TALENT SCOUT

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Ale il grande
view post Posted on 7/1/2008, 22:57




Dicono che se lo compra l'Empoli... l'ho letto sulla Gazzetta
 
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S.S. VIKING
view post Posted on 9/1/2008, 22:29




Ever Banega
L'ennesimo gioiello della citta' del 'Che'

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Nome completo
Ever Maximiliano Banega
Data di nascita 29 Giugno 1988
Nazionalità Argentina
Altezza 174
Peso 72
Ruolo Centrocampista

Messi, Forestieri, Maxi Rodriguez, Lavezzi, Belluschi, Escudero e l’elenco è ancora molto lungo. Cos’hanno in comune questi giocatori? Facile, il luogo di nascita. La città di Rosario sta sfornando talenti a ripetizione, e non è una sorpresa che anche l’ultima stellina albiceleste provenga dalla città natale di Che Guevara.

I PRIMI ANNI: Ever Banega infatti viene alla luce nel barrio Saladillo, a Rosario, un giorno di Giugno di 19 anni fa. Ed è in una delle tante piccole squadre che popolano Rosario che Ever muove i primi passi da futbolero. La scuola calcio dell’Alianza Sport è una buona palestra per il piccolo Banega, che nel match più sentito tra i niños dell’Alianza, quello contro il Grandoli, si trova ad affrontare addirittura Leo Messi, come ricorda lo stesso Banega: “Da piccoli, il clasico dell’Alianza era contro il Grandoli, e lì giocava Leo Messi, ci siamo affrontati alcune volte, ma meno male che presto si trasferì in Europa, perché ogni volta ci faceva neri. Si vedeva già allora che era un crack.”

ROTTA VERSO IL SUCCESSO: Un provino andato male per le giovanili del Newell’s non ha fermato le aspirazioni del niño Ever, anzi, ne ha accentuato la personalità e pochi mesi dopo il rifiuto del club di Rosario si è trovato nella Primavera del Boca Juniors (la sexta). Nel 2006, quando Ever era ancora 17enne, l’allenatore xeneize Alfio Basile, si rese conto del talento del giovane rosarino e lo portò con sé in prima squadra, dove però nel suo ruolo giocava un certo Fernando Gago.

LE SUE QUALITA': Il tempo trascorso insieme al volante che poi sarebbe passato al Real Madrid non è stato certo tempo perso. Nonostante Gago e Banega siano giocatori sostanzialmente differenti, si vede come il secondo abbia appreso dal primo alcune caratteristiche di gioco. Più dinamico di Gago, Banega si può definire come un perfetto mix tra Gattuso e Pirlo. Capace di spezzare l’azione avversaria con decisione (a volte anche troppa) e di riproporre subito gioco con lanci in verticale o passaggi filtranti dalla precisione millimetrica, il giovane boquense ha sicuramente le caratteristiche per far benissimo in Europa. Se Gago risulta forse troppo compassato in alcune fasi di gioco, questo non si può dire di Banega, che fa del dinamismo una delle sue armi principali. In una squadra priva del faro Riquelme, si è trovato nella situazione di dover creare gioco, mostrando una personalità e una classe sorprendenti per un ragazzo di soli 19 anni. Non ha ancora messo a segno il suo primo gol in maglia auriazul nonostante non gli manchi un tiro forte e preciso dalla distanza, ma il modulo di Russo, molto sbilanciato in avanti, non gli consente spesso di portarsi in attacco a cercare gloria personale, lasciandogli piuttosto la maggior parte della responsabilità del lavoro in copertura (e per questo spesso si lancia in tackle che lo portano ad incappare in cartellini gialli)


IL SUO FUTURO: La sua stagione è stata più che positiva, nonostante la recente sconfitta nel Mondiale per Club. Solo 12 mesi fa ha esordito nella prima squadra del Boca Juniors, ma in così poco tempo si è tolto parecchie soddisfazioni: vittorioso in Copa Libertadores con il suo club e trascinatore insieme ad Agüero della nazionale Under 20 che ha vinto il mondiale di categoria. Ora Ever è già in viaggio per l’Europa; le big d’oltre Oceano si sono mosse presto per accaparrarsi un bocconcino così prelibato. Il Valencia ha vinto la concorrenza di Milan e Juventus e ha strappato al Boca il campioncino per la cifra di 18 milioni di Euro. “Sembra incredibile, due anni fa giocavo nell’Alianza, un minuscolo club di Rosario, e ora sto per giocare titolare nel Boca”, diceva Banega nel Febbraio scorso. Ancor più incredibile che in così poco tempo sia approdato in Europa.

CURIOSITA': Banega ha sbalordito tutti, anche i suoi “colleghi”, tanto che il capitano della selezione Cilena, Mauricio Isla, ha scomodato mostri sacri del calcio: “Banega gioca come Maradona”. Ever (come molti suoi coetanei), è appassionatissimo di computer, ma questo suo hobby gli è costato “caro”. Una sua esibizione hard di fronte ad una webcam, è stata registrata e caricata su un famoso portale di video argentino.
 
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S.S. VIKING
view post Posted on 10/1/2008, 19:50




Sergio 'el Kun' Agüero
Nel 1998, quando Zidane trionfava nel Mondiale di Francia contro il Brasile di Ronaldo, Sergio Leonel Agüero guardava ancora i cartoni animati.

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Sì, perché Sergio Agüero è nato il 2 giugno del 1988, ed all’etá di 10 anni il suo passatempo preferito, oltre a giocare a calcio, era guardare i cartoni giapponesi. Da quel momento sui campetti di Quilmes hanno cominciato a soprannominarlo “el Kun”, per la somiglianza con il personaggio del cartone animato “Kum Kum”, che andava per la maggiore in Argentina.

E il Kun nel breve volgere di 5 anni diventa così bravo da esordire in Serie A. La sera del 5 luglio del 2003, all’etá di 15 anni, Sergio Agüero si alza dalla panchina, si toglie la tuta, ed entra in campo. Sulla schiena il numero 34. Dentro lo stadio di Avellaneda si leva un boato. Sergio è il più giovane esordiente in Serie A della storia del calcio Argentino, più giovane di Saviola e Aimar, più giovane di Maradona. All’uscita dal campo le sue dichiarazioni sono quelle che si possono aspettare da un ragazzino timido e pieno di speranze: “Spero un giorno di diventare titolare e di vincere tutto con l’Independiente”. Il primo gol con la maglia del “Rojo” Agüero lo segna il 28 novembre 2004, a 16 anni, contro l’Estudiantes. Una saetta da fuori area che si infila nel sette.

Durante l’estate 2005 è convocato per i mondiali under 20 che si disputano in Olanda e, nonostante abbia dimostrato in passato di poter convivere con Messi, durante questa manifestazione è solo la sua riserva. Gioca spezzoni di partite, si procura il rigore decisivo in finale contro la Nigeria, l’Argentina vince il Mondiale ma la consacrazione è per Messi. All’inizio del Campionato, nell’agosto 2005, diventa titolare. Il numero sulla sua maglietta adesso è il 10. La prima parte del sogno di quel ragazzino timido si è avverata. Nel giro di soli due mesi si assiste allo spettacolo che inorgoglisce e quasi commuove tutti i tifosi dell’Independiente: l’ascesa di un Campione.

Sergio nelle 53 partite disputate in due stagioni di campionato argentino realizza 23 gol, fornisce ai suoi compagni preziosi assist, si procura numerosi rigori. Indimenticabili rimangono alcune giocate di rara bellezza come il cucchiaio, lanciato in contropiede contro il San Lorenzo, che si stampa sul palo, o il gol messo a segno nel “Torneo de Verano” contro il River Plate, quando, con una fulminea finta di corpo si beve tre avversari e con freddezza insacca in rete. E’ un trottolino rapidissimo, dotato di un dribbling fulminante e di una tecnica sopraffina.

Il gol del 4-0 che realizza nel sentitissimo derby contro il Racing è già nella storia del calcio Argentino. Riceve palla spalle alla porta all’altezza del centrocampo, disorienta un difensore e parte palla al piede verso l’area di rigore, in men che non si dica è dentro l’area, umilia un altro difensore con due ripetute finte di corpo e spara a rete…Golazo…

Il pibe diciassettenne diventa l’idolo incontrastato dei suoi tifosi, L’Independiente viene ribattezzato sui giornali Agüerodependiente. El Kun è ormai sulla bocca di tutti, e nell’estate 2006 si concretizza il suo passaggio all’Atletico Madrid, per la cifra record di 23 milioni di euro. Acclamato a furor di popolo per far parte dei 23 che avrebbero rappresentato l’Argentina ai mondiali, è invece rimasto a casa, in quanto ritenuto troppo giovane dal CT Pekerman. Dopo aver segnato 5 gol in 5 partite nel pre-campionato con i “colchoneros” è arrivato anche il suo debutto nella ‘seleccion’, 30 minuti nella sfida di Londra tra Brasile e Argentina.


LA SCHEDA

Luogo e Data di nascita: Buenos Aires (Argentina), 2 Giugno 1988

Ruolo: Seconda punta

Altezza: 1,72 m

Peso: 74 kg

Squadre di club: Independiente, Atletico Madrid

Presenze in Primera división argentina: 53

Goal in Primera división argentina: 23
 
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S.S. VIKING
view post Posted on 10/1/2008, 20:20




Samir Nasri
Per favore non chiamatelo “il nuovo Zizou”.

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Samir Nasri, diciottenne centrocampista tuttofare dell’Olympique Marsiglia, ha tutte le carte in regola per scrivere da solo la sua storia e a caratteri belli grandi. Tecnica individuale impressionante, visione di gioco rara a vedersi in un diciottenne, Samir è un prodotto del florido vivaio marsigliese. Il calcio è tutta la sua vita e già a sedici anni dimostra di saperci fare, finendo dritto dritto nell’Under 17 francese, dove fa sfracelli. Troussier, tecnico dell’Olympique, ringrazia per tanta manna e senza il minimo problema lo sbatte in campo a duellare con gli esperti e fisici mediani d’Oltralpe (altro che Italia, dove i giovani li fanno marcire in panca per non “bruciarli”).

Nasri non fa una piega e inizia disegnare calcio come solo lui sa fare, con pregi (tecnica, precisione, dribbling, buona visione di gioco) e qualche difetto da limare (discontinuità, lentezza, fase difensiva ancora precaria). La Juve lo sta già seguendo da mesi, il Marsiglia per non sbagliare gli ha già fatto firmare il contratto da professionista e conta di fondare su di lui la rinascita della squadra che un decennio fa brillava nel firmamento del calcio europeo.

Luogo e data di nascita: Marsiglia (Francia) 20 Giugno 1987

Ruolo: Centrocampista esterno/centrale

Squadre di club: Olympique Marsiglia
 
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S.S. VIKING
view post Posted on 10/1/2008, 23:09




Renato Augusto
La risposta carioca al paulista Kakà

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Data di nascita 1 febbraio 1988
Nazionalità Brasile
Peso 85 kg
Squadra Flamengo
Ruolo Trequartista/Seconda Punta

I SUOI PRIMI ANNI: Renato Soares de Oliveira Augusto, più conosciuto come Renato Augusto, è nato il primo di febbraio del 1988 a Rio de Janeiro, la stessa città dove è anche cresciuto. Da sempre è tifoso rubronegro e non deve essere certo stato un caso se alla fine le sue immense qualità le ha messe in mostra proprio nel settore giovanile della Gavea, il centro tecnico del Flamengo. L'esordio in prima squadra è avvenuto nel 2005 nel campionato carioca, due spezzoni di partita in un'annata nemmeno troppo fortunata per il club di Rio.

ROTTA VERSO IL SUCCESSO: Quello della ribalta per Renato Augusto è stato l'anno solare 2006, sotto la guida di Nery Franco ha disputato una incredibile Coppa del Brasile, regalando al club e ai tifosi una splendida prestazione nella finale contro i cugini del Vasco. Grazie alle sue buone prestazioni il suo allenatore fu costretto a concedergli i galloni da titolare per tutto il resto della stagione. Anche nel 2007 c'è stato per lui grande spazio, è infatti risultato decisivo nella conquista della Taça Guanabara, la finale della prima fase del campionato carioca che ne determina una delle finaliste assolute, realizzando due gol nella finale col Madureira. Le cose sembravano cominciar bene per il Flamengo e per Renato Augusto, ma il rendimento nel campionato nazionale brasiliano fu molto inferiore alle aspettative e per evitare al club il rischio retrocessione fu deciso l'allontanamento di Nery Franco e il ritorno di Joel Santana, uno dei pochi allenatori capaci di vincere il titolo carioca con tutti e quattro i grandi club di Rio de Janeiro. Come già accaduto nel 2005 Joel Santana risollevò le sorti della squadra, che sembrava destinata a lottare per la salvezza, conducendola alla qualificazione alla Libertadores. Da tutto questo Renato Augusto è stato penalizzato soprattutto a causa dello stile di gioco molto difensivo del nuovo tecnico che gli ha impedito di arrivare alla fine dell'anno solare con un bottino di reti più cospicuo.

LE SUE QUALITA’: Quando accelera palla al piede difficilmente può essere fermato, non ha solo il tocco di palla felpato dei grandissimi giocatori, ma lo abbina al fisico e alla velocità, questi tre ingredienti insieme non possono non ricordare il giocatore simbolo di questo 2007. Lo hanno già detto e scritto in tanti che Renato Augusto è senza dubbio il giocatore che più ha il potenziale per divenire il nuovo Kakà. Benché non sia mai giusto fare simili paragoni quando si parla di giocatori così giovani c'è da ammettere che questo diciannovenne ha praticamente tutto ciò che serve per diventare l'erede del milanista, anche sul campo viene impiegato nelle stesse posizioni, è soprattutto un trequartista ma gioca bene anche se impiegato da seconda punta: sia Nery Franco che Joel Santana lo hanno utilizzato con profitto come spalla di Souza. Probabilmente le cifre di quest'ultima stagione non rendono bene l'idea dell'immenso talento del ragazzo che come ricordato è stato un po' limitato dalla stagione a corrente alternata dei carioca.

IL SUO FUTURO: Ha rinnovato il contratto col Flamengo fino al 2012 con una clausola rescissoria da 30 milioni di euro. Il Palermo ha offerto 13 milioni, ma a queste cifre non si muoverà da Rio, infatti sembra che la società rubronegra non tratti per meno di 18-20 milioni. E' però noto che il club rosanero sia in cima alle preferenze del calciatore che si è detto molto interessato a sbarcare in Sicilia. Nonostante questo fattore, non certo secondario, se Zamparini non aprirà ulteriormente i cordoni della borsa il giocatore sembra felicissimo di poter continuare ad indossare il Flamengo in Coppa Libertadores nel 2008, inoltre le limitazioni italiane all'arrivo di giocatori extracomunitari non permettono attualmente ai rosanero di tesserarlo fino alla prossima stagione. Ma se il Palermo non dovesse riuscire a ingaggiarlo le sue possibilità di arrivare in Europa non diminuiscono di certo, su di lui ci sono anche Chelsea, Real Madrid, Manchester United e West Ham.
 
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S.S. VIKING
view post Posted on 11/1/2008, 19:32




Klaas Jan Huntelaar

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Avete presente quelle giornate in cui tirate anche dalla porta dello spogliatoio e fate gol lo stesso? Succederà una, due volte a campionato, vero? Ecco, a Klaas Jan Huntelaar capita non dico ogni giorno, ma quasi. Attaccante dal fisico scultoreo e dal piede educato, è esploso nei due anni di permanenza all’Heerenveen, dove nessun talent scout l’ha mai notato.

Ha un senso del gol innato, si muove in area come un pesce nell’acqua e a dispetto del fisico da granatiere, sa essere rapido e agile. Di testa fa provincia, indirizza la palla come avesse un joystick al posto dei capelli. Unico difetto: è giovane e deve imparare a sacrificarsi un po’ di più per la squadra, rientrando maggiormente in difesa e tenendo un po’ più palla per far salire i compagni. Tutti difettucci da poco, comunque, visto che fare 50 gol in 73 partite, anche se in un campionato dalle difese allegre come quello olandese, non è cosa da poco.

Alla prova del fuoco contro l’Inter ha risposto “Presente” realizzando un grande gol in torsione e facendo ammattire Samuel e Cordoba, non proprio i due ultimi arrivati. Agli Europei Under 21 ha letteralmente trascinato i suoi alla vittoria segnando la solita catervata di gol. In coppia con due ali rapide, potrebbe diventare devastante. Alla Juve avrebbe il tempo per limare le piccole mancanze e consacrarsi. Vale un investimento immediato.

Luogo e data di nascita: Drempt (Paesi Bassi) 12 Agosto 1983

Ruolo: Centravanti

Squadre di club: Vitesse, PSV, De Graafschap, AGOVV Apeldoorn, Heerenveen, Ajax

Presenze in Eredivisie: 73

Gol in Eredivisie: 50

Palmarès: Campione d’Europa Under 21 (Portogallo 2006)
 
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S.S. VIKING
view post Posted on 12/1/2008, 19:29




Augusto Fernandez
Il centrocampista e' una delle più belle realtà del calcio argentino.

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Nome completo Augusto Matias Fernàndez

Data di nascita 10 aprile 1986

Nazionalita' Argentina

Altezza 177 cm

Peso 71 kg

Ruolo Centrocampista

I SUOI PRIMI ANNI: Augusto Matias Fernandez, una delle più belle realtà del calcio argentino, nasce a Pergamino (Buenos Aires) 21 anni fa. Entrato a far parte dell’inesauribile fucina di talenti del River Plate nel 1997 quando ha appena 11 anni, fa tutta la trafila con la maglia de “Los Infantiles”, riuscendo a vincere praticamente tutto a livello giovanile, compreso importanti competizioni internazionali sia in Sud America che in Europa. Nel 2003, ormai diciassettenne, viene promosso nella squadra riserve del River dove si mette in mostra per le sue grandi doti di corsa e la sua duttilità, dimostrando ben presto di poter aspirare ad un posto da protagonista nel gruppo dei titolari.

ROTTA VERSO IL SUCCESSO: Il passaggio in prima squadra avviene nel gennaio del 2006 in occasione di una gara che il River gioca contro il Tiro Federal. Da allora entra a far parte in pianta stabile dell’11 titolare e, con la maglia del River colleziona ad oggi una cinquantina di presenze tra campionato e competizioni internazionali, condite anche da tre goal e, si impone come uno dei giocatori di maggior spessore della rosa guidata da Passarella, nonché uno degli idoli del caldo pubblico del “Monumental”. Di fatto diviene il padrone della fascia destra del River e, nonostante la giovane età uno dei leader indiscussi dei “Millonaros”.

LE SUE QUALITA’: Dotato di grande dinamismo e di un’eccellente velocità di base, Fernandez viene schierato prevalentemente come interno destro, posizione questa che ne esalta anche le doti di conquistatore di palloni. In realtà si può adattare anche al ruolo di esterno, posizione che ha coperto in diverse occasioni e, all’occorrenza è stato adoperato anche come ala alta, tutti ruoli questi che mettono in risalto la sua estrema qualità, legata ad un bagaglio tecnico quanto mai vario. Si può definire il classico giocatore di quantità e qualità, tanto abile palla al piede, quanto deciso nelle fasi difensive. Bravo negli inserimenti, tenta spesso la conclusione da fuori, anche se la confidenza con il goal non è al di certo al momento la sua dote migliore.

IL SUO FUTURO: Sebbene sia meno appariscente di altri baby talenti argentini come Belluschi, Banega, Piatti o Buonanotte, sono in molti gli addetti ai lavori che considerano “El Negro”, come viene chiamato dai suoi tifosi, il giocatore più pronto, tra quelli della nuova generazione del campionato argentino, a giocare in un campionato europeo, sia per le sue qualità fisiche, sia per le sue attitudini tattiche. Non è dunque un caso che molti tra i club più prestigiosi d’Europa siano sulle sue tracce. In passato non ha nascosto l’interesse per il giovane talento argentino il Deportivo La Coruna e, anche Real Madrid e Barcellona sembra si siano interessate a questo giovane centrocampista, che tra l’altro dispone di passaporto comunitario. In Inghilterra si è parlato di un’offerta di 8 milioni di sterline da parte dell’Arsenal, mentre in Italia il nome di Fernandez è stato più volte accostato a Lazio e Fiorentina soprattutto. Una cosa è certa chi riuscirà a giocare d’anticipo si assicurerà uno dei centrocampisti più completi della prossima decade.

CURIOSITA’:"Da tifoso di Passarella e Batistuta ho sempre avuto un debole per la Fiorentina". Sono queste le parole pronunciate da Augusto Matias Fernandez in una sua recente intervista e, chissà che questa sua passione non possa facilitare l’approdo del giovane “volante” argentino nel campionato italiano. I Viola, è proprio il caso di dire, potrebbero sfruttare una, in questo caso, “corsia preferenziale”.
 
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S.S. VIKING
view post Posted on 14/1/2008, 10:44




Manco
E Messi nacque in Peru'

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C’è chi lo paragona a Messi, chi a Romario: Reimond Manco è l’astro nascente del calcio peruviano, laureatosi miglior giocatore dell’ultimo Sudamericano Sub17 davanti al richiestissimo (Chelsea in primis) brasiliano Lulinha. Scopriamo insieme il ragazzo che sta facendo impazzire, non solo le “joventitas peruviane”, ma molti addetti ai lavori ed osservatori di tutto il Mondo.

UN FENOMENO PRECOCE
Nato a Lima il 23 agosto 1990, Manco divide, a causa dei problemi economici della sua famiglia, la sua infanzia ed adolescenza tra Perù ed Isla Margarita (Venezuela), dove Reimond vive dall’età di due anni a quella di otto e dai tredici ai quindici. E’ la madre, genitore predominante nella famiglia Manco visto l’importante lavoro del padre presso un collegio giapponese, che lo spinge al calcio: dopo le partite giocate con gli amici in Venezuela, la svolta arriva nel 1998, quando, in Perù, l’undicenne viene iscritto all’importante Academia Cantolao, quella che aveva lanciato pochi anni prima anche l’attaccante della Nazionale, Claudio Pizarro. Con la squadra giallonera, Manco partecipa brillando alla Coppa Gothia, manifestazione che dal 1975 si svolge in Svezia ed è la più importante per le categorie giovanissimi: il peruviano incanta nel ruolo di attaccante e guida i compagni alla vittoria finale e sé stesso al titolo di miglior giocatore del Torneo. Nel 2005, coinvolto dalla Federazione Venezuelana, Manco accetta la convocazione della Vinotinto, ma è il Perù il suo futuro: “Io sono nato a Lima e mi sento peruviano: ho giocato con il Venezuela perché al momento non potevo perdere un’opportunità tale per la mia carriera” ha spiegato poi Reimond in un secondo momento.

QUALITA’ AL SERVIZIO DELLA SQUADRA
Seconda punta, largo a sinistra per rientrare sul destro, in futuro anche 10: sono diversi i ruoli che la giovane stellina può ricoprire… Gli stessi, guarda caso, del blaugrana Leo Messi, un nome che non si può non citare quando si parla di Manco: le movenze, il fisico (solo 172cm la sua altezza), la classe, l’agilità e la rapidità nel breve sono le stesse della Pulga Atomica. Il piede preferito è però il destro, anche se il sinistro è discretamente ben utilizzato per servire i compagni: rispetto al numero 19 catalano, Manco sembra essere più abile nell’ultimo passaggio, avendo una visione di gioco probabilmente superiore. Le cavalcate negli spazi chiusi a scardinare le difese avversarie (ricordate Messi con il Getafe?) sono un marchio di fabbrica anche del talento peruviano, imprendibile per gli avversari: pur pagando qualcosa a Leo nella sensibilità del piede e nell'attitudine per cucchiai e pallonetti, Reimond si rifà con un maggior cinismo in area piccola e soprattutto un vasto repertorio dei cosìdetti “tricks”, quei giochetti tanto spettacolari quando efficaci che hanno fatto il successo di Ronaldinho, Robinho, Cristiano Ronaldo e Matias Fernandez. Calciatore anche di punizioni (arte su cui però può ancora migliorare), Manco gradisce molto puntare sulla linea di fondo, per poi rientrare per il tiro o servire un compagno libero in mezzo all’area. Altra sua specialità è la sgusciante serpentina in verticale, con cui va a cercare poi di presentarsi direttamente davanti al portiere (in questo modo è arrivato il suo primo - ed unico finora - gol tra i professionisti, contro il Coronel Bolognesi, il 2 dicembre). Parliamo dunque di un giocatore che certamente è in grado di fare la differenza anche nel calcio che conta, viste le eccellenti qualità tecniche e la personalità con cui prova le giocate, senza scoraggiarsi né intimorirsi: il fisico è migliorabile, come è normale che sia per un diciassettenne, ed una preparazione atletica europea potrebbe fargli guadagnare ulteriore qualità nel suo gioco.

IL 2008 PER CONSACRARSI
Dal 2002 all’Alianza Lima, uno dei club più importanti del Paese, Manco ha esordito nel calcio professionistico l’8 aprile 2007, all’86esimo minuto del match contro l’Atletico de Sullana: il debutto è stata una diretta conseguenza dello straordinario Sudamericano Sub17 che, a Marzo, Reimond aveva disputato ed in cui, nonostante soli 3 gol a confronto dei 12 di Lulinha, aveva stravinto il Pallone d’Oro della manifestazione. Il quarto posto nel torneo continentale ha permesso al Perù di qualificarsi, 25 anni dopo il Mundial ’82, per la prima volta ad una manifestazione Fifa, il Mondiale U17 svoltosi in Korea: con due gol e prestazioni entusiasmanti, Manco ha trascinato la sua squadra fino ai quarti di finale, in cui il Perù ha ceduto di fronte al forte Ghana. Nella sua squadra di club invece, "Rei" ha finora trovato spazio 15 volte, di cui soltanto 2 però da titolare: cinque assist ed un gol il suo bottino, ed il titolo di “Giocatore rivelazione” del Clausura 2007. La prossima sarà per lui l’annata della consacrazione: il tecnico cileno Miguel Angel Arrue starebbe pensando di arretrarlo nel ruolo di “10” puro, operazione tattica a cui Manco ha già dato il via libera (“Mi piace quella posizione, e poi ovunque posso essere utile alla mia squadra, mi adatto”). Ugualmente Josè Guillermo del Solar, nuovo ct del Perù, starebbe pensando di convocarlo per le prossime gare di qualificazione mondiale: un’idea forzata da tutta l’opinione pubblica peruviana ed appoggiata anche dai “senatori” dello spogliatoio.

VALE GIA’ 15 MILIONI DI DOLLARI
Per quanto riguarda la sua vita privata, Manco è un personaggio “alla Pato”: amato dalle ragazzine peruviane, la sua timidezza sta conquistando tutti, aprendendogli così spiragli di "mondanità" inattesi, come dimostrato dal servizio fotografico con la modelle dell’agenzia Lima Teens. Ciò nonostante, Reimond resta comunque con la testa sulla spalle, un adolescente molto legato alla sua famiglia: basta pensare che, con il premio ricavato dalla Federazione per la qualificazione ai Mondiali koreani, il giovane craque ha pagato un’operazione importante per la salute della madre e diverse visite specialistiche per i problemi di tiroide del padre. Marchiato Nike dalla testa ai piedi (come Pato appunto), oggi il suo idolo non è più, come in infanzia Claudio Pizarro, ma l’amico Jefferson Farfàn, attaccante del PSV, a cui Manco ha confidato di ispirarsi anche in campo. Sul numero 27 dell’Alianza Lima si è già scatenata da diversi mesi un’asta, con le big argentine (River Plate e Boca Juniors) pronte a rispondere colpo su colpo alle avances di Real Madrid, Liverpool e PSV: è nel pieno interesse del club peruviano però “stoppare” l’esodo del giovane fenomeno, la cui valutazione andrà ovviamente impennandosi nel corso dei prossimi mesi. Difficile comunque stimare ad oggi il valore del cartellino di Manco: se Lulinha, che pur nel Mondiale Koreano ha lasciato intravedere qualche limite inatteso e nel Sudamericano Sub17 ha dimostrato meno, vale già 15 milioni di dollari (offerta del Chelsea di solo un mese fa), Reimond non può che valerne certamente altrettanti, se non di più. Lo sbarco nel calcio che conta è solo rimandato: trovarsi di fronte ad un giocatore che potrebbe segnare un’epoca è qualcosa di più di un’impressione… E se il Calcio italiano si lamenta di non poter sostenere la concorrenza della Spagna, avendo una fiscalità che non permette di strappare, ad esempio, Lionel Messi al Barcellona, tutti i dirigenti sono avvisati: il Nuovo Messi è nato in Perù… Basta solo arrivare prima degli altri.
 
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S.S. VIKING
view post Posted on 14/1/2008, 19:57




Giovani Dos Santos
Hanno clonato Ronaldinho?

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Alzi la mano chi non ha pensato ciò vedendo giocare Giovani Dos Santos. Movenze, codino, fisico asciutto: dove sta il trucco? Possibile che uno sia messicano e l’altro brasiliano? Scopriamolo insieme…

Giò è figlio di un ex-calciatore brasiliano noto come “Zizinho”; il padre nella sua carriera ha giocato per un periodo nei Tigres di Monterrey e proprio nel lasso di militanza in terra messicana sono nati i due figli calciatori, Giovani e il meno famoso Jonathan, anch’ egli alle dipendenze giovanili del club catalano.

Alla veneranda età di dieci anni, Giò si reca con la squadra del suo paese in terra spagnola per un torneo giovanile, destando subito stupore per qualità tecniche e velocità che raramente si riescono ad intravedere in quello che è poco più che un bambino. I dirigenti azulgrana non se lo lasciano scappare e offrono a lui e alla sua famiglia la possibilità di crescere in Spagna. Il ragazzo si fa tutta la trafila delle varie categorie giovanili e dalla scorsa stagione viene inserito nella rosa del Barcellona B, dove è attualmente impiegato. Nel 2005 Giovani tocca il punto più alto della sua precoce carriera. Nei mondiali Under 17 in Perù trascina la sua squadra fino alla conquista del torneo, battendo in finale il “suo” Brasile e vincendo il duello personale con un altro giovanissimo asso, l’ attaccante del Porto Anderson; a fine competizione, riceve meritatamente il premio come miglior giocatore.

Seconda punta o trequartista, è dotato di una velocità impressionante che unita ad una tecnica di base molto accurata gli permettono di giostrare tra le linee di centrocampo ed attacco con grande efficacia, senza dare punti di riferimento agli avversari. Mancino totale, usa il destro in poche circostanze. Vede la porta con una discreta facilità ma non è un bomber di razza. Predilige vestire i panni dell’ assist man grazie ad un senso della misura e ad un intuito che solo i campioni possiedono. Bravo nel dribbling sia da fermo che in corsa, a volte però eccede con i virtuosismi e ciò rappresenta il suo punto debole più evidente.

I giornalisti spagnoli e messicani lo tartassano di paragoni con Ronaldinho ma Giovani glissa e preferisce ispirarsi al suo ex-compagno di merende Lionel Messi con cui ha diviso camera e vittorie nelle formazioni giovanili. Rijkaard continua a seguire i suoi progressi e attende con ansia la naturalizzazione di Ronaldinho, che sbloccherebbe il tesseramento in prima squadra finora impossibile per le regole sugli extra-comunitari. Notizia fresca, Giovani è stato inserito dall’ allenatore olandese nella lista dei 23 che disputeranno il Mondiale per club in Giappone. Quale vetrina migliore per un ragazzo che è ancora in attesa di firmare il suo primo contratto da professionista?

LA SCHEDA

Luogo e data di nascita: Monterrey, Messico 11 maggio 1989

Ruolo: attaccante

Altezza: 1,68 m

Peso forma: 60 kg

Squadre di club: Barcellona B

Palmarès: 2005: Campione mondiale Under 17 con il Messico con il titolo di miglior giocatore della competizione
 
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il.....KAISER
view post Posted on 15/1/2008, 10:08




Questo Giovani è fortissimo ragazzi, ha dei numeri pazzeschi
 
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S.S. VIKING
view post Posted on 15/1/2008, 15:55




Karim Benzema

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Che sia il decennio del Lione, questo pareva già chiaro da tempo, ma che oltre ai risultati sportivi adesso la società di Aulas iniziasse pure a sfornare talenti a palate dal settore giovanile, beh questo è davvero uno scoop. A Lione il vivaio non è tra i più floridi di Francia, eppure stavolta il prodotto fatto in casa sembra ottimo. Karim Benzema, classe 1987, attaccante dal fisico asciutto (forse troppo) e dal piede fatato si sta rivelando un bomber di razza: 3 reti nelle prime 4 uscite stagionali in Ligue One e i taccuini già si riempiono.

Ragazzo introverso, bizzoso, ma dal talento stratosferico, approda in prima squadra a diciassette anni e a diciotto ha già inaugurato il suo rullino di gol in campionato e Champions League. Ricorda molto Trezeguet nelle movenze, nelle ottime doti aeree e nella rapacità tipica della prima punta. Ha ancora notevoli margini di miglioramento, è spesso fuori dalla partita e tecnicamente, pur essendo dotato di piedi educati, commette spesso errori banali, tipici di un giovane della sua età. La testa a posto sembra averla già messa, ora deve solo crescere tranquillo nella serenità di Lione. Ad Houllier il compito di farlo diventare il bomber da oltre 20 gol a stagione che i dirigenti dell’OL sperano di aver trovato “in casa”.

LA SCHEDA

Luogo e data di nascita: Lione (Francia) 17 Dicembre 1987

Ruolo: Centravanti

Squadre di club: Lione
 
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Sergio lfc
view post Posted on 15/1/2008, 18:22




Questo francese è bravo
 
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S.S. VIKING
view post Posted on 16/1/2008, 20:16




Freddy Adu
La stellina Americana


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14 anni e 306 giorni per debuttare nella Major League Soccer. 14 anni e 320 giorni per siglare la sua prima rete nella sopraccitata lega. 16 anni e 234 giorni per coronare il sogno di una vita: tanto è bastato al giovanissimo Freddy per debuttare nella nazionale maggiore del suo paese, gli USA di Bruce Arena.
Come si può notare la carta d’ identità dice Ghana e ciò ha mosso subito i primi scetticismi sulla reale età del calciatore: riecheggia con forza la recente vicenda su Luciano “Eriberto” che all’ anagrafe si era fatto “spuntare” circa 4 anni…

All’ età di 14 anni Adu vince il premio come miglior giocatore dei mondiali Under 17, debuttando con una tripletta nella prima partita della competizione intercontinentale con gli States opposti ai pari età Sudcoreani. E’ qui che cominciano ad arrivare i primi interessi dai grandi club europei, Manchester United ed Inter su tutte, ma i vertici del campionato statunitense non si fanno trovare impreparati e fanno firmare al quattordicenne il suo primo contratto da professionista: 500.000 dollari all’ anno! Tuttavia il suo tecnico Peter Nowak lo inserisce con parsimonia nei suoi schemi convinto, giustamente, che il prodigio debba ancora crescere sotto tutti i profili; totalizza 5 reti al primo anno di Major e solo 1 goal nella stagione ancora in corso, condita però con ben 6 assists. A causa delle non brillantissime performances il CT Bruce Arena non lo convoca per i mondiali tedeschi, causando malumori e perplessità tra i sostenitori del nuovo continente.

Freddy Adu può giocare come attaccante puro o come rifinitore dietro le punte, ha una grande facilità di corsa che gli consente di saltare gli avversari con agevolezza, forte anche di una tecnica non comune. Nel suo modo di giocare è molto simile a Obafemi Martins, stesso piede (sinistro) ma tecnicamente più ordinato del nerazzurro. In alcune movenze d’ area ricorda vagamente Thierry Henry, ha un gran tiro dalla distanza e una discreta complicità con il goal. Il ragazzo ha però ancora molto da imparare, il campionato in cui gioca è ricco di spazi in cui lanciare la propria velocità e i difensori non sono sicuramente a livello dei vari Nesta, Cannavaro e Samuel; pecca di disciplina tattica e di continuità, doti fondamentali per poter passare da promessa a campione…

In patria i paragoni si sprecano, si va dal Pelè al Maradona, ma si sa che la voglia di clamore delle penne a stelle e strisce supera spesso ciò che è la realtà dei fatti: Adu è bravo, ma a 17 anni ha ancora tutto il tempo per diventare eccezionale oppure perdersi ed essere ricordato come una delle più grandi meteore della storia del calcio…


Identikit

Luogo e data di nascita: Tema, Ghana 2 giugno 1989

Ruolo: attaccante

Altezza: 1,72 m

Peso forma: 68 kg
 
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Sergio lfc
view post Posted on 16/1/2008, 20:58




Adu è bravo ma credo che sia molto pompato dagli sponsor che lo stanno facendo diventare una icona negli states
 
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S.S. VIKING
view post Posted on 18/1/2008, 12:55




Gareth Bale

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Sulle orme di Giggs. Due infortuni ne hanno limitato la stagione, ma lui non demorde e vuole riprendersi presto il suo posto sotto i riflettori.

Nome completo Gareth Frank Bale

Luogo e data di nascita Cardiff, 16/07/1989

Nazionalità Gallese

Altezza 183

Peso 74

Ruolo Terzino/ala sinistro

Sulle orme di Ryan Giggs. Era il 29 novembre 1973 quando, a Cardiff, nacque il campione del Manchester United, forse il miglior calciatore della storia del Galles. Quindici anni e otto mesi più tardi, il 16 luglio 1989, nella cittadina situata sulla baia di Bristol, ha visto la luce Gareth Frank Bale. Insomma, un predestinato.

I PRIMI ANNI. Da bambino, Gareth frequenta la "Eglwys Newydd Primary School", nel quartiere di Whitchurch, dove nelle lezioni di educazione fisica dà subito mostra del suo precoce talento: è proprio durante un torneo di calcio a cinque che l'undicenne Bale, con la maglia del suo primo club (il "Cardiff Civil Service Football Club"), viene notato dagli osservatori del Southampton, che ne ammirano l'equilibrio palla al piede ed il buon tiro di sinistro. A dodici anni si iscrive alla "Whitchurch High School", dove comincia a praticare, oltre al calcio, anche l'hockey e il rugby, ottenendo altri ottimi risultati. Ed è grazie agli allenamenti con la palla ovale che il ragazzo ha modo di potenziare quelle che saranno in futuro le sue qualità migliori: la corsa ed il calcio da fermo. Ma è soprattutto nel calcio che l’indole di Bale emerge: è talmente bravo che l'allenatore della squadra della scuola, Gwyn Morris, è costretto ad introdurre regole speciali, vere e proprie misure "ad personam" (come l'obbligo di “giocare il pallone di prima” e non usare il piede sinistro) per mantenere un certo equilibrio in campo. Contemporaneamente, Gareth comincia a frequentare anche il campo di allenamento della "Saints Academy" di Bath, centro sportivo del Southampton in cui si allena anche Theo Walcott, altro astro nascente del calcio inglese. Sono gli anni della formazione: Theo e Gareth si allenano insieme, giorno dopo giorno, sognando il calcio che conta. Non possono sapere che, tempo poche stagioni, saranno compagni di stanza nella prima squadra del Southampton (Walcott verrà ingaggiato nel 2004, Bale un anno più tardi).

ROTTA VERSO IL SUCCESSO. E’ l’estate del 2005, quando il gallese lascia la scuola, dopo aver aiutato gli Under 18 a vincere la "Cardiff & Vale Senior Cup", e la sua "A" in educazione fisica gli vale il premio per i "Servizi resi allo Sport" conferito dal Dipartimento della disciplina. "Gareth ha una determinazione incredibile, una voglia matta di riuscire, ed ha le qualità e le caratteristiche adatte per raggiungere i suoi traguardi”, disse di lui il suo allenatore il giorno della premiazione. “È uno dei ragazzi più disponibili che io abbia mai avuto il piacere di allenare: di sicuro farà molta strada". E la profezia si avvera presto.

Il primo luglio, due settimane prima di compiere 16 anni, Bale viene ingaggiato dal Southampton, appena retrocesso in Championship (la Serie B inglese). Il terzino sinistro dovrà attender, però, il finale di stagione per fare il suo esordio: è il 17 aprile 2006, terzultima giornata di campionato, al “St. Mary's Stadium” arriva il Millwall, finisce 2-0 e Bale gioca per tutti i novanta minuti, diventando, il secondo giocatore più giovane mai sceso in campo con la maglia del Southampton.

Il mese dopo fa il suo esordio nella Nazionale Under 21 contro il Cipro ed il 27 maggio a Graz, nell’amichevole premondiale contro Trinidad e Tobago, arriva il battesimo con la selezione maggiore: il gallese entra in campo al 55', rilevando David Vaughan, e fa segnare, a 16 anni e 315 giorni, il record di giocatore più giovane ad aver mai vestito la maglia della Nazionale gallese.

Nella seconda stagione ai “Saints”, Bale spicca definitivamente il volo. Il 6 agosto 2006, nella prima di campionato in trasferta contro il Derby County, l’appena 17enne Gareth segna il suo primo goal ufficiale con un magistrale calcio di punizione e festeggia la rete con la capriola in aria. Tre giorni più tardi il gallese concede il bis contro il Coventry, sempre su punizione, spianando la strada al successo per 2-0 dei biancorossi, e alla successiva giornata contro il West Bromwich Albion sfiora addirittura il tris, colpendo il palo. Gareth è ormai il nuovo idolo dei tifosi del “St. Mary’s Stadium”.

La favola continua in autunno con la maglia della nazionale, il 7 ottobre al "Millennium Stadium" di Cardiff, sua città natale, contro la Slovacchia: il Galles gioca un match di qualificazione ad Euro 2008, perdendo sonoramente 5-1, ma il goal della bandiera è di Gareth Bale, e, manco a dirlo, su calcio di punizione. Quel giorno Bale diventa il più giovane marcatore del Galles di tutti i tempi. Intanto la Premier League prosegue e il momento magino del giocatore del Southampton anche: l'11 novembre regala ai suoi il pareggio in extremis sul campo del Sunderland; il 2 dicembre, sempre in trasferta, firma il 2-0 contro l'Hull City (i “Saints” vinceranno 4-2); due settimane dopo apre la rimonta in casa contro il Norwich.

L’ARRIVO A “WHITE HART LANE”. I più prestigiosi club d’Inghilterra si accorgono di lui. Tottenham, Manchester United, Newcastle, Liverpool e Arsenal sembrano pronti a fare follie per assicurarsi le prestazioni di Gareth. Nel gennaio 2007 arrivano i primi assalti degli “Spurs” e dei “Red Devils”, che vengono però respinti dalla dirigenza biancorossa. Il 4 marzo, intanto, riceve il prestigioso premio di “Football League Young Player of the Year), ma a “White Hart Lane” non ne vogliono sapere di mollare ed il 25 maggio 2007 l’obiettivo è raggiunto: Gareth Bale passa al Tottenham per 5 milioni di sterline (10 milioni di euro). Sceglie la maglia numero 16. Il 12 luglio 2007 è il giorno della sua prima uscita ufficiale con la maglia degli “Spurs” nell’amichevole estiva con il St. Patrick's Athletic, mentre i debutto in campionato arriva il 26 agosto, niente meno che sul campo del Manchester United. Bisogna aspettare sei giorni, e la sfida casalinga con il Fulham, per assistere alla prima rete di Gareth con la maglia del Tottenham. Neppure il tempo di strabuzzare gli occhi che Bale concede prima il bis, nel derby con l’Arsenal (terminato 3-1 per i “Gunners”), e poi il tris, nel successo per 2-0 contro il Middlesbrugh.

IL FUTURO. Nell’ottobre scorso, è stato messo fuori causa un infortunio al piede sinistro nella gara contro il Newcastle e ad inizio dicembre un duro intervento del giocatore del Birmingham Muamba (sullo stesso piede) gli è costato un nuovo stop. Ma il terzino gallese vuol riprendersi il proprio posto sotto i riflettori e state certi che per il Tottenham sarà dura trattenerlo.

CURIOSITA’. E’ stato il secondo più giovane giocatore mai sceso in campo in tornei ufficiali con la maglia del Southampton, a 16 anni e 275 giorni, (il primo è stato il suo grande amico Theo Walcott), ed il primo – sempre in quanto ad età - ad aver esordito con la maglia del Galles, a 17 anni e 83 giorni. Il suo allenatore dell’Under21, Brian Flynn, disse di lui: “Ho allenato Giggs quando aveva 17 anni e posso affermare che, pur trattandosi di due ruoli molto diversi, Bale, alla stessa età, non è molto lontano da Ryan. Ogni cosa nel suo atteggiamento dentro e fuori dal campo è apprezzabile e positiva – ha concluso – e c’è così tanto talento in lui che sono convinto migliorerà sempre di più, in tempi molto rapidi”.
 
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84 replies since 4/12/2007, 11:12   1261 views
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