadre di club: Kaiserslautern, Amburgo

Presenze in Bundesliga: 27

Gol in Bundesliga: 13

Precedenti puntate
 
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GIUSEPPE 1989
view post Posted on 31/1/2008, 10:25




Theo Walcott

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Luogo e Data di nascita: Newbury (Gran Bretagna) 16 Marzo 1989

Ruolo: Attaccante

Altezza: 1,76 m

Peso: 68 kg

Squadre di club: Southampton, Arsenal

Presenze in First Division: 24

Goal in First Division: 4

Presenze in Premier League: 1

Reti in Premier League: 0
In Italia si è cominciato a parlare molto di lui soltanto questa estate, quando Eriksson ha deciso di portarlo in Germania, vista la mancanza cronica di punte affidabili. Basti però pensare che per lui è rimasto a casa Defoe per renderci conto della considerazione che lo staff tecnico inglese ha di questo diciassettenne.

Nato a Newbury, nel Berkshire, il 16 marzo 1989, il padre inglese e la madre delle Barbados lo crescono in un paese piccolissimo, Compton, che conta meno di 3000 abitanti. Nelle giovanili della locale squadra del Newbury disputa una grande stagione, tanto da essere notato dallo Swindon Town, che lo ingaggia quando è ancora undicenne. Dopo solo mezza stagione è il Southampthon che si accorge di lui e lo mette sotto contratto. Nel 2004 è il più giovane giocatore dei biancorossi ad aver giocato nella squadra riserve, mentre nel 2005 lo stesso record arriva nella prima squadra, a soli 16 anni e 143 giorni. Le sue prestazioni da titolare sono di ottimo livello e con i suoi gol il ragazzino si fa notare da tutta l'Inghilterra. La valutazione del giovane attaccante sale alle stelle, tanto che l'Arsenal lo soffia alla concorrenza di tutta Europa pagando 7 milioni di sterline.

Un destro portentoso e una velocità paragonabile a quella di Henry fanno di Theo un attaccante dal potenziale devastante. Può giocare sia al centro che più defilato, dove può sfruttare al meglio il suo talento nel puntare l'uomo. La media realizzativa nelle giovanili è stata sempre altissima e nella prima squadra del Southampton ha realizzato 4 gol in 21 partite nella First Division. Certamente per un sedicenne non è malissimo come score. Rooney ha affermato di non essere stato così forte all'età di Theo e se lo dice il più precoce talento della storia del calcio inglese c'è da stare attenti
 
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GIUSEPPE 1989
view post Posted on 31/1/2008, 11:11




Salomon Kalou
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Salomon Kalou (Oumé, 5 agosto 1985) è un calciatore ivoriano che gioca nel Chelsea e nella Nazionale ivoriana.

È un attaccante, ma è anche abile a giocare come ala. Preferisce agire sulla fascia destra, dato che ciò gli dà l'opportunità di svariare verso il centro di tirare con il piede destro (che è il suo piede preferito). Comunque, è anche capace di spedire verso il centro dell'area precisi cross.

Carriera:

Comprato nel 2003 dal Feyenoord dopo alcune presenze con l'Excelsior, è stato acquistato dal Chelsea, squadra inglese, nel 2006. Era stato richiesto anche dal Gaziantepspor, ma il presidente del Feyenoord rifiutò di lasciarlo andare in Turchia, preferendo cederlo ai Blues.


Stagione Squadra Competiz. Gare Gol
2003-04 Excelsior Rotterdam Eerste Divisie 11 4
2003-04 Feyenoord Eredivisie 2 0
2004-05 Feyenoord Eredivisie 31 20
2005-06 Feyenoord Eredivisie 34 15
2006-2007 Chelsea FA Premier League 27 6
2007-2008 Chelsea FA Premier League 26 6
Totale 124 49

Talento dell'anno del campionato olandese nel 2005

 
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GIUSEPPE 1989
view post Posted on 31/1/2008, 13:19




Hatem Ben Arfa

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Hatem Ben Arfa (Clamart, Francia, 7 marzo 1987) è un calciatore francese di origini algerine.

Mezzapunta di spiccate qualità tecniche e molto abile nell'uno contro uno, è cresciuto nelle giovanili del prestigioso Olympique Lyonnais ed è diventato ben presto uno dei giovani più promettenti del calcio francese e titolare inamovibile della Francia Under-21. Il suo talento era già visibile fin da giovanissimo ma l'esser cresciuto in questi anni affianco a calciatori del calibro di Florent Malouda, Juninho Pernambucano e Sidney Govou lo ha fatto maturare in pochissimo tempo.
Ha già vinto due scudetti (2004-2005,2005-2006) essendo aggregato stabilmente alla prima squadra nonostante la giovane età.
Conta 23 presenze nel campionato di calcio francese e 5 nella Champions League. È considerato uno dei giovani più promettenti del calcio francese e forse addirittura internazionale.

 
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GIUSEPPE 1989
view post Posted on 31/1/2008, 14:55




Royston Drenthe

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Royston Ricky Drente (Rotterdam, 8 aprile 1987) è un calciatore olandese che gioca come difensore-centrocampista nel Real Madrid e nella Nazionale dell'Olanda.

SUOI PRIMI ANNI: Royston Drenthe nasce a Rotterdam l’8 Aprile 1987 e già all’età di otto anni entra a far parte della prestigiosa compagine del Feyenoord, squadra nella quale farà tutta la trafila dalle giovanili fino alla prima squadra. Pur mostrando fin da giovanissimo doti fuori dal comune, il giovane Royston lascia parlare di se’ più per il suo carattere difficile che per le indiscusse qualità, tanto che per via di ripetuti comportamenti indisciplinati proprio quando sembra pronto al salto in pianta stabile in prima squadra, viene sospeso per lungo tempo e retrocesso in formazione C. A fine stagione il nome di Drenthe risulta tra quello dei cedibili e Royston cambia squadra ma non città visto che si trasferisce all’Excelsior dove sotto l’attenta guida di Marco van Lochem cambia posizione in campo, passando dal ruolo di ala sinistra al ruolo di terzino. Durante i due anni all’Excelsior Drenthe matura come uomo e come giocatore e, alle già eccezionali qualità tecniche aggiunge ottime doti in fase difensiva.

ROTTA VERSO IL SUCCESSO: Al Feyenoord non sfuggono i miglioramenti del giovane talento e nel 2005 gli viene proposto un contratto da professionista. Drenthe non si lascia sfuggire l’occasione e dopo una prima stagione d’apprendistato in “Erdivisie” dove colleziona pochissime presenze, nella stagione 2006/07 si afferma e diventa titolare inamovibile e idolo di una tifoseria che in lui rivede le qualità del grande Edgar Davids, alternando grandi giocate ed interventi da grande difensore. Il suo nome è ormai sui taccuini di tutti gli addetti ai lavori e, la definitiva consacrazione arriva durante gli Europei Under 21 dove Drenthe guida l’Olanda al successo finale, mostrando grandi attitudini da uomo squadra e meritandosi il premio di miglior giocatore della competizione.

LE SUE QUALITA’: Mancino naturale, sa ricoprire tutti i ruoli sulla fascia sinistra. Dotato di una tecnica fuori dal comune, con il suo sinistro può inventare ciò che vuole, ma ciò che stupisce è che abbina alla sua classe straordinaria una grinta fuori dal comune ed una duttilità tattica inconsueta per un ragazzo della sua età. Ottimo tiratore, ha una delle sue forze nella velocità d’esecuzione, qualità questa che gli permette dribbling fulminanti.

IL SUO FUTURO: Le recenti prestazioni di Drenthe all’Europeo Under 21 hanno scatenato un’autentica asta con molti dei migliori club europei pronti a far follie pur di accaparrarsi le prestazioni del baby fenomeno “orange”. Il prezzo del suo cartellino supera già gli otto milioni di euro, ma è una cifra accessibile se si considera che è certamente uno dei più grandi talenti europei.

CURIOSITA’: Nel vederlo giocare non si può non notare un’incredibile somiglianza con Edgar Davids. Stessa capigliatura, stesse movenze, stesso ruolo e stessa grinta. A chi gli ha fatto notare questa straordinaria somiglianza, Drenthe ha candidamente ammesso che fa di tutto per somigliare al suo grande idolo: “Da piccolo l’ho incontrato e non stavo piu’ nella pelle dall’emozione – ha dichiarato di recente Royston – lo guardavo e dicevo ‘Voglio diventare come lui”’. Che sia stata semplicemente una profezia?

 
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GIUSEPPE 1989
view post Posted on 2/2/2008, 10:59




Pedro Mantorras, la nuova perla nera del calcio mondiale

Dalla povertà dell'Angola al Benfica, ed ora Milan o Barcellona. Ecco il ritratto del centravanti di colore che sta facendo impazzire il mondo. E chi l'ha visto giocare è già pronto a scommettere: sarà lui l'erede di Eusebio.

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Data e luogo di nascita:
18/03/1982, Angola
Squadra: Benfica
Ruolo: Centravanti
Altezza: 178cm.
Peso: 77 kg.


Molti sono i giovani che promettono un futuro scintillante. Pochissimi quelli che superano il successo immediato e tutte le sue conseguenze. La critica che oggi scrive il tuo nome in cielo, domani sarà pronta a mandarti all’inferno. Ma Pedro Mantorras, figlio di una terra falcidiata dalla rivalità umana e orfano di padre e madre, l’inferno lo conosce già.
Il suo trasferimento dall’Alverca, società nella quale è professionalmente nato, al Benfica e’ stato senza alcun dubbio il grande colpo del mercato portoghese di quest’anno. Probabilmente questa notizia di mercato assumera’ sempre maggiore importanza anche oltre confine: per adesso lo vuole il Milan. Ma è almeno da un paio di stagioni che gli uomini di mercato dei grandi club europei seguono con attenzione la vicenda contrattuale del ragazzo angolano. Da qualche anno infatti Mantorras fa parlare di sé: durante il ’98 fu il Barcellona che provò ad intavolare una trattativa con l’Alverca, ma era evidentemente troppo presto. Sia per volontà del calciatore (attaccatissimo ai colori della società che lo ha cresciuto), che per una certa distanza di vedute fra le parti, i catalani finirono per tirarsi indietro. E’ noto, le “majors” del calcio mondiale ed in particolare europeo scommettono su un giovane solo pochi soldi, preferendo dirottare l’investimento cospicuo su un nome gia’ conosciuto, che magari possa dare una rendita immediata anche nel settore pubblicitario e del merchandising. I portoghesi dell’Alverca, d’altro canto, erano già convinti dell’assoluto valore di Pedro e non volevano privarsene prematuramente, sicuri che quel ‘cavallo’ fosse di razza e non potesse essere valutato come un ronzino qualsiasi.
Il presidente alvercano Luis Filipe Vieira, uomo di incontestabile spessore umano e sportivo, ha detto senza peli sulla lingua che “Pedro Mantorras sarà per l’Angola ciò che Eusebio fu per il Mozambico. E finirà per brillare nel firmamento del calcio mondiale”. Potrebbe sembrare una sparata per un ragazzino di 18 anni. Ma tutti i più grandi sono sbocciati più o meno a questa età, Perla Nera inclusa. Inoltre, la dirigenza dell’Alverca ha sempre sostenuto che del destino di Pedro Mantorras ne poteva disporre solo lui stesso. Può sembrare una considerazione banale, ma spesso far parte di una società attenta anche alle tue esigenze umane è una gran fortuna se sei solo un ragazzino di 18 anni. Talenti del genere rischiano sempre di bruciarsi nell’età più verde proprio perché in loro si ripongono eccessive speranze. Crescere invece in un contesto più latente e marginale, che magari fa del vivaio la risorsa principale e ha mire di classifica non eccelse, ha significato per il centravanti la possibilità di giocare continuativamente senza sovraccarichi di responsabilità.
Fonde con equilibrio le radici angolane e quelle portoghesi: è dotato per grazia d’etnia di un fisico potente, agile, muscoloso e scattante; ma avendo ‘studiato’ calcio in Portogallo ha appreso dai più grandi maestri una tecnica sopraffina. Non si tratta ancora di una punta da trenta gol a stagione. Anzi, è probabile che per via della grande inventiva e dell’ottima visione di gioco prima o poi arretri il suo raggio d’azione fino alla trequarti. Eccelle nel controllo di palla ed è imprevedibile nello spazio stretto, in cui sa districarsi con una naturalezza sconcertante grazie ad un (quasi) infallibile dribbling.
La trattativa con il Milan prosegue sottotraccia. Nel capoluogo lombardo si tende a giocare al ribasso, facendo leva sulla ancor giovane età. Ma l’attuale quotazione di 30 miliardi sembra tutt’altro che eccessiva. Se Braida e Galliani non agiranno con tempestività, potranno essere insidiati da quel Barcellona che di Mantorras conosce ormai vita, morte e miracoli. Senza contare che le sue prestazioni continuano ad essere assai brillanti, la qual cosa conferisce al Benfica la facoltà di alzare il prezzo o addirittura di metterlo fuori mercato (a Lisbona è già il beniamino della platea).
Nell’attuale campionato, crediamo, lotterà fino alla fine per il titolo nazionale. O comunque per i primi posti della Primeira divisão. Gli avversari, ormai persuasi della sua pericolosità, saranno ben più accorti che in passato. I marcatori non lo risparmieranno e gli riserveranno trattamenti su misura. I suoi errori, le sue debolezze, le sue pause saranno osservate al microscopio della stampa e dell’opinione pubblica sportiva. Proprio così: chi oggi scrive il tuo nome in cielo, domani sarà pronto a mandarti all’inferno. Ma Pedro Mantorras, figlio di una terra falcidiata dalla rivalità umana e orfano di padre e madre, l’inferno lo conosce già.
 
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S.S. VIKING
view post Posted on 5/2/2008, 08:54




Bojan Krkic
Fenomeno serbo-spagnolo. Non ha ancora 18 anni e fa già parte del giovanissimo trio delle meraviglie del Barcellona, insieme a Messi e Dos Santos


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Il suo cartellino non è costato nemmeno il prezzo di telefonata, come raccontano gli osservatori del Barcellona quando parlano della scoperta di Bojan Krkic, diciassette anni, attaccante, quattro gol nella Liga, più di novecento reti nei campionati giovanili, ambidestro, tecnica fenomenale, difficile da marcare per la straordinaria rapidità d’esecuzione. A raccomandarlo è stato il papà, che lavora come talent-scout per la società blaugrana dal 1997. Dopo Lionel Messi e Giovani dos Santos, Bojan Krkic è l’ultimo marchio di fabbrica di un vivaio favoloso, diretto dal basco Josè Ramon Alexanco, una carriera da ruvido stopper (499 presenze con Atletico Bilbao, Alaves e Barcellona) prima di essere nominato nel 2005 responsabile del settore giovanile del club catalano.

NUOVO FENOMENO - Il presidente Joan Laporta lo considera il simbolo di un Barcellona che sta costruendo in casa i suoi campioni del futuro. Bojan Krkic aveva nove anni quando fu accompagnato dal papà nella “cantera” del Barcellona. Come Messi e Giovani dos Santos, anche questo attaccante di sangue serbo e passaporto spagnolo è stato valorizzato e lanciato nel calcio professionistico da Frank Rijkaard. Il tecnico olandese lo provò l’anno scorso in un’amichevole (vinta per 4-0) contro gli egiziani dell’Al-Ahly: in quell’occasione, era il 24 aprile 2007, Bojan incantò tutti segnando anche un gol. Rijkaard lo stava seguendo da diverso tempo: con il Barcellona B, nella passata stagione, Bojan Krkic aveva realizzato dieci gol in ventidue gare.

PUPILLO DI RIJKAARD - Da sei mesi è stato inserito in prima squadra, guadagnandosi la stima di Rijkaard. Ha esordito il 16 settembre nella trasferta (0-0) sul campo dell’Osasuna, mentre il 20 ottobre ha siglato il suo primo gol nella Liga contro il Villarreal, diventando il più giovane goleador nella storia del Barcellona, anche se la squadra di Rijkaard è stata sconfitta per 3-1. Tutti lo chiamano Bojan. Non ha un gran fisico: è alto un metro 70 per un peso di 65 chili, ma è ancora giovanissimo (28 agosto 1990) e sotto il profilo muscolare è in fase di costante evoluzione. Il segreto del suo calcio è una splendida miscela fra classe e velocità. Finora, nella Liga, è stato utilizzato diciotto volte: sette da titolare e undici partendo dalla panchina. Rijkaard l’ha tenuto in campo per 738 minuti. Quattro i gol di Bojan: contro il Villarreal (1-3, ottava giornata), il Recreativo Huelva (3-0, tredicesima giornata), il Real Murcia (4-0, diciannovesima giornata) e l’Atletico Bilbao (1-1, ventunesima giornata). Sono cinque, invece, le presenze di Bojan in Champions League: il battesimo risale al 19 settembre, quando Rijkaard l’ha fatto entrare a tre minuti dalla fine della gara (3-0) contro il Lione al posto di Messi.

FORTE PERSONALITÀ - Questo attaccante ha ancora l’età di un baby della Primavera, ma di lui colpisce anche la personalità: riesce a leggere con abilità le situazioni che si vengono a creare in campo, difende il pallone con la furbizia e l’astuzia di un giocatore maturo, passa da una fascia all’altra per non concedere punti di riferimento ai difensori, parte spesso da lontano per sfruttare il cambio di marcia. Bojan ha firmato con il Barcellona un contratto fino al 2012 e il presidente Joan Laporta ha già annunciato che questo ragazzo (nato a Linyola, comune catalano di 2.300 abitanti) non lascerà mai la maglia blaugrana. In Spagna lo paragonano a tanti campioni: c’è chi lo considera l’erede di Shevchenko per la spietata capacità di trovare il gol, c’è chi lo accosta a Kakà per la progressione e la tecnica, c’è chi lo considera un piccolo Cruyff. Il suo calcio è allegria e divertimento, ma Bojan Krkic non si allontana dal presente e dalla realtà: è il primo a capire che gli esami sono appena cominciati. «Nel momento in cui scendo in campo - ha detto in passato al sito uefa.com - voglio giocare a pallone e dimenticarmi di tutto il resto».

L'EUROPEO UNDER 17 - È figlio d’arte: il papà è serbo, ha il suo stesso nome e ha giocato nel Mollerussa, nella Stella Rossa e nell’Ofk Belgrado, disputando anche sedici partite con l’under 21 dell’ex nazionale jugoslava. La mamma, invece, è spagnola: si chiama Maria Luisa Perez e in passato ha fatto l’infermiera. Bojan Krkic è già diventato uno dei tesori delle nazionali giovanili della Spagna: nel 2006, in Lussemburgo, all’età di quindici anni, ha conquistato il terzo posto con l’under 17 ed è stato il miglior cannoniere (con cinque gol) della manifestazione. Sempre con l’under 17 spagnola, allenata da Juan Santisteban, ha vinto il campionato Europeo nel 2007: suo il gol decisivo, all’inizio del secondo tempo, nella finale (1-0) contro l’Inghilterra di John Peacock a Tournai, in Belgio.
 
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GIUSEPPE 1989
view post Posted on 8/2/2008, 19:57




Generazione di fenomeni: Christian Gentner

Prodotto del fertile vivaio dello Stoccarda, Christian Gentner, nazionale tedesco under 20, è un centrocampista di cui sentiremo parlare parecchio in futuro. Chiedere referenze a Giovanni Trapattoni, che l’ha fatto debuttare in Bundesliga nell’ultima stagione. Alto quasi un metro e novanta, Gentner può disimpegnarsi con uguale efficacia sia centralmente che nel ruolo di esterno.

Il direttore sportivo dello Stoccarda, Horst Heldt, pienamente consapevole di avere in casa un gioiellino, all’inizio dell’anno gli ha prolungato il contratto fino al 2010. Dovendo paragonarlo a qualcuno, ci viene in mente Bastian Schweinsteiger. A differenza del giocatore del Bayern, Gentner appare più portato per la fase offensiva e meno disposto al sacrificio. Teniamolo d’occhio.


Luogo e data di nascita: Nurtingen (Germania) 14 Agosto 1985

Ruolo: centrocampista esterno-centrale

Squadre di club: Stoccarda

Presenze in Bundesliga: 23

Gol in Bundesliga: 1
 
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S.S. VIKING
view post Posted on 21/2/2008, 21:53




Rafinha, il nuovo Cafu è in Germania
Gioca nello Schalke 04 il ventiduenne terzino destro che ha già conquistato la Bundesliga e che sogna il Barcellona


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Ha le stesse caratteristiche del suo idolo Cafu ed è considerato il più forte terzino destro del campionato tedesco: si chiama Rafinha, ha 22 anni, è brasiliano e gioca nello Schalke 04, che ha blindato il suo cartellino fino al 2011. E’ un’altra delle scoperte del club di Gelsenkirchen: le quotazioni di questo difensore sono in grande ascesa, così come quelle del centrocampista Ivan Rakitic, classe ’88, nazionale croato, prelevato in estate dal Basilea e corteggiato dall'Inter.

LA SCHEDA - Corsa, progressione, agilità, un buon dribbling, la capacità di sovrapporsi ai centrocampisti e di confezionare cross, ma anche una crescita costante in fase difensiva. Rafinha, alto un metro e 71 per un peso di 66 chilogrammi, è stato acquistato nel 2005 per quattro milioni di euro. In tre stagioni il suo valore si è quasi triplicato, in base alle richieste dello Schalke 04. Adesso Rafinha costa intorno agli undici milioni di euro. A sette anni ha cominciato a giocare a calcetto: fu tesserato dal Londrina, prima di passare alla Juventus e al Sao Paulo.

CRESCIUTO NEL CLUB DI DIDA E ALEX - Al calcio è arrivato nel 2001, ingaggiato dal Coritiba (che nella sua storia ha vinto solo uno scudetto, nel 1985), la stessa società che ha lanciato in passato Dida, Cleber, Mozart, Liedson, Evair e Alex. Trentasette presenze e 3 gol in Brasile, con la maglia del Coritiba, sono state sufficienti a Rafinha per farsi acquistare dallo Schalke 04 e per entrare, con la fascia di capitano al braccio, nella nazionale brasiliana under 20, sotto la guida di Carlos Alberto Parreira. Nel 2005 si è piazzato al terzo posto al Mondiale under 20 in Olanda: 2-1 contro il Marocco nella finale per la medaglia di bronzo. Otto partite e due gol per Rafinha. In Germania è subito diventato titolare, prima con il tecnico Oliver Reck e poi - dal 2006 - con Mirko Slomka: 29 gare nel campionato d’esordio, 31 partite e 2 gol nello scorso torneo, 20 presenze (mai sostituito) e 2 gol (su rigore) nella stagione attuale contro l’Arminia Bielefeld e l’Hertha Berlino. «È un fenomeno», ha sottolineato in diverse occasioni Slomka, 40 anni, allenatore dello Schalke 04.

BENITEZ STREGATO DAL BRASILIANO - Marcio Rafael Ferreira de Souza, che si fa chiamare Rafinha, è stato uno dei protagonisti della sfida d’andata in Champions League con il Porto, vinta 1-0 dalla squadra tedesca grazie a un gol di Kuranyi. Il Liverpool lo tiene sotto osservazione: il giocatore piace molto a Rafa Benitez. «Il mio idolo è Cafu, così come da bambino ero affascinato da Romario», ha raccontato attraverso il suo sito internet. Guadagna seicentomila euro a stagione e ha un sogno: «Un giorno vorrei giocare nel Barcellona».
 
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S.S. VIKING
view post Posted on 28/2/2008, 14:55




Theo Walcott
Il gioiello dell'Arsenal. Rapido, tecnico, cinico: Theo Walcott, punta di diamante che ha conquistato i Gunners e l'Inghilterra


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Nel giro di cinque minuti, alla sua quinta presenza stagionale da titolare in campionato, ha segnato sabato scorso i suoi primi due gol in Premier League contro il Birmingham (2-2). Theo Walcott, classe ’89, è uno dei nuovi patrimoni dell’Arsenal e passa già per un fenomeno. E’ anche il più giovane giocatore ad aver indossato la divisa della nazionale inglese: ha esordito il 30 maggio 2006, a 17 anni e 75 giorni, in amichevole con l’Ungheria (3-1) all’Old Trafford. Walcott è un attaccante: ha un piede destro magico e un impressionante cambio di marcia. Sta seguendo la scia dei ragazzi- meraviglia che sono saliti precocemente alla ribalta nel calcio inglese, come Michael Owen e Wayne Rooney. Quest’ultimo lo ha elogiato in diverse circostanze: «Alla sua età, io non ero bravo come Theo», ha dichiarato il talento del Manchester United.

CAPITANO DELL'UNDER, ALL'ARSENAL PER 7 MLN DI EURO - Walcott è il capitano dell’under 21 allenata da Stuart Pearce: 14 presenze e 5 gol, l’ultimo dei quali realizzato lo scorso 5 febbraio contro l’Irlanda a Southampton. Festeggerà diciannove anni il 16 marzo, questo attaccante che Arséne Wenger ha pescato giovanissimo nel Southampton: il tecnico francese lo fece acquistare dall'Arsenal nel gennaio del 2006. Un investimento di sette milioni e mezzo di euro, dopo che Walcott aveva dato spettacolo nella serie B inglese con la maglia del Southampton: ventuno partite e quattro gol nel 2005-06 con i “Saints”, che all’epoca avevano in squadra anche il terzino sinistro Gareth Bale, classe ’89, passato poi al Tottenham, e l’esterno sinistro polacco Kamil Kosowski, provato e bocciato dal Chievo.

ERIKSSON STREGATO LO PORTÒ AI MONDIALI IN GERMANIA - Non c’è solo Wenger ad aver indirizzato la storia di Walcott, che è stato scoperto e portato in nazionale da Sven Goran Eriksson, colpito dalla velocità e dalla classe di questa punta, capace di partire sulla fascia e di accentrarsi con straordinario tempismo. Lo svedese decise di inserirlo a sorpresa nella lista dei convocati dell’Inghilterra per il Mondiale del 2006 in Germania. Walcott, soprannominato “the tiger” (la tigre), era già passato dal Southampton all’Arsenal, ma non aveva ancora debuttato in Premier League. Eriksson lo aveva seguito quando Theo giocava nel Southampton e con grande coraggio decise di includerlo nel gruppo dei ventitré. Non lo fece mai giocare in Germania, tanto da scatenare le critiche dei tabloid, che avrebbero preferito vedere in rosa Darren Bent (18 gol in 36 partite nel 2005-06 con il Charlton e ora al Tottenham) considerando l’infortunio di Owen e i problemi fisici di Rooney, reduce da una frattura al piede.

UN PRIMATO DOPO L'ALTRO - I record stanno scandendo la sua carriera. E’ stato anche il più giovane calciatore a giocare con il Southampton: aveva 16 anni e 143 giorni quando il tecnico George Burley lo fece entrare in campo nella ripresa durante la sfida di campionato con il Wolverhampton (0-0). Il Southampton l’ha fatto entrare nel circuito del calcio professionistico, ma Walcott ha cominciato la sua carriera giovanile nell’Afc Newbury: in una stagione segnò più di cento gol, prima di trasferirsi a undici anni allo Swindon Town e dopo sei mesi al Southampton. Il suo primo gol con l’Arsenal l’ha realizzato il 25 febbraio del 2007 in occasione della finale della Carling Cup, giocata a Cardiff e persa (1-2) dai “Gunners” contro il Chelsea: Walcott trovò la rete dopo appena undici minuti. Un sogno spezzato poi da una doppietta di Drogba. Il baby d’oro di Wenger abita a Hertfortdshire, vicino al campo di allenamento dell’Arsenal, con i suoi genitori Don e Lynn: il papà è inglese, mentre la mamma è delle Barbados. E’ nato a Newbury ed è cresciuto a Compton.

WENGER STA CRESCENDO UN CAMPIONE - Wenger lo sta facendo crescere senza pressioni: è stato graduale l’inserimento dell’attaccante. Sedici presenze nello scorso campionato, partendo sempre dalla panchina. Solo cinque gare da titolare in questa stagione, durante la quale Walcott ha firmato anche due assist in Premier League, un gol in FA Cup e due reti in Champions League contro lo Slavia Praga lo scorso 23 ottobre (la prima gemma sfruttando un rinvio sbagliato del portiere Vaniak e la seconda grazie a un assist del bielorusso Hleb). Wenger lo considera un talento di altissimo profilo: «E’ duttile, posso farlo giocare al centro o sulla fascia, senza alcuna differenza. Se punta il difensore, è finita, non riesci più a prenderlo». E’ alto un metro e 76 per un peso-forma di 70 chili. E’ stato protagonista con le rappresentative under 17 e under 19. Nell’Arsenal indossa la maglia numero 32. Il calcio è una grande passione di famiglia. Anche Jacob Walcott, il cugino dell’attaccante dell’Arsenal, sembra destinato a una brillante carriera: gioca come centrocampista nelle giovanili del Reading e fa parte della nazionale inglese under 16. Wenger si è già appuntato il suo nome.

 
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S.S. VIKING
view post Posted on 29/2/2008, 13:54




Lisandro Lopez, bomber del Porto
L'attaccante argentino sfiorò l'approdo in Italia con il Genoa, poi travolto dallo scandalo della valigetta e retrocesso. Finì al Porto, dove ora strabilia

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Ha dovuto rinunciare all’Italia per una storia di corruzione. Aveva un biglietto aereo per Genova: un viaggio annullato a causa di una valigetta con 250.000 euro e di una partita, Genoa-Venezia dell’11 giugno 2005, inquinata dai sospetti e finita nelle aule del tribunale. Lisandro Lopez, 24 anni, centravanti argentino del Porto, era stato promesso dal Racing alla società rossoblù. Una brutta vicenda che costò al Genoa (allenato all’epoca da Serse Cosmi) non solo la mancata promozione in A ma anche la retrocessione in C: senza quello scandalo, probabilmente, Lisandro Lopez giocherebbe adesso in Italia con la squadra di Giampiero Gasperini. Il presidente Enrico Preziosi aveva già raggiunto l’accordo con il Racing per l’attaccante: contratto poi strappato a causa dell'illecito sportivo commesso dal Genoa.

AL PORTO DA TRE ANNI - Lisandro Lopez si è legato al Porto da tre stagioni e nell'attuale campionato ha segnato finora sedici gol (tutti su azione) in diciotto partite: una rete ogni cento minuti per questo centravanti dalla velocità esplosiva, salito alla ribalta nel 2004-05 quando realizzò diciotto reti complessive nel Torneo Apertura e nel Torneo Clausura. Nonostante abbia un vincolo con il Porto fino al 2011, Lisandro Lopez può diventare uno dei pezzi pregiati del Porto nel prossimo mercato, insieme con l’esterno Ricardo Quaresma, classe ’83, che piace all’Inter di Roberto Mancini. «Mi trovo molto bene in Portogallo, ma per sperare di trovare spazio in nazionale con così tanta concorrenza in attacco, dovrei giocare in un campionato con maggiore visibilità, come ad esempio la Liga spagnola o la Serie A italiana», ha dichiarato in un’intervista rilasciata all’inizio di novembre a “Olè”.

SCHEDA TECNICA - Ha un’accelerazione impressionante, ha un fisico robusto e potente che si sviluppa in un metro e 75 di altezza per un peso-forma di 72 chili. Venerdì scorso, nell’ultimo turno del campionato portoghese, ha firmato due reti contro il Maritimo: la sua quinta doppietta in questa stagione, dopo quelle al Pacos Ferreira, al Boavista, al Leixoes e allo Sporting Braga. Lisandro Lopez è l’argentino più corteggiato del Porto, che vanta una ricca colonia di sudamericani: cinque brasiliani (Helton, Lino, Paulo Assunçao, Leandro Lima e Adriano), un uruguaiano (Jorge Fucile) e altri quattro argentini (Lucho Gonzalez, Mario Bolatti e i due ex Palermo, Mariano Gonzalez ed Ernesto Farias). Il tecnico Jesualdo Ferreira, 61 anni, ex Benfica e Braga, lo considera una pedina fondamentale, così come è molto stimato dall’ex juventino Rui Barros, allenatore in seconda del Porto.

PROTAGONISTA ANCHE IN CHAMPIONS - Lisandro Lopez è nato a Rafael Obligado, in provincia di Buenos Aires. Sta vivendo un’avventura affascinante anche in Champions League. Il Porto ha vinto il girone A conquistando undici punti in sei giornate: si è piazzato davanti al Liverpool (10) di Fernando Torres. Lisandro Lopez ha segnato due gol contro il Marsiglia e il Liverpool, confezionando anche un assist per Quaresma nella sfida di ritorno con il Besiktas. Negli ottavi di finale, adesso, la squadra di Jesualdo Ferreira è impegnata contro i tedeschi dello Schalke 04.

 
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84 replies since 4/12/2007, 11:12   1261 views
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